Oltre il cielo a scacchi
C’è tensione tra Camera del lavoro e comune di Milano. La prima denuncia tagli per 250 mila euro a cooperative e associazioni che si occupano del reinserimento nella società degli ex detenuti. Per questo ha presentato un documento sulla situazione milanese, redatto con una ventina di soggetti impegnati a vario titolo nell’integrazione degli ex carcerati. Ne emerge la preoccupazione di queste associazioni e cooperative.
Due in particolare, Un tetto per tutti e Puntoacapo – la prima che si adopera per fornire un alloggio alle persone appena tornate in libertà, la seconda per il loro reinserimento sociale e lavorativo – lamentano la sospensione dei finanziamenti a partire dal 31 dicembre 2006, giorno di scadenza degli appalti comunali. I servizi offerti non sono stati bloccati, ma solo ridimensionati, perché le associazioni hanno continuato ad erogare prestazioni a proprio carico.
«Quello che serve è una rinnovata e intensificata partecipazione, sia in termini economici che di coordinamento organizzativo»: questa è la richiesta di Corrado Mandreoli, membro dell’ufficio politiche sociali della camera del lavoro e dell’osservatorio Carcere e territorio di Milano, attivo dal 1993. Mandreoli rincara la dose: «L’amministrazione non può dare l’allarme sicurezza, senza impegnarsi a fornire un servizio concreto in tema di politiche sociali». «L’importanza di questi interventi – dichiara Fulvia Colombini della Camera del lavoro – è cruciale perché i servizi in questione costituiscono spesso l’unica alternativa, per un ex detenuto, a un ritorno nell’illegalità». Le fa eco Luisa Della Morte, cooperativa Alice: «La recidivanza a delinquere scende dell’80% nel primo anno in presenza di aiuti agli ex detenuti. La nostra sicurezza dipende anche dal recupero degli ex carcerati». Stesso tema al centro dell’annuale convegno Una seconda possibilità che si è svolto nella sala Alessi a Palazzo Marino, cui hanno partecipato il presidente del consiglio comunale Manfredi Palmeri, e gli assessori Maurizio Cadeo, Mariolina Moioli e il presidente della sottocommissione carceri Alberto Garocchio. Presenti anche il provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria Luigi Pagano e il responsabile dei servizi direzionali Amsa, Salvatore Cappello, con una delegazione di giovani detenuti che nei mesi scorsi hanno partecipato ad alcuni progetti del Comune per il reinserimento nel mondo dell'occupazione. In particolare l’assessore Moioli smentisce i tagli alle cooperative e si concentra sui risultati raggiunti nel recupero degli ex detenuti grazie alle collaborazione con agende comunali come l’Amsa che ha permesso l’inserimento di circa 150 persone nel mondo del lavoro. «Non solo - ha proseguito l'assessore - sto per firmare un'intesa con l'Unione degli artigiani per una scuola-bottega per adolescenti e giovani. Si accede sempre con borse lavoro e l’obiettivo è il reinserimento sociale integrale». Come a dire: se accordo c’è, c’è sugli obiettivi. Ma non sul modo di raggiungerli, né tantomeno sulle cifre.
[emidia melideo]
CONFLITTO DI GAZA
Intervista a Nahum Barnea
«Non ci sono dubbi che le operazioni militari organizzate da Israele sono state condotte ad ampio spettro. Il punto è che sono durate anche molto più a lungo di quanto ci si aspettasse», racconta da Gerusalemme Nahum Barnea, una delle penne più autorevoli del giornalismo israeliano, intervistato in esclusiva da m@g. Barnea, che scrive per il quotidiano Yedioth Ahronoth e ha vinto il premio Israel Prize per la comunicazione, ha perso un figlio nel 1996, in un attentato kamikaze di Hamas a un autobus di linea. Al funerale ha perdonato pubblicamente l’assassino, considerandolo vittima della stessa tragedia che affligge il popolo palestinese. Da anni si spende per favorire il dialogo nell’ambito del conflitto arabo-israeliano.
[viviana d'introno e cesare zanotto]
L'INTERVISTA
Yang Lian, nato in Svizzera nel 1955 ma cresciuto a Pechino, è oggi uno dei maggiori poeti contemporanei e una tra le voci più importanti della dissidenza cinese. Esiliato dalla Repubblica Popolare Cinese dopo avere duramente criticato nel 1989 la repressione di Piazza Tiananmen, vive all’estero da vent’anni. È stato candidato al Premio Nobel nel 2002 e le sue poesie sono state tradotte in 25 lingue. Yang Lian interpreta lo spirito della millenaria cultura cinese attraverso la sua esperienza da esule. Una riflessione sulla condizione generale dell’uomo ma anche un invito alla speranza per milioni di cinesi che chiedono democrazia.
guarda l'intervista
[marzia de giuli e luca salvi]
L'INCHIESTA
È un’emergenza che dura da oltre vent’anni. I territori tra Napoli e Caserta sono uno stato nello stato dove l’unico potere reale è quello della Camorra. Nonostante i blitz, gli arresti e l’invio di soldati e poliziotti, i clan continuano a fare affari in un cono d’ombra in cui convivono l’economia legale e la politica. Ne abbiamo parlato con Andrea Cinquegrani, direttore de La Voce della Campania (oggi La Voce delle Voci).
Ascolta l'intervista
[alberto tundo]
MARIO CAPANNA
Onda e '68 a confronto
Quarant’anni dopo la protesta che ha segnato un’epoca, gli studenti italiani sono ancora in piazza. Secondo alcuni osservatori, l’Onda, che contesta la riforma Gelmini, è la fotocopia del’68. Altri la pensano diversamente. Mag ha chiesto un’opinione a Mario Capanna, ex studente dell’Università Cattolica e leader del movimento nel 1968.
[cesare zanotto]
CIBO E MEMORIA
La relazione tra il cibo e la memoria è uno degli aspetti più profondi e antichi della cultura italiana e internazionale. Emblema di questo nesso è la madeleine che risveglia i ricordi dell’infanzia di Marcel Proust nel romanzo Alla ricerca del tempo perduto . Che cosa pensano i gourmet più affermati e i cuochi più celebri del nostro Paese del rapporto tra lo stile di vita dei nostri tempi e i cambiamenti nel gusto culinario, sempre più lontano dalla tradizione culinaria? La risposta nel servizio.
[francesco perugini]
GIORGIO BOCCA
Nessuno meglio di Giorgio Bocca può aiutarci a riflettere sulla crisi che sta vivendo oggi la professione di giornalista. "E' la stampa, la bellezza!", il suo nuovo libro vuole essere un'occasione per riflettere sul destino di un mestiere che sembra aver perso le sue virtù. In Italia la carta stampata appare schiacciata dalle pressioni della politica e dell’economia, incapace di reagire allo strapotere della comunicazione televisiva, non più in grado di scandagliare i mutamenti reali della società. Abbiamo approfondito queste e altre questioni nell'intervista.
[gaia passerini]
Nessun commento:
Posta un commento