Dapporto si sdoppia, le risate si moltiplicano
Per il trecentesimo della nascita di Goldoni Massimo Dapporto raddoppia: ne I due gemelli veneziani il noto attore, reduce dal successo riscosso in tv con Distretto di polizia 7, interpreta il duplice ruolo di Tonino e di Zanetto. La trama si regge sul classico gioco degli equivoci, strettamente intrecciato al tema del doppio: i due gemelli del titolo sono caratterialmente agli antipodi, pur somigliandosi come gocce d’acqua. Zanetto è il tipico cortesan veneziano, ricco e appagato dalla propria posizione sociale, su cui si è ormai adagiato; Tonino è invece scaltro, veloce, pronto al cambiamento, ma poverissimo. Separati alla nascita, i due non sono a conoscenza della rispettiva esistenza.
Quando, per un caso, si trovano nella stessa città prende il via un vorticoso turbine di rivelazioni e di esilaranti malintesi. È infatti impossibile per chi li circonda – servi, amici e fidanzate – non confondere i gemelli.
«Si tratta di un capolavoro della scrittura comica – dice il regista Antonio Calenda –. Nel testo risulta evidente lo sforzo di Goldoni di superare gli stereotipi della commedia dell’arte. I personaggi hanno delle caratteristiche psicologiche verisimili e sono scissi tra la ricerca della felicità e una profonda malinconia di fondo: ecco l’ambiguità del doppio». L’abilità di Dapporto consiste proprio nella resa di questa ambiguità: lavorando su entrambi i personaggi, riesce a esaltarne le peculiarità e persino a rendere comica la morte. I due gemelli veneziani è infatti l’unica commedia goldoniana in cui uno dei personaggi perde la vita in scena. «E morendo fa morire il pubblico dalle risate – continua Calenda –. Il teatro è per definizione l’unica espressione artistica che può permettersi di rappresentare la morte. È l’ennesima prova di ambivalenza: spesso ridendo si riesce a far almeno intravedere l’infelicità che segna la vita di noi tutti». Ecco la rivoluzione che Goldoni introduce in questa commedia. In scena non appaiono delle caricature che hanno l’unico scopo di suscitare la risata, come sottolinea Dapporto: «Zanetto, più di tutti gli altri personaggi, è una maschera che si è tolto la maschera e forse proprio per questo il pubblico si affeziona a lui. La ricchezza del testo è tale che mi permette di fare il mio lavoro a 360 gradi, spaziando dal ruolo dell’attore di prosa, che rimane legato alle battute del copione, a quello del comico, che va a braccio, seguendo tempi che nessuna scuola di recitazione potrà mai insegnare». Due gemelli diversi, una morte comica e un unico attore che diventa protagonista e antagonista, comico e spalla. Lo spettacolo, che ha debuttato in prima nazionale a Trieste nel novembre del 2007, è in scena al Manzoni di Milano dall’8 gennaio al 3 febbraio, per la regia di Antonio Calenda.
[lucia landoni]
CONFLITTO DI GAZA
Intervista a Nahum Barnea
«Non ci sono dubbi che le operazioni militari organizzate da Israele sono state condotte ad ampio spettro. Il punto è che sono durate anche molto più a lungo di quanto ci si aspettasse», racconta da Gerusalemme Nahum Barnea, una delle penne più autorevoli del giornalismo israeliano, intervistato in esclusiva da m@g. Barnea, che scrive per il quotidiano Yedioth Ahronoth e ha vinto il premio Israel Prize per la comunicazione, ha perso un figlio nel 1996, in un attentato kamikaze di Hamas a un autobus di linea. Al funerale ha perdonato pubblicamente l’assassino, considerandolo vittima della stessa tragedia che affligge il popolo palestinese. Da anni si spende per favorire il dialogo nell’ambito del conflitto arabo-israeliano.
[viviana d'introno e cesare zanotto]
L'INTERVISTA
Yang Lian, nato in Svizzera nel 1955 ma cresciuto a Pechino, è oggi uno dei maggiori poeti contemporanei e una tra le voci più importanti della dissidenza cinese. Esiliato dalla Repubblica Popolare Cinese dopo avere duramente criticato nel 1989 la repressione di Piazza Tiananmen, vive all’estero da vent’anni. È stato candidato al Premio Nobel nel 2002 e le sue poesie sono state tradotte in 25 lingue. Yang Lian interpreta lo spirito della millenaria cultura cinese attraverso la sua esperienza da esule. Una riflessione sulla condizione generale dell’uomo ma anche un invito alla speranza per milioni di cinesi che chiedono democrazia.
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[marzia de giuli e luca salvi]
L'INCHIESTA
È un’emergenza che dura da oltre vent’anni. I territori tra Napoli e Caserta sono uno stato nello stato dove l’unico potere reale è quello della Camorra. Nonostante i blitz, gli arresti e l’invio di soldati e poliziotti, i clan continuano a fare affari in un cono d’ombra in cui convivono l’economia legale e la politica. Ne abbiamo parlato con Andrea Cinquegrani, direttore de La Voce della Campania (oggi La Voce delle Voci).
Ascolta l'intervista
[alberto tundo]
MARIO CAPANNA
Onda e '68 a confronto
Quarant’anni dopo la protesta che ha segnato un’epoca, gli studenti italiani sono ancora in piazza. Secondo alcuni osservatori, l’Onda, che contesta la riforma Gelmini, è la fotocopia del’68. Altri la pensano diversamente. Mag ha chiesto un’opinione a Mario Capanna, ex studente dell’Università Cattolica e leader del movimento nel 1968.
[cesare zanotto]
CIBO E MEMORIA
La relazione tra il cibo e la memoria è uno degli aspetti più profondi e antichi della cultura italiana e internazionale. Emblema di questo nesso è la madeleine che risveglia i ricordi dell’infanzia di Marcel Proust nel romanzo Alla ricerca del tempo perduto . Che cosa pensano i gourmet più affermati e i cuochi più celebri del nostro Paese del rapporto tra lo stile di vita dei nostri tempi e i cambiamenti nel gusto culinario, sempre più lontano dalla tradizione culinaria? La risposta nel servizio.
[francesco perugini]
GIORGIO BOCCA
Nessuno meglio di Giorgio Bocca può aiutarci a riflettere sulla crisi che sta vivendo oggi la professione di giornalista. "E' la stampa, la bellezza!", il suo nuovo libro vuole essere un'occasione per riflettere sul destino di un mestiere che sembra aver perso le sue virtù. In Italia la carta stampata appare schiacciata dalle pressioni della politica e dell’economia, incapace di reagire allo strapotere della comunicazione televisiva, non più in grado di scandagliare i mutamenti reali della società. Abbiamo approfondito queste e altre questioni nell'intervista.
[gaia passerini]
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