Undici settembre, si riparte da Zero
La verità ufficiale, fornita dalle autorità statunitensi sugli attentati dell’undici settembre, è falsa. È questo il concetto alla base di Zero - Inchiesta sull’11 settembre, documentario diretto da Franco Fracassi e Francesco Trento. Il film, presentato di recente alla festa del Cinema di Roma, ha però la sua anima in Giulietto Chiesa, presidente dell'associazione Megachip e giornalista sempre molto attivo nel campo della controinformazione. Sono tre gli elementi che contraddistinguono Zero: il primo è quello che riguarda la posizione degli autori rispetto all’undici settembre. Perché il film non intende proporre una verità alternativa ma vuole mettere in luce le contraddizioni mostrate dalle versioni ufficiali sull’attentato. Dunque, far capire al pubblico che sono state raccontate delle frottole. E nemmeno tanto bene.
Il secondo elemento è il taglio con il quale gli autori hanno affrontato la vicenda. Accanto ai trattamenti tipici dell’inchiesta giornalistica, come le interviste a testimoni ed esperti, le analisi di immagini, le ricostruzioni animate e la diffusione di atti ufficiali, vi sono quelle che si possono definire vere e proprie “incursioni teatrali” ad opera di artisti del calibro di Lella Costa, Moni Ovadia e Dario Fo.
L’ultima particolarità riguarda la produzione. Per garantire l’indipendenza del lavoro e portarlo nelle sale è stata attivata una sorta di co-produzione “popolare” che consente a chiunque versi una cifra minima di contribuire (e in teoria anche di guadagnare) alla realizzazione e alla diffusione di Zero. Un film che non metterà di sicuro tutti d’accordo, e a cui i detrattori non mancano (su tutti Mario Giordano, direttore del Giornale e autore di un durissimo articolo contro Chiesa e il suo film) ma che ha comunque il merito di mantenere aperto il dibattito su un evento che ha segnato, drammaticamente, il nostro tempo.
[luca aprea]
CONFLITTO DI GAZA
Intervista a Nahum Barnea
«Non ci sono dubbi che le operazioni militari organizzate da Israele sono state condotte ad ampio spettro. Il punto è che sono durate anche molto più a lungo di quanto ci si aspettasse», racconta da Gerusalemme Nahum Barnea, una delle penne più autorevoli del giornalismo israeliano, intervistato in esclusiva da m@g. Barnea, che scrive per il quotidiano Yedioth Ahronoth e ha vinto il premio Israel Prize per la comunicazione, ha perso un figlio nel 1996, in un attentato kamikaze di Hamas a un autobus di linea. Al funerale ha perdonato pubblicamente l’assassino, considerandolo vittima della stessa tragedia che affligge il popolo palestinese. Da anni si spende per favorire il dialogo nell’ambito del conflitto arabo-israeliano.
[viviana d'introno e cesare zanotto]
L'INTERVISTA
Yang Lian, nato in Svizzera nel 1955 ma cresciuto a Pechino, è oggi uno dei maggiori poeti contemporanei e una tra le voci più importanti della dissidenza cinese. Esiliato dalla Repubblica Popolare Cinese dopo avere duramente criticato nel 1989 la repressione di Piazza Tiananmen, vive all’estero da vent’anni. È stato candidato al Premio Nobel nel 2002 e le sue poesie sono state tradotte in 25 lingue. Yang Lian interpreta lo spirito della millenaria cultura cinese attraverso la sua esperienza da esule. Una riflessione sulla condizione generale dell’uomo ma anche un invito alla speranza per milioni di cinesi che chiedono democrazia.
guarda l'intervista
[marzia de giuli e luca salvi]
L'INCHIESTA
È un’emergenza che dura da oltre vent’anni. I territori tra Napoli e Caserta sono uno stato nello stato dove l’unico potere reale è quello della Camorra. Nonostante i blitz, gli arresti e l’invio di soldati e poliziotti, i clan continuano a fare affari in un cono d’ombra in cui convivono l’economia legale e la politica. Ne abbiamo parlato con Andrea Cinquegrani, direttore de La Voce della Campania (oggi La Voce delle Voci).
Ascolta l'intervista
[alberto tundo]
MARIO CAPANNA
Onda e '68 a confronto
Quarant’anni dopo la protesta che ha segnato un’epoca, gli studenti italiani sono ancora in piazza. Secondo alcuni osservatori, l’Onda, che contesta la riforma Gelmini, è la fotocopia del’68. Altri la pensano diversamente. Mag ha chiesto un’opinione a Mario Capanna, ex studente dell’Università Cattolica e leader del movimento nel 1968.
[cesare zanotto]
CIBO E MEMORIA
La relazione tra il cibo e la memoria è uno degli aspetti più profondi e antichi della cultura italiana e internazionale. Emblema di questo nesso è la madeleine che risveglia i ricordi dell’infanzia di Marcel Proust nel romanzo Alla ricerca del tempo perduto . Che cosa pensano i gourmet più affermati e i cuochi più celebri del nostro Paese del rapporto tra lo stile di vita dei nostri tempi e i cambiamenti nel gusto culinario, sempre più lontano dalla tradizione culinaria? La risposta nel servizio.
[francesco perugini]
GIORGIO BOCCA
Nessuno meglio di Giorgio Bocca può aiutarci a riflettere sulla crisi che sta vivendo oggi la professione di giornalista. "E' la stampa, la bellezza!", il suo nuovo libro vuole essere un'occasione per riflettere sul destino di un mestiere che sembra aver perso le sue virtù. In Italia la carta stampata appare schiacciata dalle pressioni della politica e dell’economia, incapace di reagire allo strapotere della comunicazione televisiva, non più in grado di scandagliare i mutamenti reali della società. Abbiamo approfondito queste e altre questioni nell'intervista.
[gaia passerini]
CINEMA
alle 12.11.07
Etichette: cinema, stati uniti
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