L’Unione Europea ha investito grandi energie in questo progetto. La campagna pubblicitaria è costata cinque centesimi a ogni cittadino europeo, per un totale di 18 milioni di euro. Trasmessa in 23 lingue, sulle 27 dell’Unione, la campagna sarà diffusa attraverso ogni canale: cartelloni pubblicitari, installazione negli spazi pubblici, spot su radio e televisione, siti internet e gruppi nei principali social network. Sono già in circolazione diversi volantini con fondo azzurro, che mettono gli europei di fronte a scelte su temi fondamentali quali Ogm, immigrazione, sviluppo tecnologico ed energetico.
L’Italia non ha gradito questo tipo di campagna pubblicitaria. Il Dipartimento delle politiche comunitarie ha trasmesso un comunicato in cui fa sapere l’opinione di Andrea Ronchi. Il ministro, si legge nella comunicazione ufficiale, «ritiene che i contenuti della campagna di comunicazione promossa dal Parlamento europeo, nella sua attuale formulazione, non siano idonei a migliorare la percezione e la conoscenza dei valori e delle opportunità derivanti dall’appartenenza all’Unione Europea». Sarcastico il commento del vicepresidente dell’Europarlamento, Alejo Vidal Quadras: «Queste critiche contribuiscono ad aumentare la consapevolezza del voto». «Senza volerlo - ha proseguito Vidal Quadras – ha già contribuito ad aumentare il dibattito sulle elezioni europee»
Per tutta risposta il governo italiano ha ribadito la sua volontà di non aderire alla campagna pubblicitaria europea. In pieno accordo con il governo, il Dipartimento per le Politiche comunitarie ha stabilito di preparare una diversa e più appropriata campagna di comunicazione. Ancora sconosciuti i dettagli di questa nuova iniziativa italiana. Il Dipartimento per le Politiche comunitarie si trincera dietro un no comment anche per quanto riguarda i tempi di preparazione e l’avvio della campagna. Ci dovremo attendere una serie di pubblicità basate sui tanto decantati principi cattolici dell’Unione, così cari al governo italiano ma quasi dimenticati dai cittadini europei?
[daniela maggi]
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