Derby, tra ricerca e nostalgia
Riapre, dopo un periodo di silenzio lungo vent’anni, il teatro Derby che ha visto nascere artisti come Giorgio Faletti, Renato Pozzetto, Diego Abatantuono, Massimo Boldi ed Enzo Jannacci. A officiare la presentazione della stagione il sindaco Letizia Moratti, che sottolinea: «La volontà del Comune e quella di intensificare l’impegno finanziario nel comparto teatrale. Vogliamo aumentare il numero dei teatri convenzionati, che oggi sono 15, in un progetto multidisciplinare di contaminazione di generi». Teo Teocoli e Mario Lavezzi saranno i direttori artistici del progetto, il primo responsabile del cabaret, il secondo della parte musicale.
Teocoli ricorda le origini del Derby, esprime la sua voglia di tornare a lavorare davanti al pubblico per capire a che punto è arrivata sua carriera: «Mi piacerebbe riportare in primo piano personaggi spesso dimenticati dall’offerta televisiva come Tony Dallara e Zuzzurro e Gaspare, al secolo Andrea Brambilla e Nino Formicola», ha dichiarato. Annuisce Mario Lavezzi, suo alter ego musicale, che rilancia:«Derby sarà soprattutto un laboratorio di ricerca e scoperta di giovani talenti. Vogliamo riproporre lo spirito di collaborazione tra artisti, con un occhio alle amicizie nate 40 anni fa e un altro ai giovani che faticano a trovare visibilità. Abbiamo intenzione di realizzare anche degli show case e delle incursioni nelle università e nelle scuole superiori». Il cartellone è ricco e accoglie spettacoli di cabaret d’oltreoceano come The crazy sexy talk show e Defending the caveman, un successo esportato in 20 paesi e tradotto in 15 lingue; spazio anche per spettacoli di musica e danza orientale, jazz e opera con l’orchestra da camera Giorgio Strehler. Non mancano le proposte per i bambini, a cui è dedicata la programmazione curata da Luca Uslenghi: gli eventi, previsti da febbraio a maggio, vedranno i piccoli spettatori interagire con gli artisti attraverso la danza, la recitazione e la magia.
[emidia melideo]
CONFLITTO DI GAZA
Intervista a Nahum Barnea
«Non ci sono dubbi che le operazioni militari organizzate da Israele sono state condotte ad ampio spettro. Il punto è che sono durate anche molto più a lungo di quanto ci si aspettasse», racconta da Gerusalemme Nahum Barnea, una delle penne più autorevoli del giornalismo israeliano, intervistato in esclusiva da m@g. Barnea, che scrive per il quotidiano Yedioth Ahronoth e ha vinto il premio Israel Prize per la comunicazione, ha perso un figlio nel 1996, in un attentato kamikaze di Hamas a un autobus di linea. Al funerale ha perdonato pubblicamente l’assassino, considerandolo vittima della stessa tragedia che affligge il popolo palestinese. Da anni si spende per favorire il dialogo nell’ambito del conflitto arabo-israeliano.
[viviana d'introno e cesare zanotto]
L'INTERVISTA
Yang Lian, nato in Svizzera nel 1955 ma cresciuto a Pechino, è oggi uno dei maggiori poeti contemporanei e una tra le voci più importanti della dissidenza cinese. Esiliato dalla Repubblica Popolare Cinese dopo avere duramente criticato nel 1989 la repressione di Piazza Tiananmen, vive all’estero da vent’anni. È stato candidato al Premio Nobel nel 2002 e le sue poesie sono state tradotte in 25 lingue. Yang Lian interpreta lo spirito della millenaria cultura cinese attraverso la sua esperienza da esule. Una riflessione sulla condizione generale dell’uomo ma anche un invito alla speranza per milioni di cinesi che chiedono democrazia.
guarda l'intervista
[marzia de giuli e luca salvi]
L'INCHIESTA
È un’emergenza che dura da oltre vent’anni. I territori tra Napoli e Caserta sono uno stato nello stato dove l’unico potere reale è quello della Camorra. Nonostante i blitz, gli arresti e l’invio di soldati e poliziotti, i clan continuano a fare affari in un cono d’ombra in cui convivono l’economia legale e la politica. Ne abbiamo parlato con Andrea Cinquegrani, direttore de La Voce della Campania (oggi La Voce delle Voci).
Ascolta l'intervista
[alberto tundo]
MARIO CAPANNA
Onda e '68 a confronto
Quarant’anni dopo la protesta che ha segnato un’epoca, gli studenti italiani sono ancora in piazza. Secondo alcuni osservatori, l’Onda, che contesta la riforma Gelmini, è la fotocopia del’68. Altri la pensano diversamente. Mag ha chiesto un’opinione a Mario Capanna, ex studente dell’Università Cattolica e leader del movimento nel 1968.
[cesare zanotto]
CIBO E MEMORIA
La relazione tra il cibo e la memoria è uno degli aspetti più profondi e antichi della cultura italiana e internazionale. Emblema di questo nesso è la madeleine che risveglia i ricordi dell’infanzia di Marcel Proust nel romanzo Alla ricerca del tempo perduto . Che cosa pensano i gourmet più affermati e i cuochi più celebri del nostro Paese del rapporto tra lo stile di vita dei nostri tempi e i cambiamenti nel gusto culinario, sempre più lontano dalla tradizione culinaria? La risposta nel servizio.
[francesco perugini]
GIORGIO BOCCA
Nessuno meglio di Giorgio Bocca può aiutarci a riflettere sulla crisi che sta vivendo oggi la professione di giornalista. "E' la stampa, la bellezza!", il suo nuovo libro vuole essere un'occasione per riflettere sul destino di un mestiere che sembra aver perso le sue virtù. In Italia la carta stampata appare schiacciata dalle pressioni della politica e dell’economia, incapace di reagire allo strapotere della comunicazione televisiva, non più in grado di scandagliare i mutamenti reali della società. Abbiamo approfondito queste e altre questioni nell'intervista.
[gaia passerini]
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