Villa Reale ospita Tino Sehgal
Arriva a Milano la prima grande mostra personale di Tino Sehgal, artista contemporaneo che vive e lavora a Berlino. In pochi anni si è imposto sulla scena mondiale come una delle voci più autorevoli e radicali dell’arte. Le sue opere sono state esposte nei più importanti musei del mondo, da Londra a Amsterdam, da S. Francisco a Toronto. Nelle sale di Villa Reale, ospitate dalla Fondazione Trussardi, la mostra si snoda fra il pian terreno e il primo piano, lì dove sono di casa i capolavori del XIX e XX secolo: ed è qui che l’artista spiazza il pubblico che per la prima volta si imbatte nelle sue opere. Quella di Tino Sehgal è un’arte senza oggetti, sequenza di performances che si svolgono ininterrottamente lungo il vernissage, e con cui i visitatori sono invitati a confrontarsi. Così, è possibile incontrare vere e proprie sculture viventi, persone in movimento colte in pose isteriche o intrecciate in abbracci sensuali. E ogni visione si moltiplica, replicata com’è negli specchi delle sale di Villa Reale.
Per la sua prima personale in Italia l’artista ha lavorato a lunghe sessioni di audizione, passando in rassegna oltre 300 uomini e donne, giovani, adulti, anziani, fra professionisti e gente comune, da cui ha selezionato i 70 attori delle sue opere. I veri protagonisti sono i corpi, i gesti e le parole. L’arte vuol diventare un momento di scambio sociale. Il teatro dell’assurdo è messo in scena da comparse, ballerini, attori mimetizzati tra le guardie e il pubblico, dando vita a un risultato surreale e molto intenso. All’ingresso i visitatori vengono accolti dall’opera This is new (2003). La cruda realtà quotidiana penetra negli spazi del museo recitata da uno dei custodi che declama la notizia del giorno. In This is so contemporary (2005) le guardie della mostra, come possedute, stupiscono il pubblico con una danza gioiosa e spiazzante. Con This is propaganda (2002) l’arte mette in discussione il suo potere di comunicazione. Una delle guardie all’improvviso intona un’aria lirica che con le sue note melanconiche e ossessive diventa un commento all’immagine della grande tela Il quarto potere di Giuseppe Pellizza da Volpedo. Infine, in Kiss (2002), i corpi di due ballerini si muovono rotolandosi a terra e riproducono i baci più celebri della storia dell’arte, in una danza ipnotica e sensuale.
Per il pubblico, la mostra è un tuffo in una dimensione sconosciuta basata sull’eccezionalità dell’esperienza fisica e diretta dell’arte. Il lavoro di Sehgal è volutamente sottratto ad ogni forma di documentazione e di riproduzione: esiste solo come una forma di tradizione orale che non può essere trascritta né illustrata. Un motivo in più per non perdere questa sequenza di installazioni umane, irripetibili.
Personale di Tino Sehgal
Villa Reale – Galleria d’arte moderna di Milano
Dall’11 novembre al 14 dicembre 2008
Ingresso libero
[tatiana donno]
CONFLITTO DI GAZA
Intervista a Nahum Barnea
«Non ci sono dubbi che le operazioni militari organizzate da Israele sono state condotte ad ampio spettro. Il punto è che sono durate anche molto più a lungo di quanto ci si aspettasse», racconta da Gerusalemme Nahum Barnea, una delle penne più autorevoli del giornalismo israeliano, intervistato in esclusiva da m@g. Barnea, che scrive per il quotidiano Yedioth Ahronoth e ha vinto il premio Israel Prize per la comunicazione, ha perso un figlio nel 1996, in un attentato kamikaze di Hamas a un autobus di linea. Al funerale ha perdonato pubblicamente l’assassino, considerandolo vittima della stessa tragedia che affligge il popolo palestinese. Da anni si spende per favorire il dialogo nell’ambito del conflitto arabo-israeliano.
[viviana d'introno e cesare zanotto]
L'INTERVISTA
Yang Lian, nato in Svizzera nel 1955 ma cresciuto a Pechino, è oggi uno dei maggiori poeti contemporanei e una tra le voci più importanti della dissidenza cinese. Esiliato dalla Repubblica Popolare Cinese dopo avere duramente criticato nel 1989 la repressione di Piazza Tiananmen, vive all’estero da vent’anni. È stato candidato al Premio Nobel nel 2002 e le sue poesie sono state tradotte in 25 lingue. Yang Lian interpreta lo spirito della millenaria cultura cinese attraverso la sua esperienza da esule. Una riflessione sulla condizione generale dell’uomo ma anche un invito alla speranza per milioni di cinesi che chiedono democrazia.
guarda l'intervista
[marzia de giuli e luca salvi]
L'INCHIESTA
È un’emergenza che dura da oltre vent’anni. I territori tra Napoli e Caserta sono uno stato nello stato dove l’unico potere reale è quello della Camorra. Nonostante i blitz, gli arresti e l’invio di soldati e poliziotti, i clan continuano a fare affari in un cono d’ombra in cui convivono l’economia legale e la politica. Ne abbiamo parlato con Andrea Cinquegrani, direttore de La Voce della Campania (oggi La Voce delle Voci).
Ascolta l'intervista
[alberto tundo]
MARIO CAPANNA
Onda e '68 a confronto
Quarant’anni dopo la protesta che ha segnato un’epoca, gli studenti italiani sono ancora in piazza. Secondo alcuni osservatori, l’Onda, che contesta la riforma Gelmini, è la fotocopia del’68. Altri la pensano diversamente. Mag ha chiesto un’opinione a Mario Capanna, ex studente dell’Università Cattolica e leader del movimento nel 1968.
[cesare zanotto]
CIBO E MEMORIA
La relazione tra il cibo e la memoria è uno degli aspetti più profondi e antichi della cultura italiana e internazionale. Emblema di questo nesso è la madeleine che risveglia i ricordi dell’infanzia di Marcel Proust nel romanzo Alla ricerca del tempo perduto . Che cosa pensano i gourmet più affermati e i cuochi più celebri del nostro Paese del rapporto tra lo stile di vita dei nostri tempi e i cambiamenti nel gusto culinario, sempre più lontano dalla tradizione culinaria? La risposta nel servizio.
[francesco perugini]
GIORGIO BOCCA
Nessuno meglio di Giorgio Bocca può aiutarci a riflettere sulla crisi che sta vivendo oggi la professione di giornalista. "E' la stampa, la bellezza!", il suo nuovo libro vuole essere un'occasione per riflettere sul destino di un mestiere che sembra aver perso le sue virtù. In Italia la carta stampata appare schiacciata dalle pressioni della politica e dell’economia, incapace di reagire allo strapotere della comunicazione televisiva, non più in grado di scandagliare i mutamenti reali della società. Abbiamo approfondito queste e altre questioni nell'intervista.
[gaia passerini]
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