Quando la paura sul bus fa 90
Lo scenario sui bus della linea 90 e 91 non cambia. Aggressioni, atti vandalici e viaggi gratuiti rappresentano un problema quotidiano per i controllori che cercano di far rispettare le regole. «Quasi mai, però, ci riusciamo», ha dichiarato un dipendente dell’Atm in servizio nel turno della mattina. «Anzi, le corse notturne delle linee periferiche stanno diventando un incubo. Soprattutto di inverno ci sono poveri cittadini, spesso extracomunitari, che si rifugiano alla ricerca di un tetto».
Sulla questione la commissione consiliare di pubblica sicurezza (presieduta da Matteo Salvini di Lega Nord) ha riunito una seduta che, in maniera alquanto atipica, si è svolta percorrendo un tratto della linea 91 partendo da piazzale Lotto. Da qui, dove c’è un solo tabaccaio in superficie che vende i titoli di viaggio (in alternativa, e fino all’1:30 si è costretti a scendere nella fermata metro), transitano le corse più pericolose. Un controllore, poco meno di un anno fa, è stato addirittura colpito da un proiettile. Altri sono stati accoltellati. I più «fortunati» hanno subìto soltanto minacce, schiaffi e furti. «Il buon senso? Occorre utilizzarlo, ma siamo portati a controllare tutti. Chi è sprovvisto del tagliando o dell’abbonamento lo fermiamo. Identificarli, però, non è quasi mai possibile. Si ribellano, urlano e, fino a quando arrivano le forze dell’ordine, scappano. E poi spesso non hanno documenti regolari».
Le guardie armate dell’Atm non sono tenute a seguire a bordo i controllori che, in situazioni d’emergenza, possono contattare con i loro cellulari le centrali operative. Gli autisti, invece, possono contare su un pedale da cui far scattare l’allarme. Ma i dati forniti dall’Atm sono incontrovertibili. Nel 2008 l’azienda dei trasporti ha registrato 215 aggressioni, 197 episodi di vandalismo e 34.000 trasgressori. Quasi il 20% di questi numeri sono stati raccolti a bordo della 90 e della 91 dove l’evasione coinvolge il 60% dei viaggiatori (i livelli, invece, si abbassano drasticamente sulle corse centrali). Ogni sera ci sono due squadre (e quattro uomini) che cercano di arginare i fenomeni delinquenziali. Spesso, però, non bastano. «L’unico rimedio è quello di installare dei tornelli fissi: soltanto così rimarrebbero a terra i viaggiatori senza biglietto». Il suggerimento viene dal consigliere Carmine Abagnale, vicepresidente delle commissioni sicurezza, lavori pubblici e servizi civici. «In questa maniera recupereremmo molti fondi da reinvestire nell’assunzione di controllori fissi per le tratte a rischio. Se tutti viaggiassero regolarmente si eviterebbe di incentivare l’evasione».
Chi ha espresso un parere alquanto critico in merito all’iniziativa della commissione consiliare di pubblica sicurezza è stata il consigliere del Pd, Carmela Rozza. «Si è trattato di un semplice spot pubblicitario a carico dei cittadini – ha dichiarato –. Questo giro l’avremmo dovuto fare di notte quando i pericoli per il personale dell’Atm aumentano. Ma la colpa non è sempre degli extracomunitari. Ci sono tante bande di bulli italiani che non aspettano altro che delinquere. Al vicesindaco De Corato chiediamo di istituire una squadra fissa che la notte garantisca la sicurezza dei controllori».
[fabio di todaro]
CONFLITTO DI GAZA
Intervista a Nahum Barnea
«Non ci sono dubbi che le operazioni militari organizzate da Israele sono state condotte ad ampio spettro. Il punto è che sono durate anche molto più a lungo di quanto ci si aspettasse», racconta da Gerusalemme Nahum Barnea, una delle penne più autorevoli del giornalismo israeliano, intervistato in esclusiva da m@g. Barnea, che scrive per il quotidiano Yedioth Ahronoth e ha vinto il premio Israel Prize per la comunicazione, ha perso un figlio nel 1996, in un attentato kamikaze di Hamas a un autobus di linea. Al funerale ha perdonato pubblicamente l’assassino, considerandolo vittima della stessa tragedia che affligge il popolo palestinese. Da anni si spende per favorire il dialogo nell’ambito del conflitto arabo-israeliano.
[viviana d'introno e cesare zanotto]
L'INTERVISTA
Yang Lian, nato in Svizzera nel 1955 ma cresciuto a Pechino, è oggi uno dei maggiori poeti contemporanei e una tra le voci più importanti della dissidenza cinese. Esiliato dalla Repubblica Popolare Cinese dopo avere duramente criticato nel 1989 la repressione di Piazza Tiananmen, vive all’estero da vent’anni. È stato candidato al Premio Nobel nel 2002 e le sue poesie sono state tradotte in 25 lingue. Yang Lian interpreta lo spirito della millenaria cultura cinese attraverso la sua esperienza da esule. Una riflessione sulla condizione generale dell’uomo ma anche un invito alla speranza per milioni di cinesi che chiedono democrazia.
guarda l'intervista
[marzia de giuli e luca salvi]
L'INCHIESTA
È un’emergenza che dura da oltre vent’anni. I territori tra Napoli e Caserta sono uno stato nello stato dove l’unico potere reale è quello della Camorra. Nonostante i blitz, gli arresti e l’invio di soldati e poliziotti, i clan continuano a fare affari in un cono d’ombra in cui convivono l’economia legale e la politica. Ne abbiamo parlato con Andrea Cinquegrani, direttore de La Voce della Campania (oggi La Voce delle Voci).
Ascolta l'intervista
[alberto tundo]
MARIO CAPANNA
Onda e '68 a confronto
Quarant’anni dopo la protesta che ha segnato un’epoca, gli studenti italiani sono ancora in piazza. Secondo alcuni osservatori, l’Onda, che contesta la riforma Gelmini, è la fotocopia del’68. Altri la pensano diversamente. Mag ha chiesto un’opinione a Mario Capanna, ex studente dell’Università Cattolica e leader del movimento nel 1968.
[cesare zanotto]
CIBO E MEMORIA
La relazione tra il cibo e la memoria è uno degli aspetti più profondi e antichi della cultura italiana e internazionale. Emblema di questo nesso è la madeleine che risveglia i ricordi dell’infanzia di Marcel Proust nel romanzo Alla ricerca del tempo perduto . Che cosa pensano i gourmet più affermati e i cuochi più celebri del nostro Paese del rapporto tra lo stile di vita dei nostri tempi e i cambiamenti nel gusto culinario, sempre più lontano dalla tradizione culinaria? La risposta nel servizio.
[francesco perugini]
GIORGIO BOCCA
Nessuno meglio di Giorgio Bocca può aiutarci a riflettere sulla crisi che sta vivendo oggi la professione di giornalista. "E' la stampa, la bellezza!", il suo nuovo libro vuole essere un'occasione per riflettere sul destino di un mestiere che sembra aver perso le sue virtù. In Italia la carta stampata appare schiacciata dalle pressioni della politica e dell’economia, incapace di reagire allo strapotere della comunicazione televisiva, non più in grado di scandagliare i mutamenti reali della società. Abbiamo approfondito queste e altre questioni nell'intervista.
[gaia passerini]
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