Frena l’economia continentale: Italia in recessione
Recessione tecnica e crescita zero. L’onda della crisi dei mutui americani bagna con la sua risacca anche i lidi del vecchio continente e in particolare l’Italia. Le previsioni economiche d’autunno della Commissione europea parlano chiaro: per il nostro Paese niente crescita per tutto il 2009 e pil allo 0,6% solo in vista del 2010. Sebbene i dati comunicati ufficialmente dal commissario europeo, lo spagnolo Joaquin Almunia, possano tormentare i sogni degli investitori italiani, già abbastanza irrequieti dopo la crisi americana, al popolo dei risparmiatori rimane la speranza che quanto comunicato si riveli fallace, come già capitato nell’analogo rapporto della scorsa primavera che, per procedimento inverso, avrebbe garantito stabilità ai paesi di “Eurolandia”, mentre oltreoceano si consumava la bufera dei mutui.
Occorre quindi ricavare dai dati della previsione un panorama concreto di quanto accadrà in ambito economico il prossimo anno. «I risparmiatori e i piccoli investitori dovranno muoversi con la massima prudenza – spiega Andrea Di Stefano, direttore della rivista Valori –. Tuttavia, in stagione recessiva, potrebbero delinearsi anche delle buone occasioni di mercato, ma attenzione a non cedere alle apparenze. Il taglio del tasso di sconto è uno di questi esempi ingannevoli, che ci deve far ponderare la scelta di un grosso investimento durante una dinamica di recessione». Per quanto riguarda invece il tasso di inflazione italiano, quest’anno crescerà fino al 3,6% per poi scendere nel corso del 2009 intorno al 2%: «Questo è inevitabile dopo che l’inflazione ha subito un’impennata di natura speculativa negli anni scorsi, causata da un’incapacità di reazione e regolamentazione – continua di Stefano –. Per logica conseguenza, si dovrà quindi prestare attenzione al fenomeno del crollo dei prezzi e alla stagnazione dei consumi, a cui l’investitore e il consumatore dovranno reagire con gli accorgimenti indicati precedentemente».
Se non è oro tutto quel che luccica, allora nemmeno tutto ciò che è buio ci deve terrorizzare: «Personalmente mi sento scettico sull’enfasi con cui è stato trattato il tema, non perché non ci siano effettive preoccupazioni, ma sicuramente l’enfasi mediatica è troppo forte a riguardo – continua Di Stefano –. Più che una fase puramente recessiva, mi sento di definirla come una fase di paralisi dettata dalla stasi dei consumatori. Il rifiuto degli investimenti per paura caratterizza uno scenario che più si associa alla contrazione dei consumi che alla reale caduta».
Che l’enfasi sia molta, soprattutto a livello mediatico, non ci piove, ma qualcuno rischia di scottarsi veramente con lo scenario che ci aspetta per tutto il 2009. A pagare le spese sarà l’economia reale, non più la finanza di carta che ha ribaltato l’asse economico mondiale degli ultimi mesi: «Oggettivamente c’è un rischio reale – conclude Di Stefano –. Soprattutto per le filiere industriali come l’auto motiv, le ripercussioni saranno immediate. Tutti i settori non reagiranno alla stessa maniera, ma l’industria automobilistica italiana dovrà confrontarsi con un caso di sopracapacità produttiva, frutto di un rinvio nel tempo delle conseguenze delle politiche industriali adottate anni fa. È il caso della bolla debitoria che ha trasformato le case automobilistiche in finanziarie che, invece di vendere automobili, hanno prestato denaro ai propri clienti per comprarle. Come per i mutui subprime, rispettando le rispettive differenze, anche questa bolla sta per scoppiare».
[francesco cremonesi]
CONFLITTO DI GAZA
Intervista a Nahum Barnea
«Non ci sono dubbi che le operazioni militari organizzate da Israele sono state condotte ad ampio spettro. Il punto è che sono durate anche molto più a lungo di quanto ci si aspettasse», racconta da Gerusalemme Nahum Barnea, una delle penne più autorevoli del giornalismo israeliano, intervistato in esclusiva da m@g. Barnea, che scrive per il quotidiano Yedioth Ahronoth e ha vinto il premio Israel Prize per la comunicazione, ha perso un figlio nel 1996, in un attentato kamikaze di Hamas a un autobus di linea. Al funerale ha perdonato pubblicamente l’assassino, considerandolo vittima della stessa tragedia che affligge il popolo palestinese. Da anni si spende per favorire il dialogo nell’ambito del conflitto arabo-israeliano.
[viviana d'introno e cesare zanotto]
L'INTERVISTA
Yang Lian, nato in Svizzera nel 1955 ma cresciuto a Pechino, è oggi uno dei maggiori poeti contemporanei e una tra le voci più importanti della dissidenza cinese. Esiliato dalla Repubblica Popolare Cinese dopo avere duramente criticato nel 1989 la repressione di Piazza Tiananmen, vive all’estero da vent’anni. È stato candidato al Premio Nobel nel 2002 e le sue poesie sono state tradotte in 25 lingue. Yang Lian interpreta lo spirito della millenaria cultura cinese attraverso la sua esperienza da esule. Una riflessione sulla condizione generale dell’uomo ma anche un invito alla speranza per milioni di cinesi che chiedono democrazia.
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[marzia de giuli e luca salvi]
L'INCHIESTA
È un’emergenza che dura da oltre vent’anni. I territori tra Napoli e Caserta sono uno stato nello stato dove l’unico potere reale è quello della Camorra. Nonostante i blitz, gli arresti e l’invio di soldati e poliziotti, i clan continuano a fare affari in un cono d’ombra in cui convivono l’economia legale e la politica. Ne abbiamo parlato con Andrea Cinquegrani, direttore de La Voce della Campania (oggi La Voce delle Voci).
Ascolta l'intervista
[alberto tundo]
MARIO CAPANNA
Onda e '68 a confronto
Quarant’anni dopo la protesta che ha segnato un’epoca, gli studenti italiani sono ancora in piazza. Secondo alcuni osservatori, l’Onda, che contesta la riforma Gelmini, è la fotocopia del’68. Altri la pensano diversamente. Mag ha chiesto un’opinione a Mario Capanna, ex studente dell’Università Cattolica e leader del movimento nel 1968.
[cesare zanotto]
CIBO E MEMORIA
La relazione tra il cibo e la memoria è uno degli aspetti più profondi e antichi della cultura italiana e internazionale. Emblema di questo nesso è la madeleine che risveglia i ricordi dell’infanzia di Marcel Proust nel romanzo Alla ricerca del tempo perduto . Che cosa pensano i gourmet più affermati e i cuochi più celebri del nostro Paese del rapporto tra lo stile di vita dei nostri tempi e i cambiamenti nel gusto culinario, sempre più lontano dalla tradizione culinaria? La risposta nel servizio.
[francesco perugini]
GIORGIO BOCCA
Nessuno meglio di Giorgio Bocca può aiutarci a riflettere sulla crisi che sta vivendo oggi la professione di giornalista. "E' la stampa, la bellezza!", il suo nuovo libro vuole essere un'occasione per riflettere sul destino di un mestiere che sembra aver perso le sue virtù. In Italia la carta stampata appare schiacciata dalle pressioni della politica e dell’economia, incapace di reagire allo strapotere della comunicazione televisiva, non più in grado di scandagliare i mutamenti reali della società. Abbiamo approfondito queste e altre questioni nell'intervista.
[gaia passerini]
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