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Innocentievasioni.net il carcere è on line

Le mura del carcere tracciano un confine preciso. Su cui persino l’immaginazione s’infrange.
Circoscrivono un universo silente, talmente complesso da rischiare di essere banalizzato. É il luogo “delle libertà possibili” ( talvolta negate) che accompagnano la quotidianità detentiva. Dove le speranze si scontrano con le privazioni e le privazioni si consolano con le speranze. Contraddizioni, potenzialità rimosse, che meriterebbero di essere raccontate. Innocentievasioni.net è nato con questo obiettivo: avvicinare due mondi.

«Dei luoghi detentivi -osserva Luigi Manconi, già sottosegretario alla Presidenza del governo Prodi e direttore del sito con Patrizio Gonnella - abbiamo un’immagine deformata che ci proviene da racconti parziali. C'è la necessità di oltrepassare il punto di vista della pena e dell’ordine pubblico. Perché il carcere non è solo un luogo di mortificazione, al suo interno sboccia una domanda formidabile di comunicazione cui bisogna rispondere”. Per Manconi, ll’attenzione al problema prima ancora che politica, è umana, nata da una vicenda che si perde nell’adolescenza. “Avevo 15 anni. – racconta- Feci un viaggio con un detenuto che aveva i polsi ammanettati. Riamasi colpito. Credo che questo episodio abbia condizionato per sempre il mio atteggiamento verso la privazione della libertà».

Il sito, che ad una settimana dal lancio si è già dimostrato un autorevole spazio di denuncia, darà voce ad esperti ed addetti ai lavori. Ma soprattutto attiverà corrispondenze tra i “liberi” e i reclusi, offrendo un canale alle tante pagine di letteratura carceraria. «I contatti – confida soddisfatto il direttore - sono stati già numerosi e per il futuro immaginiamo un flusso continuo di comunicazione». Innocentievasioni cercherà così di attirare l'attenzione dei navigatori sui diritti negati ai reclusi.“A livello istituzionale- sottolinea il direttore - il carcere prevede la privazione della sola libertà di movimento. Nei fatti però la maggior parte dei diritti viene sospesa durante la detenzione. Dei 60 mila detenuti, ad esempio, sono solo poche centinaia ad esercitare il diritto di voto. E se nel nostro codice non esiste alcun divieto all'affettività o alla sessualità nei fatti queste mutilazioni ci sono e vanno viste come una conseguenza del nostro sistema carcerario. Anche il diritto al lavoro non viene quasi mai soddisfatto”. Sarà forse per questi motivi che il numero dei suicidi dietro le sbarre risulta superiore alla media nazionale?
“ Purtroppo- conclude Manconi- invece di elaborare sanzioni alternative alla detenzione, in Italia l'unica questione che viene posta è quella relativa alla costruzione di nuove strutture detentive”. Con casi che sfiorano il ridicolo. Un esempio? Il carcere di Gela progettato nel ’59 ed ancora da inaugurare.


[ivica graziani]

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