La Provincia punta sugli appalti etici
Sono 500 le aziende che forniscono beni e servizi alla Provincia di Milano. Medie e piccole imprese che da oggi, per aggiudicarsi bandi di gara e appalti, non potranno limitarsi ad abbassare il prezzo. La concorrenza si sposterà anche sul piano dell’etica. Se vorranno continuare a fare profitti, dovranno dimostrare di essere “buone”: eticamente sostenibili, come dicono i tecnici.
Il concetto è quello della responsabilità sociale delle imprese: un principio nebuloso che, se non rispettato, si traduce in alti tassi di inquinamento, sfruttamento dei lavoratori (e del lavoro minorile) ed elusione degli standard minimi di sicurezza. Con il progetto “Vicini alle imprese” la Provincia di Milano si impegna a formare le aziende attorno a questo tema, almeno le sue fornitrici. Sarà Bureau Veritas, società di certificazione attiva in 140 paesi nel mondo negli ambiti di sicurezza, a verificare che le imprese coinvolte nel progetto adottino politiche aziendali attente ai temi della responsabilità sociale, confrontandole con un disciplinare di riferimento che sarà steso in collaborazione con le parti sociali e con le Ong Mani Tese e Sodalitas. L’obiettivo è garantire alle ditte più “buone” vantaggi competitivi nell’assegnazione degli appalti. «Dopo aver aperto la strada nel 2006 con l’istituzione di un Albo Fornitori, che prevede la sottoscrizione di un codice etico da parte delle imprese, ora comincia la fase due. È indispensabile che un ente pubblico guidi le imprese verso il rispetto della trasparenza e della correttezza, che devono diventare pilastri strategici», afferma l’assessore provinciale alla responsabilità sociale d’impresa Giuliana Carlino, l’unica in Italia ad avere questa delega, da quando Filippo Penati gliel’ha conferita nel febbraio scorso. Il progetto durerà 18 mesi. L’intenzione di Palazzo Isimbardi è quella di coinvolgere anche i 189 comuni del milanese e i loro fornitori.
[fabio bordighi]
CONFLITTO DI GAZA
Intervista a Nahum Barnea
«Non ci sono dubbi che le operazioni militari organizzate da Israele sono state condotte ad ampio spettro. Il punto è che sono durate anche molto più a lungo di quanto ci si aspettasse», racconta da Gerusalemme Nahum Barnea, una delle penne più autorevoli del giornalismo israeliano, intervistato in esclusiva da m@g. Barnea, che scrive per il quotidiano Yedioth Ahronoth e ha vinto il premio Israel Prize per la comunicazione, ha perso un figlio nel 1996, in un attentato kamikaze di Hamas a un autobus di linea. Al funerale ha perdonato pubblicamente l’assassino, considerandolo vittima della stessa tragedia che affligge il popolo palestinese. Da anni si spende per favorire il dialogo nell’ambito del conflitto arabo-israeliano.
[viviana d'introno e cesare zanotto]
L'INTERVISTA
Yang Lian, nato in Svizzera nel 1955 ma cresciuto a Pechino, è oggi uno dei maggiori poeti contemporanei e una tra le voci più importanti della dissidenza cinese. Esiliato dalla Repubblica Popolare Cinese dopo avere duramente criticato nel 1989 la repressione di Piazza Tiananmen, vive all’estero da vent’anni. È stato candidato al Premio Nobel nel 2002 e le sue poesie sono state tradotte in 25 lingue. Yang Lian interpreta lo spirito della millenaria cultura cinese attraverso la sua esperienza da esule. Una riflessione sulla condizione generale dell’uomo ma anche un invito alla speranza per milioni di cinesi che chiedono democrazia.
guarda l'intervista
[marzia de giuli e luca salvi]
L'INCHIESTA
È un’emergenza che dura da oltre vent’anni. I territori tra Napoli e Caserta sono uno stato nello stato dove l’unico potere reale è quello della Camorra. Nonostante i blitz, gli arresti e l’invio di soldati e poliziotti, i clan continuano a fare affari in un cono d’ombra in cui convivono l’economia legale e la politica. Ne abbiamo parlato con Andrea Cinquegrani, direttore de La Voce della Campania (oggi La Voce delle Voci).
Ascolta l'intervista
[alberto tundo]
MARIO CAPANNA
Onda e '68 a confronto
Quarant’anni dopo la protesta che ha segnato un’epoca, gli studenti italiani sono ancora in piazza. Secondo alcuni osservatori, l’Onda, che contesta la riforma Gelmini, è la fotocopia del’68. Altri la pensano diversamente. Mag ha chiesto un’opinione a Mario Capanna, ex studente dell’Università Cattolica e leader del movimento nel 1968.
[cesare zanotto]
CIBO E MEMORIA
La relazione tra il cibo e la memoria è uno degli aspetti più profondi e antichi della cultura italiana e internazionale. Emblema di questo nesso è la madeleine che risveglia i ricordi dell’infanzia di Marcel Proust nel romanzo Alla ricerca del tempo perduto . Che cosa pensano i gourmet più affermati e i cuochi più celebri del nostro Paese del rapporto tra lo stile di vita dei nostri tempi e i cambiamenti nel gusto culinario, sempre più lontano dalla tradizione culinaria? La risposta nel servizio.
[francesco perugini]
GIORGIO BOCCA
Nessuno meglio di Giorgio Bocca può aiutarci a riflettere sulla crisi che sta vivendo oggi la professione di giornalista. "E' la stampa, la bellezza!", il suo nuovo libro vuole essere un'occasione per riflettere sul destino di un mestiere che sembra aver perso le sue virtù. In Italia la carta stampata appare schiacciata dalle pressioni della politica e dell’economia, incapace di reagire allo strapotere della comunicazione televisiva, non più in grado di scandagliare i mutamenti reali della società. Abbiamo approfondito queste e altre questioni nell'intervista.
[gaia passerini]
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