Documenti intelligenti, nuova interfaccia tra le aziende
La casa dell’Energia Aem ha ospitato un convegno su fatturazione digitale e performance aziendali. Promosso da Comdata, azienda specializzata in soluzioni per la gestione operativa dei processi di business, in collaborazione con Club TI e Politecnico di Milano, l’evento ha sottolineato come “dematerializzare” i documenti possa portare ad una maggiore integrazione tra processi aziendali, migliorandone la struttura e l’efficienza, e aumentando la possibilità di dialogo di aziende e pubbliche amministrazioni con i propri sistemi di riferimento.
Nel suo discorso introduttivo, Arrigo Andreoni, presidente di Club TI, ha evidenziato come l’innovazione non parta dalla semplice diffusione di una nuova tecnologia, ma dalla individuazione del processo migliore, che diventa la base per soluzioni informatiche finalizzate a creare valore economico. Il centro di ricerca presieduto da Andreoni, composto da professionisti dell’informatica e patrocinato da Assolombarda, ha effettuato studi che mostrano come il vantaggio principale dei documenti digitali e dell’Electronic Data Interchange - lo scambio di flussi informativi digitalizzati tra aziende e pubbliche amministrazioni - consista nell’aumento dell’efficienza dei processi all’interno della filiera, della capacità di reazione ai cambiamenti di contesto e della possibilità di condividere e moltiplicare il valore prodotto, non solo all’interno di un ente, ma in tutto il suo ecosistema di clienti e fornitori.
Nonostante esistano evidenti benefici, nel 2005 in Italia solo il 5% dei processi aziendali legati al ciclo di ordine, consegna, fatturazione e pagamento di prodotti era gestito da soluzioni informatiche. È Alessandro Perego, responsabile dell’osservatorio del Politecnico di Milano sulla dematerializzazione dei documenti, ad analizzare questa situazione, attribuendola principalmente ad una mancanza di consapevolezza sui vantaggi dell’uso delle Ict in azienda. Attraverso uno studio empirico su 92 casi, l’osservatorio del Politecnico ha invece rilevato che la dematerializzazione dei documenti ridurrebbe i costi di gestione dell’80%, e genererebbe in meno di un anno un ritorno di investimenti di 36.5 euro per una piccola impresa, di 39 per una media e di 40.9 per una di grandi dimensioni.
La carta, dunque, è condannata a morte? Non è così, spiega Fabio Chinaglia, responsabile dell’offerta Ict di Comdata. L’innovazione, tuttavia, si chiama “documento intelligente”: un documento informatico con valore legale e prodotto in un linguaggio leggibile tanto da un essere umano, quanto da un terminale. Non si tratta di fantascienza: con il normale formato Pdf ogni azienda è già in grado di produrre documenti dal contenuto inalterabile – condizione necessaria all’attribuzione del valore legale – e concepiti in un formato intellegibile per l’uomo, ma anche dalla macchina (attraverso il codice Xml). La dematerializzazione, secondo Chinaglia, porterà perciò ad un uso più consapevole del documento cartaceo. Il nuovo documento “intelligente”, inoltre, non sarà un foglio inerte, bensì una interfaccia viva: il mezzo per il dialogo tra aziende e per il miglioramento delle loro performance.
[floriana liuni]
CONFLITTO DI GAZA
Intervista a Nahum Barnea
«Non ci sono dubbi che le operazioni militari organizzate da Israele sono state condotte ad ampio spettro. Il punto è che sono durate anche molto più a lungo di quanto ci si aspettasse», racconta da Gerusalemme Nahum Barnea, una delle penne più autorevoli del giornalismo israeliano, intervistato in esclusiva da m@g. Barnea, che scrive per il quotidiano Yedioth Ahronoth e ha vinto il premio Israel Prize per la comunicazione, ha perso un figlio nel 1996, in un attentato kamikaze di Hamas a un autobus di linea. Al funerale ha perdonato pubblicamente l’assassino, considerandolo vittima della stessa tragedia che affligge il popolo palestinese. Da anni si spende per favorire il dialogo nell’ambito del conflitto arabo-israeliano.
[viviana d'introno e cesare zanotto]
L'INTERVISTA
Yang Lian, nato in Svizzera nel 1955 ma cresciuto a Pechino, è oggi uno dei maggiori poeti contemporanei e una tra le voci più importanti della dissidenza cinese. Esiliato dalla Repubblica Popolare Cinese dopo avere duramente criticato nel 1989 la repressione di Piazza Tiananmen, vive all’estero da vent’anni. È stato candidato al Premio Nobel nel 2002 e le sue poesie sono state tradotte in 25 lingue. Yang Lian interpreta lo spirito della millenaria cultura cinese attraverso la sua esperienza da esule. Una riflessione sulla condizione generale dell’uomo ma anche un invito alla speranza per milioni di cinesi che chiedono democrazia.
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[marzia de giuli e luca salvi]
L'INCHIESTA
È un’emergenza che dura da oltre vent’anni. I territori tra Napoli e Caserta sono uno stato nello stato dove l’unico potere reale è quello della Camorra. Nonostante i blitz, gli arresti e l’invio di soldati e poliziotti, i clan continuano a fare affari in un cono d’ombra in cui convivono l’economia legale e la politica. Ne abbiamo parlato con Andrea Cinquegrani, direttore de La Voce della Campania (oggi La Voce delle Voci).
Ascolta l'intervista
[alberto tundo]
MARIO CAPANNA
Onda e '68 a confronto
Quarant’anni dopo la protesta che ha segnato un’epoca, gli studenti italiani sono ancora in piazza. Secondo alcuni osservatori, l’Onda, che contesta la riforma Gelmini, è la fotocopia del’68. Altri la pensano diversamente. Mag ha chiesto un’opinione a Mario Capanna, ex studente dell’Università Cattolica e leader del movimento nel 1968.
[cesare zanotto]
CIBO E MEMORIA
La relazione tra il cibo e la memoria è uno degli aspetti più profondi e antichi della cultura italiana e internazionale. Emblema di questo nesso è la madeleine che risveglia i ricordi dell’infanzia di Marcel Proust nel romanzo Alla ricerca del tempo perduto . Che cosa pensano i gourmet più affermati e i cuochi più celebri del nostro Paese del rapporto tra lo stile di vita dei nostri tempi e i cambiamenti nel gusto culinario, sempre più lontano dalla tradizione culinaria? La risposta nel servizio.
[francesco perugini]
GIORGIO BOCCA
Nessuno meglio di Giorgio Bocca può aiutarci a riflettere sulla crisi che sta vivendo oggi la professione di giornalista. "E' la stampa, la bellezza!", il suo nuovo libro vuole essere un'occasione per riflettere sul destino di un mestiere che sembra aver perso le sue virtù. In Italia la carta stampata appare schiacciata dalle pressioni della politica e dell’economia, incapace di reagire allo strapotere della comunicazione televisiva, non più in grado di scandagliare i mutamenti reali della società. Abbiamo approfondito queste e altre questioni nell'intervista.
[gaia passerini]
BUSINESS E TECNOLOGIA
alle 30.10.08
Etichette: economia, tecnologie
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