Crichton, lo scrittore che sapeva narrare la scienza
La scomparsa di Michael Crichton, consumato in silenzio dal cancro a soli 66 anni, lascia un vuoto nel panorama letterario mondiale. Chi ha amato le sue opere lo ricorda ripercorrendo con lo sguardo le pagine più intense dei suoi libri. Anche chi non ha avuto occasione di conoscere i suoi scritti, ha sicuramente visto i film più famosi che i suoi testi hanno ispirato. Basti citare la saga di Jurassic Park, che ha riscontrato un successo planetario e aperto dibattiti sulla possibilità di ritorno della grande specie estinta.
Abbiamo chiesto a Piero Colaprico, inviato di Repubblica e autore di noir e gialli, di ricordarlo attraverso un’analisi delle sue opere. Tra le sue pubblicazioni ci sono L’uomo cannone, La donna del campione, la serie con il maresciallo Binda scritta in parte con Pietro Valpreda e la Trilogia della città di M, con protagonista l’ispettore Bagni. «Crichton è riuscito a portare la letteratura nella scienza. È stato il primo a raccontare trame scientifiche in maniera coinvolgente, mai asettica. È riuscito a unire i temi della letteratura popolare con il thriller: racconta i sentimenti dei personaggi grazie all’ottima capacità di scrittura. È un autore che riesce a coniugare l’alto e il basso, ovvero una letteratura di livello con la componente popolare».
La contiguità con la scienza è dovuta alla formazione di Crichton: laureato in medicina e chirurgia, ha interrotto la pratica della professione per dedicarsi alla scrittura, ma nelle sue opere non ha mai abbandonato l’idea di utilizzare elementi scientifici, inserendoli in contesti di avanguardia. Next affronta la speculazione nella ricerca, anticipando il tema della transgenetica;Sfera unisce la fantascienza e il thriller psicologico, analizzando il subconscio umano; con Timeline si viaggia tra i multiversi, dimensioni parallele alla nostra. Ha anticipato i tempi, parlando dell’ingegneria genetica e della pratica della clonazione, della paura connessa all’invasività di certe operazioni che possono divenire incontrollabili. La sua è una scrittura visiva, amata infatti da grandi registi come Spielberg, Edwards e Levinson. Non a caso la sua attività di sceneggiatore è stata prolifica: oltre ai lavori per il grande schermo, ha riscontrato successo internazionale la serie televisiva E.R. Medici in prima linea.
Per Piero Colaprico all’origine del successo e della moltiplicazione dei medical drama ci sta proprio il grande giallista americano. Ma mentre la peculiarità di Crichton sta nell’originalità del prodotto, nell’approfondimento di temi di grandi impatto esistenziale, come quelli tra vita, morte, malattia, fede, e anche le relazioni sentimentali tra i protagonisti sono profonde, «ben diversi sono i medici improbabili e patetici presentati dalle fiction degli ultimi anni». Insomma, se padre del romanzo d’appendice è Balzac, Crichton potrebbe essere l’avo del dottor House.
Infine, il connubio in Crichton tra thriller, azione, scienza e sentimenti, ha generato un equilibrio tra fantascienza e realtà. In alcune delle sue opere si parla di "ucronia", cioè di scenari senza tempo, che sorprendono il lettore, confutando le tesi di partenza attraverso realtà sempre nuove. Per i dettagli tecnico-scientifici collaborava con colleghi medici e periti, corredando le pagine di grafici, tabelle, ricostruzioni minuziose. Colaprico: «In Europa non è accettato che uno scienziato, un medico, o un esperto possano occuparsi di narrativa: risulterebbe sempre poco credibile. La letteratura anglosassone è più pragmatica e chi conosce perfettamente una materia non è escluso dal mondo della scrittura d’intrattenimento. Crichton è un grande cuciniere: ha saputo coniugare elementi distanti per realizzare un’opera di divulgazione scientifica, facendo arrivare al grande pubblico le scoperte e i temi della scienza. Tutto questo, raccontando solo una storia».
