La lingua per conoscere e farsi conoscere
L’immigrazione può essere un fattore di arricchimento culturale ed economico, per questo l’Italia deve favorire l’integrazione degli stranieri con iniziative istituzionali a livello statale e locale. È questo il messaggio del convegno nazionale, svoltosi il 6 novembre al palazzo della Regione Lombardia, dal titolo Apprendere la lingua nella migrazione. Il contributo della certificazione di italiano L2 nella sperimentazione della regione Lombardia. Il dibattito ha affrontato il cardine attorno a cui ruota l’integrazione nel nostro Paese: la conoscenza della lingua italiana. «Oggi la lingua è uno strumento d’integrazione e istruzione - dice Giulio Boscagli, assessore alla famiglia e solidarietà sociale della Lombardia - Le istituzioni devono porre il cittadino straniero nelle condizioni migliori per rispondere alle sue esigenze».
In Lombardia l’immigrazione è in continua crescita ed è caratterizzata da un elevato numero di minori e di nuclei familiari stabili. La stragrande maggioranza di queste persone, però, arriva sulle nostre coste senza conoscere una parola di italiano e per questo fatica a capire le regole e le abitudini della nostra società. Partendo da questa consapevolezza, la Regione Lombardia ha deciso di aderire al programma del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, che intende garantire agli immigrati il diritto allo studio. Nasce, così, il progetto regionale Certifica il tuo italiano. La lingua per conoscere e per farsi conoscere, un corso d’italiano gratuito che si rivolge particolarmente a stranieri adulti appartenenti alle fasce deboli: donne, neo-arrivati, disoccupati e emarginati. «L’iniziativa si ricollega direttamente al documento stipulato da 135 Paesi, tra cui l’Italia, durante la quinta conferenza internazionale dell’Unesco del 1997», dice Rosella Petrali, dirigente dell’Unità organizzativa del sistema socio-assistenziale della Lombardia.
Istituito per la prima volta nel 2006, il corso ha ottenuto risultati così positivi da convincere l’amministrazione regionale a replicare l’esperienza anche per l’anno 2008-2009. Dai dati statistici sull’andamento dell’ultima edizione emerge l’identikit dello studente tipo: per il 61,6% dei casi ha un’età compresa tra i 19 e i 35 anni, proviene prevalentemente dal Marocco o dalla Romania ed è di sesso femminile 69 volte su 100. Tra le motivazioni che spingono a seguire questi corsi, quella più gettonata è la possibilità di trovare più facilmente un lavoro. Come, infatti, ricorda Romano Guerinoni, membro di giunta della Camera di commercio di Milano: «I lavoratori stranieri rappresentano una fonte di manodopera importante per la nostra economia. Il loro numero è in costante crescita: nel solo settore edile milanese, per esempio, l’aumento raggiunge il 30,5%. Le imprese che decidono di assumere personale straniero, però, privilegiano chi è in grado di comunicare in italiano senza troppe difficoltà». Molti decidono di partecipare alle lezioni per aumentare la fiducia in sé stessi e per poter capire il contenuto dei documenti.
Gestiti nelle sedi provinciali dei Ctp/Eda (Centri territoriali permanenti di educazione degli adulti), i corsi prevedono un esame finale con un attestato che certifica il livello di conoscenza raggiunto. Le prove di esame sono suddivise in quattro aree: prove di ascolto e comprensione di testi orali, lettura e comprensione di testi scritti, produzione di testi scritti, usi e forme dell’italiano. Per Vincenzo Cesareo, segretario generale della Fondazione Ismu (Iniziative e studi sulla multi etnicità) “certificare le competenze linguistiche attraverso un esame ufficialmente riconosciuto dà un valore simbolico aggiunto, che riconosce gli sforzi di chi mostra la volontà di volersi integrare nel nostro Paese”.
Negli ultimi anni, in collaborazione con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, la Società Dante Alighieri ha realizzato una serie di progetti finalizzati ad aiutare gli stranieri intenzionati a trasferirsi in Italia per motivi di lavoro. Lo scopo è far sì che queste persone apprendano l’italiano nel loro Paese d’origine per poi arrivare in Italia già con i fondamenti della lingua acquisiti.
