Venerdì arriva nelle sale I Vicerè di Faenza
Una fotografia impietosa del nostro dna tratteggiata con le armi dell’ironia e del grottesco. Uscirà nei cinema il 9 novembre in 120 copie I Viceré, l’ultimo film di Roberto Faenza, tratto dall’omonimo libro di Federico De Roberto. Un romanzo che raggiunge lo schermo a più di cento anni dalla sua pubblicazione e racconta la genesi del nostro paese attraverso il conflitto interno e generazionale della famiglia Uzeda, discendente dei Viceré di Spagna, che si trova ad affrontare la fine della dominazione borbonica e la seguente Unità d'Italia.
Ad essere indagate sono le istituzioni su cui poggiano le nostre origini: la famiglia, lo Stato, la Chiesa. Tutti uniti nell’unico credo della sopraffazione, rappresentata in primo luogo dal principe Giacomo, interpretato magistralmente da Lando Buzzanca. “La grande intuizione di De Roberto – ha dichiarato Roberto Faenza – è che il disagio, l’antipolitica, nasce in famiglia quando proprio in quell’ambito si vuole esercitare un predominio. È la prepotenza paterna – ha aggiunto – a determinare il percorso di deformazione di Consalvo, che alla fine sceglie di impossessarsi del potere per non lasciarsi sopraffare”. Alessandro Preziosi (Consalvo), Cristiana Capotondi (Teresa) e Guido Caprino (Giovannino) sono gli altri protagonisti di un film che vuole essere un tributo al grande cinema italiano e che ha visto la luce dopo otto anni, grazie anche a una versione televisiva parallela. Versione completamente diversa - più lunga e corale - che andrà in onda sui canali Rai nella prossima stagione. Dopo oltre un secolo I Viceré si rivela ancora incredibilmente attuale, al punto che il regista si è sentito in dovere di precisare che i dialoghi del film non sono stati scritti dagli sceneggiatori, ma proprio dalla penna di De Roberto.
[cecilia lulli]
CONFLITTO DI GAZA
Intervista a Nahum Barnea
«Non ci sono dubbi che le operazioni militari organizzate da Israele sono state condotte ad ampio spettro. Il punto è che sono durate anche molto più a lungo di quanto ci si aspettasse», racconta da Gerusalemme Nahum Barnea, una delle penne più autorevoli del giornalismo israeliano, intervistato in esclusiva da m@g. Barnea, che scrive per il quotidiano Yedioth Ahronoth e ha vinto il premio Israel Prize per la comunicazione, ha perso un figlio nel 1996, in un attentato kamikaze di Hamas a un autobus di linea. Al funerale ha perdonato pubblicamente l’assassino, considerandolo vittima della stessa tragedia che affligge il popolo palestinese. Da anni si spende per favorire il dialogo nell’ambito del conflitto arabo-israeliano.
[viviana d'introno e cesare zanotto]
L'INTERVISTA
Yang Lian, nato in Svizzera nel 1955 ma cresciuto a Pechino, è oggi uno dei maggiori poeti contemporanei e una tra le voci più importanti della dissidenza cinese. Esiliato dalla Repubblica Popolare Cinese dopo avere duramente criticato nel 1989 la repressione di Piazza Tiananmen, vive all’estero da vent’anni. È stato candidato al Premio Nobel nel 2002 e le sue poesie sono state tradotte in 25 lingue. Yang Lian interpreta lo spirito della millenaria cultura cinese attraverso la sua esperienza da esule. Una riflessione sulla condizione generale dell’uomo ma anche un invito alla speranza per milioni di cinesi che chiedono democrazia.
guarda l'intervista
[marzia de giuli e luca salvi]
L'INCHIESTA
È un’emergenza che dura da oltre vent’anni. I territori tra Napoli e Caserta sono uno stato nello stato dove l’unico potere reale è quello della Camorra. Nonostante i blitz, gli arresti e l’invio di soldati e poliziotti, i clan continuano a fare affari in un cono d’ombra in cui convivono l’economia legale e la politica. Ne abbiamo parlato con Andrea Cinquegrani, direttore de La Voce della Campania (oggi La Voce delle Voci).
Ascolta l'intervista
[alberto tundo]
MARIO CAPANNA
Onda e '68 a confronto
Quarant’anni dopo la protesta che ha segnato un’epoca, gli studenti italiani sono ancora in piazza. Secondo alcuni osservatori, l’Onda, che contesta la riforma Gelmini, è la fotocopia del’68. Altri la pensano diversamente. Mag ha chiesto un’opinione a Mario Capanna, ex studente dell’Università Cattolica e leader del movimento nel 1968.
[cesare zanotto]
CIBO E MEMORIA
La relazione tra il cibo e la memoria è uno degli aspetti più profondi e antichi della cultura italiana e internazionale. Emblema di questo nesso è la madeleine che risveglia i ricordi dell’infanzia di Marcel Proust nel romanzo Alla ricerca del tempo perduto . Che cosa pensano i gourmet più affermati e i cuochi più celebri del nostro Paese del rapporto tra lo stile di vita dei nostri tempi e i cambiamenti nel gusto culinario, sempre più lontano dalla tradizione culinaria? La risposta nel servizio.
[francesco perugini]
GIORGIO BOCCA
Nessuno meglio di Giorgio Bocca può aiutarci a riflettere sulla crisi che sta vivendo oggi la professione di giornalista. "E' la stampa, la bellezza!", il suo nuovo libro vuole essere un'occasione per riflettere sul destino di un mestiere che sembra aver perso le sue virtù. In Italia la carta stampata appare schiacciata dalle pressioni della politica e dell’economia, incapace di reagire allo strapotere della comunicazione televisiva, non più in grado di scandagliare i mutamenti reali della società. Abbiamo approfondito queste e altre questioni nell'intervista.
[gaia passerini]
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