[vesna zujovic]
CONFLITTO DI GAZA
Intervista a Nahum Barnea
«Non ci sono dubbi che le operazioni militari organizzate da Israele sono state condotte ad ampio spettro. Il punto è che sono durate anche molto più a lungo di quanto ci si aspettasse», racconta da Gerusalemme Nahum Barnea, una delle penne più autorevoli del giornalismo israeliano, intervistato in esclusiva da m@g. Barnea, che scrive per il quotidiano Yedioth Ahronoth e ha vinto il premio Israel Prize per la comunicazione, ha perso un figlio nel 1996, in un attentato kamikaze di Hamas a un autobus di linea. Al funerale ha perdonato pubblicamente l’assassino, considerandolo vittima della stessa tragedia che affligge il popolo palestinese. Da anni si spende per favorire il dialogo nell’ambito del conflitto arabo-israeliano.
[viviana d'introno e cesare zanotto]
L'INTERVISTA
Yang Lian, nato in Svizzera nel 1955 ma cresciuto a Pechino, è oggi uno dei maggiori poeti contemporanei e una tra le voci più importanti della dissidenza cinese. Esiliato dalla Repubblica Popolare Cinese dopo avere duramente criticato nel 1989 la repressione di Piazza Tiananmen, vive all’estero da vent’anni. È stato candidato al Premio Nobel nel 2002 e le sue poesie sono state tradotte in 25 lingue. Yang Lian interpreta lo spirito della millenaria cultura cinese attraverso la sua esperienza da esule. Una riflessione sulla condizione generale dell’uomo ma anche un invito alla speranza per milioni di cinesi che chiedono democrazia.
guarda l'intervista
[marzia de giuli e luca salvi]
L'INCHIESTA
È un’emergenza che dura da oltre vent’anni. I territori tra Napoli e Caserta sono uno stato nello stato dove l’unico potere reale è quello della Camorra. Nonostante i blitz, gli arresti e l’invio di soldati e poliziotti, i clan continuano a fare affari in un cono d’ombra in cui convivono l’economia legale e la politica. Ne abbiamo parlato con Andrea Cinquegrani, direttore de La Voce della Campania (oggi La Voce delle Voci).
Ascolta l'intervista
[alberto tundo]
MARIO CAPANNA
Onda e '68 a confronto
Quarant’anni dopo la protesta che ha segnato un’epoca, gli studenti italiani sono ancora in piazza. Secondo alcuni osservatori, l’Onda, che contesta la riforma Gelmini, è la fotocopia del’68. Altri la pensano diversamente. Mag ha chiesto un’opinione a Mario Capanna, ex studente dell’Università Cattolica e leader del movimento nel 1968.
[cesare zanotto]
CIBO E MEMORIA
La relazione tra il cibo e la memoria è uno degli aspetti più profondi e antichi della cultura italiana e internazionale. Emblema di questo nesso è la madeleine che risveglia i ricordi dell’infanzia di Marcel Proust nel romanzo Alla ricerca del tempo perduto . Che cosa pensano i gourmet più affermati e i cuochi più celebri del nostro Paese del rapporto tra lo stile di vita dei nostri tempi e i cambiamenti nel gusto culinario, sempre più lontano dalla tradizione culinaria? La risposta nel servizio.
[francesco perugini]
GIORGIO BOCCA
Nessuno meglio di Giorgio Bocca può aiutarci a riflettere sulla crisi che sta vivendo oggi la professione di giornalista. "E' la stampa, la bellezza!", il suo nuovo libro vuole essere un'occasione per riflettere sul destino di un mestiere che sembra aver perso le sue virtù. In Italia la carta stampata appare schiacciata dalle pressioni della politica e dell’economia, incapace di reagire allo strapotere della comunicazione televisiva, non più in grado di scandagliare i mutamenti reali della società. Abbiamo approfondito queste e altre questioni nell'intervista.
[gaia passerini]
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