Il Sole24Ore debutta in borsa
Il Sole24Ore ha debuttato ufficialmente in borsa. Piazza Affari, in un clima di festa e grande emozione, ha celebrato l’ingresso del quotidiano finanziario alla presenza del direttore Ferruccio De Bortoli, del presidente Cerruti e di Luca Cordero Di Montezemolo. Proprio il numero uno di Confindustria, maggiore azionista del giornale, nell’entrare in sala si è soffermato sui monitor che mostravano le quotazioni e ha rotto il ghiaccio con una battuta: «Avrei bisogno di dare un’occhiata ai titoli Fiat!». Dopo una rapida presentazione di Borsa Italiana, ha avuto inizio il countdown: pochi secondi alle undici, l’ora dell’ingresso ufficiale del Sole sui mercati finanziari.
Grande l’emozione di De Bortoli: da domani la società di cui fa parte sarà nell’elenco dei titoli sul suo quotidiano. L’amministratore delegato di Borsa Italiana, l’ingegner Massimo Capuano, ha sottolineato: «Accogliere il gruppo che produce il giornale della finanza ha per noi un valore segnaletico. Borsa Italiana ha oggi un respiro internazionale grazie all’integrazione con la borsa di Londra, e il Sole ha sempre favorito lo sviluppo del mercato finanziario del nostro Paese». Anche Giancarlo Cerruti, presidente del gruppo Sole24Ore, ha ringraziato Montezemolo: «Il presidente sostiene con forza il nostro piano industriale. L’ingresso della nostra società in borsa, in un momento non facile per la finanza né per l’editoria, è un atto di fiducia nei confronti del mercato e rappresenta un nuovo inizio». Subito dopo la cerimonia, conclusasi con uno scambio di targhe tra Capuano e Cerruti, la star del giorno - il presidente Montezemolo - è stata aggredita da giornalisti e fotografi: «La Confindustria e il suo giornale predicano bene e razzolano bene, dimostrando, attraverso l’ingresso in borsa, di avere fiducia nel mercato». Inevitabili le domande sul rinnovo dei contratti: «Oggi non voglio parlarne. Dico solo che non bisogna distinguere tra gli interessi dei lavoratori e quelli dell’impresa. Nel pubblico impiego non mancano professionisti eccellenti che purtroppo sono penalizzati da colleghi meno capaci». Infine, il presidente ha salutato i cronisti scherzando, ma non troppo: «Confindustria ragiona nel medio-lungo periodo: pubblicheremo il Sole24Ore in inglese, ma anche in cinese e forse in arabo». Anche il direttore Ferruccio De Bortoli si è fermato a chiacchierare con i colleghi della stampa: «Quello di oggi è un traguardo storico che certamente comporta delle responsabilità in più. È giusto che il Sole raggiunga in borsa gli altri organi di informazione già quotati. Il nostro è un gruppo multimediale che può crescere attraverso presenze all’estero. I miei giornalisti avranno un occhio di maggiore severità per il nostro titolo».
[giovanni luca montanino]
CONFLITTO DI GAZA
Intervista a Nahum Barnea
«Non ci sono dubbi che le operazioni militari organizzate da Israele sono state condotte ad ampio spettro. Il punto è che sono durate anche molto più a lungo di quanto ci si aspettasse», racconta da Gerusalemme Nahum Barnea, una delle penne più autorevoli del giornalismo israeliano, intervistato in esclusiva da m@g. Barnea, che scrive per il quotidiano Yedioth Ahronoth e ha vinto il premio Israel Prize per la comunicazione, ha perso un figlio nel 1996, in un attentato kamikaze di Hamas a un autobus di linea. Al funerale ha perdonato pubblicamente l’assassino, considerandolo vittima della stessa tragedia che affligge il popolo palestinese. Da anni si spende per favorire il dialogo nell’ambito del conflitto arabo-israeliano.
[viviana d'introno e cesare zanotto]
L'INTERVISTA
Yang Lian, nato in Svizzera nel 1955 ma cresciuto a Pechino, è oggi uno dei maggiori poeti contemporanei e una tra le voci più importanti della dissidenza cinese. Esiliato dalla Repubblica Popolare Cinese dopo avere duramente criticato nel 1989 la repressione di Piazza Tiananmen, vive all’estero da vent’anni. È stato candidato al Premio Nobel nel 2002 e le sue poesie sono state tradotte in 25 lingue. Yang Lian interpreta lo spirito della millenaria cultura cinese attraverso la sua esperienza da esule. Una riflessione sulla condizione generale dell’uomo ma anche un invito alla speranza per milioni di cinesi che chiedono democrazia.
guarda l'intervista
[marzia de giuli e luca salvi]
L'INCHIESTA
È un’emergenza che dura da oltre vent’anni. I territori tra Napoli e Caserta sono uno stato nello stato dove l’unico potere reale è quello della Camorra. Nonostante i blitz, gli arresti e l’invio di soldati e poliziotti, i clan continuano a fare affari in un cono d’ombra in cui convivono l’economia legale e la politica. Ne abbiamo parlato con Andrea Cinquegrani, direttore de La Voce della Campania (oggi La Voce delle Voci).
Ascolta l'intervista
[alberto tundo]
MARIO CAPANNA
Onda e '68 a confronto
Quarant’anni dopo la protesta che ha segnato un’epoca, gli studenti italiani sono ancora in piazza. Secondo alcuni osservatori, l’Onda, che contesta la riforma Gelmini, è la fotocopia del’68. Altri la pensano diversamente. Mag ha chiesto un’opinione a Mario Capanna, ex studente dell’Università Cattolica e leader del movimento nel 1968.
[cesare zanotto]
CIBO E MEMORIA
La relazione tra il cibo e la memoria è uno degli aspetti più profondi e antichi della cultura italiana e internazionale. Emblema di questo nesso è la madeleine che risveglia i ricordi dell’infanzia di Marcel Proust nel romanzo Alla ricerca del tempo perduto . Che cosa pensano i gourmet più affermati e i cuochi più celebri del nostro Paese del rapporto tra lo stile di vita dei nostri tempi e i cambiamenti nel gusto culinario, sempre più lontano dalla tradizione culinaria? La risposta nel servizio.
[francesco perugini]
GIORGIO BOCCA
Nessuno meglio di Giorgio Bocca può aiutarci a riflettere sulla crisi che sta vivendo oggi la professione di giornalista. "E' la stampa, la bellezza!", il suo nuovo libro vuole essere un'occasione per riflettere sul destino di un mestiere che sembra aver perso le sue virtù. In Italia la carta stampata appare schiacciata dalle pressioni della politica e dell’economia, incapace di reagire allo strapotere della comunicazione televisiva, non più in grado di scandagliare i mutamenti reali della società. Abbiamo approfondito queste e altre questioni nell'intervista.
[gaia passerini]
EDITORIA E FINANZA
alle 6.12.07
Etichette: economia, giornalismo
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