Inventori di biciclette
Grazie alla mostra Arti e vecchi mestieri in bici, organizzata dal Centro studi grande Milano e allestita nella Casa dell’Energia di Milano, si ripercorre un pezzo della storia del nostro Paese, che passa attraverso un mezzo di trasporto tanto antico quanto affascinante: la bicicletta. Nata nei primi anni del 1800, ideata forse dal tedesco Karl Drais, è diventata oggetto di culto grazie all’enorme successo del ciclismo. Fino a qualche decennio fa, in Italia, la bicicletta era anche lo strumento con cui il lavoro entrava nelle case degli italiani. Falegnami, arrotini, sarti, barbieri e molti altri mestieranti si spostavano tra le città e nelle piazze lavorando a domicilio.
L’esposizione, visitabile dal 4 al 28 novembre tutti i giorni tranne il sabato, dalle 10 alle 18, permette di vedere da vicino questi veri e propri negozi ambulanti.
Tutti i trenta esemplari originali di biciclette provengono dalla raccolta privata di Maurizio Urbinati, fornaio di Santa Giustina di Rimini che per passione si è dedicato al recupero, al restauro e alla valorizzazione di queste vecchie biciclette. «Tutto è nato dai racconti di mia mamma e dei miei nonni», ricorda Urbinati durante l’inaugurazione. «La mia prima bicicletta l’ho trovata in un mercatino di Reggio Emilia. Apparteneva a un arrotino. Da lì, non mi sono più fermato: ho iniziato a ricercare con grande fatica nuovi esemplari e a ricostruire un po’ la storia di questi artigiani e commercianti vagabondi grazie alle testimonianze di chi li ha visti in carne e ossa».
Un viaggio nel passato che permette di mantenere vivo il ricordo di alcune delle nostre tradizioni. «Se non conserviamo i nostri valori passati, commettiamo un grosso errore perché la storia è la nostra maestra di vita» dice Emilio Magni, giornalista e scrittore, curatore della guida illustrata alla mostra, nata su iniziativa del Centro studi grande Milano con il contributo della Banca Popolare di Milano. Biagio Longo, presidente di A2A, sponsor della manifestazione, ribadisce l’importanza sociale della bicicletta che «non è solo un mezzo di trasporto, ma anche il simbolo del miglioramento della vita dell’uomo».
Durante il periodo di apertura della mostra, nelle domeniche del 9,16 e 23 novembre, alle 15.30, sono in programma visite speciali per nonni e nipoti dal tema «Il nonno racconta…», dirette dall’Associazione Anteas, l’Associazione nazionale della terza età attiva per la solidarietà.
Sono inoltre previste visite guidate per scolaresche grazie alla partecipazione del Gruppo pensionati Aem. A questo proposito Anna Maria Dominici, direttore generale dell’ufficio scolastico per la Lombardia, sottolinea l’importanza di questi incontri «perché – dice - possono aiutare gli studenti a mantenere vivo il ricordo delle nostre tradizioni popolari e a riscoprire l’uso della bicicletta come mezzo di trasporto comodo ed ecologico».
Mostra “Arti e vecchi mestieri in bici”
Casa dell’Energia, piazza Po 3, Milano
Da 4 al 28 novembre
lunedì-domenica 10.00-18.00
sabato chiuso
Ingresso libero
[daniela maggi]
CONFLITTO DI GAZA
Intervista a Nahum Barnea
«Non ci sono dubbi che le operazioni militari organizzate da Israele sono state condotte ad ampio spettro. Il punto è che sono durate anche molto più a lungo di quanto ci si aspettasse», racconta da Gerusalemme Nahum Barnea, una delle penne più autorevoli del giornalismo israeliano, intervistato in esclusiva da m@g. Barnea, che scrive per il quotidiano Yedioth Ahronoth e ha vinto il premio Israel Prize per la comunicazione, ha perso un figlio nel 1996, in un attentato kamikaze di Hamas a un autobus di linea. Al funerale ha perdonato pubblicamente l’assassino, considerandolo vittima della stessa tragedia che affligge il popolo palestinese. Da anni si spende per favorire il dialogo nell’ambito del conflitto arabo-israeliano.
[viviana d'introno e cesare zanotto]
L'INTERVISTA
Yang Lian, nato in Svizzera nel 1955 ma cresciuto a Pechino, è oggi uno dei maggiori poeti contemporanei e una tra le voci più importanti della dissidenza cinese. Esiliato dalla Repubblica Popolare Cinese dopo avere duramente criticato nel 1989 la repressione di Piazza Tiananmen, vive all’estero da vent’anni. È stato candidato al Premio Nobel nel 2002 e le sue poesie sono state tradotte in 25 lingue. Yang Lian interpreta lo spirito della millenaria cultura cinese attraverso la sua esperienza da esule. Una riflessione sulla condizione generale dell’uomo ma anche un invito alla speranza per milioni di cinesi che chiedono democrazia.
guarda l'intervista
[marzia de giuli e luca salvi]
L'INCHIESTA
È un’emergenza che dura da oltre vent’anni. I territori tra Napoli e Caserta sono uno stato nello stato dove l’unico potere reale è quello della Camorra. Nonostante i blitz, gli arresti e l’invio di soldati e poliziotti, i clan continuano a fare affari in un cono d’ombra in cui convivono l’economia legale e la politica. Ne abbiamo parlato con Andrea Cinquegrani, direttore de La Voce della Campania (oggi La Voce delle Voci).
Ascolta l'intervista
[alberto tundo]
MARIO CAPANNA
Onda e '68 a confronto
Quarant’anni dopo la protesta che ha segnato un’epoca, gli studenti italiani sono ancora in piazza. Secondo alcuni osservatori, l’Onda, che contesta la riforma Gelmini, è la fotocopia del’68. Altri la pensano diversamente. Mag ha chiesto un’opinione a Mario Capanna, ex studente dell’Università Cattolica e leader del movimento nel 1968.
[cesare zanotto]
CIBO E MEMORIA
La relazione tra il cibo e la memoria è uno degli aspetti più profondi e antichi della cultura italiana e internazionale. Emblema di questo nesso è la madeleine che risveglia i ricordi dell’infanzia di Marcel Proust nel romanzo Alla ricerca del tempo perduto . Che cosa pensano i gourmet più affermati e i cuochi più celebri del nostro Paese del rapporto tra lo stile di vita dei nostri tempi e i cambiamenti nel gusto culinario, sempre più lontano dalla tradizione culinaria? La risposta nel servizio.
[francesco perugini]
GIORGIO BOCCA
Nessuno meglio di Giorgio Bocca può aiutarci a riflettere sulla crisi che sta vivendo oggi la professione di giornalista. "E' la stampa, la bellezza!", il suo nuovo libro vuole essere un'occasione per riflettere sul destino di un mestiere che sembra aver perso le sue virtù. In Italia la carta stampata appare schiacciata dalle pressioni della politica e dell’economia, incapace di reagire allo strapotere della comunicazione televisiva, non più in grado di scandagliare i mutamenti reali della società. Abbiamo approfondito queste e altre questioni nell'intervista.
[gaia passerini]
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