Paolo Nespoli, l’uomo dello spazio
Dalle stellette alle stelle. Una strada né breve, né facile, ma possibile. Paolo Nespoli ce l’ha fatta. Un percorso cominciato nel 1977 alla scuola di paracadutismo di Pisa e giunto al culmine con la missione Space Shuttle Atlantis dove l’agenzia spaziale europea (Esa) dopo un lungo addestramento, lo scorso ottobre lo ha lanciato in orbita. In mezzo tante esperienze: incursore con il battaglione d’assalto Col Moschin di Livorno, due anni in Libano dal 1982 al 1984 al seguito del contingente Italcom e una laurea in ingegneria meccanica riconosciutagli dall’Università di Firenze.
Un personaggio come Paolo Nespoli è il testimonial ideale per le forze armate che lo hanno invitato a raccontare la sua esperienza davanti a un folto pubblico composto da autorità militari, politiche e tanti bambini. Sono soprattutto loro ad essere affascinati dalla figura dell’astronauta. E proprio i più piccoli, i soldati di domani, sono i principali destinatari dell’evento, organizzato, guarda caso, dal distaccamento lombardo dell’ufficio promozione reclutamenti. Detto questo, la scelta è stata decisamente azzeccata. Paolo Nespoli è un uomo colto e umile, e quando il Presidente del consiglio comunale di Milano, Manfredi Palmeri lo presenta come “angelo ed eroe”, Lui nega e rispedisce al mittente l’aura retorica che le autorità politiche e militari hanno cercato di costruirgli intorno. Quando prende la parola, la platea è subito rapita perché Nespoli è un ottimo oratore e la sua presentazione diretta e coinvolgente. Scorrono in video le dure fasi dell’addestramento, effettuato in Canada e in New Mexico, le riprese mozzafiato della partenza e le immagini del colloquio in orbita con il Presidente della Repubblica Napolitano. Non mancano però le curiosità e, quando una bambina gli chiede come se la sbrigavano con il bagno, Nespoli risponde divertito ma non troppo: «In effetti è un problema concreto perché in assenza di gravità non è facile. Tanto che nell’addestramento hanno inserito una simulazione in cui dobbiamo riuscire a….centrare il buco». E in chiusura c’è spazio per una licenza poetica che Nespoli dedica soprattutto alle giovane generazioni: «Guardate avanti e puntate sempre in alto:le stelle non sono poi così lontane». Se lo dice lui, c’è da credergli.
[luca aprea]
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