Case per studenti nei quartieri popolari
Con i tempi che corrono, qualcuno potrebbe obiettare trovandosi all’improvviso trenta studenti per vicini di casa. Ma per gli anziani che vivono nelle case popolari del quartiere Botticelli, la prospettiva di sentire ogni tanto qualche innocente schiamazzo al piano di sopra è piacevole. Oggi l’Aler, l’Azienda lombarda edilizia residenziale, e la Regione hanno consegnato ai primi studenti le chiavi degli appartamenti ricavati dai sottotetti delle case popolari di via Moretto da Brescia.
I minialloggi, in tutto 131 nei quartieri Botticelli, Forlanini, Friuli, Calvairate e Genova, sono stati ristrutturati e arredati grazie a un accordo dell’Aler con la Regione e le università. La convenzione Isu (Istituto per il diritto allo studio universitario) li offre a 330 euro a posto letto, spese incluse, agli studenti il cui reddito familiare non superi i 44.000 euro. Il finanziamento complessivo, di 40 milioni di euro, consentirà di ricavare altri alloggi nei prossimi anni. Due nuovi edifici sono già in fase di realizzazione nei quartieri Gratosoglio e Mazzini, mentre il progetto più impegnativo riguarda la trasformazione dell’antica residenza dei Martinitt in un campus universitario da 430 posti. «Le dieci università di Milano rivestono ormai un ruolo industriale preponderante - ha detto il presidente dell’Aler, Luciano Niero - È dovere della regione e dell’università mettere gli studenti nelle migliori condizioni per alimentare questo laboratorio culturale». A Milano vivono 15.000 studenti fuori sede, la maggior parte dei quali ha grosse difficoltà a trovare casa. Basta dare un’occhiata alle bacheche delle università per rendersi conto che la domanda supera largamente l’offerta. Alla fine molti sono costretti a pagare affitti esorbitanti, spesso gravando sulla famiglia. La soluzione di recuperare gli spazi inutilizzati delle case popolari è ideale: non solo si aiutano i giovani, ma si rivitalizzano, reinserendoli nel circuito cittadino, quartieri ormai abitati esclusivamente da anziani.
[marzia de giuli]
CONFLITTO DI GAZA
Intervista a Nahum Barnea
«Non ci sono dubbi che le operazioni militari organizzate da Israele sono state condotte ad ampio spettro. Il punto è che sono durate anche molto più a lungo di quanto ci si aspettasse», racconta da Gerusalemme Nahum Barnea, una delle penne più autorevoli del giornalismo israeliano, intervistato in esclusiva da m@g. Barnea, che scrive per il quotidiano Yedioth Ahronoth e ha vinto il premio Israel Prize per la comunicazione, ha perso un figlio nel 1996, in un attentato kamikaze di Hamas a un autobus di linea. Al funerale ha perdonato pubblicamente l’assassino, considerandolo vittima della stessa tragedia che affligge il popolo palestinese. Da anni si spende per favorire il dialogo nell’ambito del conflitto arabo-israeliano.
[viviana d'introno e cesare zanotto]
L'INTERVISTA
Yang Lian, nato in Svizzera nel 1955 ma cresciuto a Pechino, è oggi uno dei maggiori poeti contemporanei e una tra le voci più importanti della dissidenza cinese. Esiliato dalla Repubblica Popolare Cinese dopo avere duramente criticato nel 1989 la repressione di Piazza Tiananmen, vive all’estero da vent’anni. È stato candidato al Premio Nobel nel 2002 e le sue poesie sono state tradotte in 25 lingue. Yang Lian interpreta lo spirito della millenaria cultura cinese attraverso la sua esperienza da esule. Una riflessione sulla condizione generale dell’uomo ma anche un invito alla speranza per milioni di cinesi che chiedono democrazia.
guarda l'intervista
[marzia de giuli e luca salvi]
L'INCHIESTA
È un’emergenza che dura da oltre vent’anni. I territori tra Napoli e Caserta sono uno stato nello stato dove l’unico potere reale è quello della Camorra. Nonostante i blitz, gli arresti e l’invio di soldati e poliziotti, i clan continuano a fare affari in un cono d’ombra in cui convivono l’economia legale e la politica. Ne abbiamo parlato con Andrea Cinquegrani, direttore de La Voce della Campania (oggi La Voce delle Voci).
Ascolta l'intervista
[alberto tundo]
MARIO CAPANNA
Onda e '68 a confronto
Quarant’anni dopo la protesta che ha segnato un’epoca, gli studenti italiani sono ancora in piazza. Secondo alcuni osservatori, l’Onda, che contesta la riforma Gelmini, è la fotocopia del’68. Altri la pensano diversamente. Mag ha chiesto un’opinione a Mario Capanna, ex studente dell’Università Cattolica e leader del movimento nel 1968.
[cesare zanotto]
CIBO E MEMORIA
La relazione tra il cibo e la memoria è uno degli aspetti più profondi e antichi della cultura italiana e internazionale. Emblema di questo nesso è la madeleine che risveglia i ricordi dell’infanzia di Marcel Proust nel romanzo Alla ricerca del tempo perduto . Che cosa pensano i gourmet più affermati e i cuochi più celebri del nostro Paese del rapporto tra lo stile di vita dei nostri tempi e i cambiamenti nel gusto culinario, sempre più lontano dalla tradizione culinaria? La risposta nel servizio.
[francesco perugini]
GIORGIO BOCCA
Nessuno meglio di Giorgio Bocca può aiutarci a riflettere sulla crisi che sta vivendo oggi la professione di giornalista. "E' la stampa, la bellezza!", il suo nuovo libro vuole essere un'occasione per riflettere sul destino di un mestiere che sembra aver perso le sue virtù. In Italia la carta stampata appare schiacciata dalle pressioni della politica e dell’economia, incapace di reagire allo strapotere della comunicazione televisiva, non più in grado di scandagliare i mutamenti reali della società. Abbiamo approfondito queste e altre questioni nell'intervista.
[gaia passerini]
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