[daniela maggi]
CONFLITTO DI GAZA
Intervista a Nahum Barnea
«Non ci sono dubbi che le operazioni militari organizzate da Israele sono state condotte ad ampio spettro. Il punto è che sono durate anche molto più a lungo di quanto ci si aspettasse», racconta da Gerusalemme Nahum Barnea, una delle penne più autorevoli del giornalismo israeliano, intervistato in esclusiva da m@g. Barnea, che scrive per il quotidiano Yedioth Ahronoth e ha vinto il premio Israel Prize per la comunicazione, ha perso un figlio nel 1996, in un attentato kamikaze di Hamas a un autobus di linea. Al funerale ha perdonato pubblicamente l’assassino, considerandolo vittima della stessa tragedia che affligge il popolo palestinese. Da anni si spende per favorire il dialogo nell’ambito del conflitto arabo-israeliano.
[viviana d'introno e cesare zanotto]
L'INTERVISTA
Yang Lian, nato in Svizzera nel 1955 ma cresciuto a Pechino, è oggi uno dei maggiori poeti contemporanei e una tra le voci più importanti della dissidenza cinese. Esiliato dalla Repubblica Popolare Cinese dopo avere duramente criticato nel 1989 la repressione di Piazza Tiananmen, vive all’estero da vent’anni. È stato candidato al Premio Nobel nel 2002 e le sue poesie sono state tradotte in 25 lingue. Yang Lian interpreta lo spirito della millenaria cultura cinese attraverso la sua esperienza da esule. Una riflessione sulla condizione generale dell’uomo ma anche un invito alla speranza per milioni di cinesi che chiedono democrazia.
guarda l'intervista
[marzia de giuli e luca salvi]
L'INCHIESTA
È un’emergenza che dura da oltre vent’anni. I territori tra Napoli e Caserta sono uno stato nello stato dove l’unico potere reale è quello della Camorra. Nonostante i blitz, gli arresti e l’invio di soldati e poliziotti, i clan continuano a fare affari in un cono d’ombra in cui convivono l’economia legale e la politica. Ne abbiamo parlato con Andrea Cinquegrani, direttore de La Voce della Campania (oggi La Voce delle Voci).
Ascolta l'intervista
[alberto tundo]
MARIO CAPANNA
Onda e '68 a confronto
Quarant’anni dopo la protesta che ha segnato un’epoca, gli studenti italiani sono ancora in piazza. Secondo alcuni osservatori, l’Onda, che contesta la riforma Gelmini, è la fotocopia del’68. Altri la pensano diversamente. Mag ha chiesto un’opinione a Mario Capanna, ex studente dell’Università Cattolica e leader del movimento nel 1968.
[cesare zanotto]
CIBO E MEMORIA
La relazione tra il cibo e la memoria è uno degli aspetti più profondi e antichi della cultura italiana e internazionale. Emblema di questo nesso è la madeleine che risveglia i ricordi dell’infanzia di Marcel Proust nel romanzo Alla ricerca del tempo perduto . Che cosa pensano i gourmet più affermati e i cuochi più celebri del nostro Paese del rapporto tra lo stile di vita dei nostri tempi e i cambiamenti nel gusto culinario, sempre più lontano dalla tradizione culinaria? La risposta nel servizio.
[francesco perugini]
GIORGIO BOCCA
Nessuno meglio di Giorgio Bocca può aiutarci a riflettere sulla crisi che sta vivendo oggi la professione di giornalista. "E' la stampa, la bellezza!", il suo nuovo libro vuole essere un'occasione per riflettere sul destino di un mestiere che sembra aver perso le sue virtù. In Italia la carta stampata appare schiacciata dalle pressioni della politica e dell’economia, incapace di reagire allo strapotere della comunicazione televisiva, non più in grado di scandagliare i mutamenti reali della società. Abbiamo approfondito queste e altre questioni nell'intervista.
[gaia passerini]
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