In Italia il numero dei senzatetto finiti per strada a causa della crisi è ancora basso. «Ma la soglia di povertà – secondo il presidente del Progetto arca, Alberto Sinigallia – si sta abbassando pericolosamente. E, tra sei o sette mesi, potremmo ritrovarci con migliaia di clochard nelle strade senza avere le strutture per garantirgli la benché minima assistenza». «Per molti di questi – continua Sinigallia – la strada sarà solo una condizione temporanea. Quindi ci sarà bisogno di figure professionali che possano accelerare e accompagnare il loro reinserimento nella società». Se questi nuovi senzatetto non venissero aiutati da nessuno potrebbero sprofondare nell’alcolismo e la strada potrebbe diventare per loro una condizione permanente. Ma per Magda Baietta, responsabile dell’Associazione Ronda della Carità e Solidarietà, «gli effetti della crisi già si sentono nel settore delle donazioni. Sia i privati che le aziende sono sempre meno generosi. Stanno diminuendo anche le scorte di cibo del Banco alimentare».
Anche se gli effetti della crisi veri e propri devono ancora arrivare, secondo padre Clemente Moriggi, responsabile della Fondazione Fratelli di San Francesco, i primi sintomi già cominciano a sentirsi. «Negli ultimi mesi – spiega il religioso – il numero di italiani tra i senzatetto sono cresciuti del 2%». «Ho riscontrato – continua Moriggi – anche un leggero aumento dei separati che non riescono a trovare un’altra casa. Sta salendo anche il numero dei pensionati e dei lavoratori che usufruiscono della nostra assistenza: la loro rendita non permette loro di essere autosufficienti al 100%». Per quanto riguarda il calo delle donazioni Padre Clemente è ottimista: «Chi fa fatica ad arrivare alla fine del mese sta trasformando il suo aiuto in volontariato: un impegno formativo importante, soprattutto per i giovani». Verso l’iniziativa di Talese, il fondatore dei Fratelli di San Francesco non esprime un particolare entusiasmo: «Il clochard vero e proprio si mette, con un cartello, in ginocchio in mezzo alla strada. Ma i nuovi poveri partoriti dal ventre della crisi economica vogliono mantenere la loro dignità. Ed è nostro dovere rispettarla».
Comunque, secondo Padre Clemente, «per ora sono in rapido aumento soprattutto i senzatetto stranieri». Di fronte a quest’ultimo dato, lo scrittore milanese di origini senegalesi Pap Khouma è molto preoccupato: «Sia dalla popolazione che dalla classe politica gli stranieri sono visti solo come una minaccia. Ma oggi la maggior parte di essi vive in una condizione di assoluta indigenza». La storia ci insegna che, in tempi difficili come questo, i primi a farne le spese sono sempre gli stranieri. Inoltre bisogna tenere presente che gli extracomunitari in difficoltà, al contrario degli italiani, non hanno quasi mai delle famiglie a cui rivolgersi per chiedere aiuto. Per questo l’intellettuale africano si augura che «gli ammortizzatori sociali, che il governo attuerà per arginare gli effetti della crisi, non escludano gli stranieri». La lotta alla povertà giova alla sicurezza pubblica più di qualsiasi ronda.
[andrea torrente]
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