Farenheit 451 allo Strehler
È approdato ieri al teatro Strehler Farenheit 451, produzione nata dalla collaborazione di quattro teatri italiani: la Fondazione dello Stabile di Torino, il Teatro di Roma, il Biondo Stabile di Palermo e il Piccolo di Milano. «Non si tratta di una riduzione del romanzo di Ray Bradbury – avverte il regista Luca Ronconi – ma di un testo autonomo pensato per il palcoscenico dallo stesso autore del libro».
Testo finora inedito che esce in una veste speciale, corredato dal diario di lavorazione del film omonimo di Francois Truffaut, e da due interviste, una a Ronconi e l’altra allo stesso Bradbury. La storia è quella nota: il pompiere incendiario Montag (Fausto Russo Alesi) è avvicinato da Clarisse (Elisabetta Pozzi, l’ideatrice dello spettacolo che interpreta anche il ruolo del vecchio Faber) che lo avvicina al mondo dei libri affrancandolo dalla sua condizione di schiavitù di pensiero. Oltre che dall’edizione del testo teatrale, lo spettacolo è affiancato da un’altra iniziativa: il dietro le quinte realizzato per la rubrica del Tg3 Chièdiscena. Nel documentario, di Moreno Cerquetelli, Elisabetta Pozzi racconta le prove prima del debutto avvenuto alle Limone Fonderie Teatrali il 21 aprile 2007. Farenheit 451 è uno spettacolo che dura più di tre ore, dalla scenografia tetra e imponente, dove gli incendi che scoppiano sul palco garantiscono un effetto visivo sul pubblico accentuato dalla recitazione ben riuscita di tutti gli attori. Secondo il regista «Lo spettacolo è una metafora, una sollecitazione, un monito alla necessità della memoria. Centrale è la distinzione tra sapienza, vista come nozionismo, e conoscenza, luogo dell’individuazione di legami e connessioni. Una riflessione sulla natura umana e sui desideri che da essa derivano». Dopo la prima milanese di ieri, Farenheit 451 è in cartellone allo Strehler fino al 10 febbraio e sarà seguito a breve da un altro testo cruciale portato in scena da Ronconi, l’Odissea, guardando sia a Omero sia a riscritture antiche e contemporanee.
[emidia melideo]
CONFLITTO DI GAZA
Intervista a Nahum Barnea
«Non ci sono dubbi che le operazioni militari organizzate da Israele sono state condotte ad ampio spettro. Il punto è che sono durate anche molto più a lungo di quanto ci si aspettasse», racconta da Gerusalemme Nahum Barnea, una delle penne più autorevoli del giornalismo israeliano, intervistato in esclusiva da m@g. Barnea, che scrive per il quotidiano Yedioth Ahronoth e ha vinto il premio Israel Prize per la comunicazione, ha perso un figlio nel 1996, in un attentato kamikaze di Hamas a un autobus di linea. Al funerale ha perdonato pubblicamente l’assassino, considerandolo vittima della stessa tragedia che affligge il popolo palestinese. Da anni si spende per favorire il dialogo nell’ambito del conflitto arabo-israeliano.
[viviana d'introno e cesare zanotto]
L'INTERVISTA
Yang Lian, nato in Svizzera nel 1955 ma cresciuto a Pechino, è oggi uno dei maggiori poeti contemporanei e una tra le voci più importanti della dissidenza cinese. Esiliato dalla Repubblica Popolare Cinese dopo avere duramente criticato nel 1989 la repressione di Piazza Tiananmen, vive all’estero da vent’anni. È stato candidato al Premio Nobel nel 2002 e le sue poesie sono state tradotte in 25 lingue. Yang Lian interpreta lo spirito della millenaria cultura cinese attraverso la sua esperienza da esule. Una riflessione sulla condizione generale dell’uomo ma anche un invito alla speranza per milioni di cinesi che chiedono democrazia.
guarda l'intervista
[marzia de giuli e luca salvi]
L'INCHIESTA
È un’emergenza che dura da oltre vent’anni. I territori tra Napoli e Caserta sono uno stato nello stato dove l’unico potere reale è quello della Camorra. Nonostante i blitz, gli arresti e l’invio di soldati e poliziotti, i clan continuano a fare affari in un cono d’ombra in cui convivono l’economia legale e la politica. Ne abbiamo parlato con Andrea Cinquegrani, direttore de La Voce della Campania (oggi La Voce delle Voci).
Ascolta l'intervista
[alberto tundo]
MARIO CAPANNA
Onda e '68 a confronto
Quarant’anni dopo la protesta che ha segnato un’epoca, gli studenti italiani sono ancora in piazza. Secondo alcuni osservatori, l’Onda, che contesta la riforma Gelmini, è la fotocopia del’68. Altri la pensano diversamente. Mag ha chiesto un’opinione a Mario Capanna, ex studente dell’Università Cattolica e leader del movimento nel 1968.
[cesare zanotto]
CIBO E MEMORIA
La relazione tra il cibo e la memoria è uno degli aspetti più profondi e antichi della cultura italiana e internazionale. Emblema di questo nesso è la madeleine che risveglia i ricordi dell’infanzia di Marcel Proust nel romanzo Alla ricerca del tempo perduto . Che cosa pensano i gourmet più affermati e i cuochi più celebri del nostro Paese del rapporto tra lo stile di vita dei nostri tempi e i cambiamenti nel gusto culinario, sempre più lontano dalla tradizione culinaria? La risposta nel servizio.
[francesco perugini]
GIORGIO BOCCA
Nessuno meglio di Giorgio Bocca può aiutarci a riflettere sulla crisi che sta vivendo oggi la professione di giornalista. "E' la stampa, la bellezza!", il suo nuovo libro vuole essere un'occasione per riflettere sul destino di un mestiere che sembra aver perso le sue virtù. In Italia la carta stampata appare schiacciata dalle pressioni della politica e dell’economia, incapace di reagire allo strapotere della comunicazione televisiva, non più in grado di scandagliare i mutamenti reali della società. Abbiamo approfondito queste e altre questioni nell'intervista.
[gaia passerini]
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