Durante il Thanksgiving milioni di americani, andando alla tradizionale parata dei palloni giganti lungo Central Park e Broadway, avranno sicuramente notato i numerosi poliziotti, spesso dotati anche di unità cinofile, schierati in tutte le stazioni della metropolitana. Nella Grande Mela si respira un’aria ansiogena che, dalle strade, entra nelle case attraverso i media. La decisione delle autorità di non innalzare il valore cromatico che, ogni giorno, segnala il livello di rischio terrorismo, è servito a ben poco.
Secondo il professor Francesco Zaccarelli, docente di sociologia delle culture islamiche all’Università di Urbino «ormai il terrorismo è diventato parte integrante di quella “guerra molecolare” che già caratterizza questa prima fase della globalizzazione». E riferendosi alla reazione che l’opinione pubblica ha di fronte a determinati eventi, come quello della strage compiuta dai terroristi in India, l’islamologo dice: «A fronte di attentati spettacolari che sarei propenso a considerare come “eventi-cerniera”, ovvero “eventi-molari”, cioè tipizzati da matrice e risonanza sensazionali, viviamo quotidianamente un “haunting” e una minaccia diffusa che passa attraverso la complessa elaborazione dei media».
Ma di quale minaccia stiamo parlando? Secondo la Cia Al Qaeda è ormai un gruppo in declino. L’ultimo video di Al Zawahiri, numero due dell’organizzazione terroristica, per la prima volta evidenzia una frattura nel movimento. Sembrerebbe che l’elezione di Obama, e l’annunciato ritiro dall’Iraq, abbia provocato uno scontro politico all’interno dello stesso gruppo jihadista. Per capire se, e come, Al Qaeda sarebbe in grado, oggi, di colpire gli Usa, è utile esaminare la matrice degli attentati in India. Secondo il prefetto Giovanni De Gennaro, direttore generale del Dis, la matrice terroristica, dai primi elementi di valutazione, si riferisce a formazioni jihadiste autoctone che rimandano a circuiti quedisti.
Insomma il nemico che, con le guerre in Afganistan e in Iraq, aveva preso consistenza torna a liquefarsi. Ridiventa un fantasma in grado di assumere molteplici aspetti. Come spiega Zaccarelli: «Il terrore diventa pertanto una componente fondamentale della politica e del sociale. Una delle conseguenze è proprio la politica di sicurezza che viene messa in atto da tutti i paesi nei luoghi e nei segmenti sensibili. Così da realizzare una “canalizzazione” territoriale che colonizza lo spazio di paratie, di vincoli, di segmentazioni e di transiti obbligati, al punto da creare una nuova mappatura e una nuova cartografia mentale». Tirando le somme lo studioso sottolinea che «è ormai evidente come il terrorismo sia l’ombra oscura e irrappresentabile del potere, una specie di ossessione esternativa con cui ottenere paura collettiva e nuove sottomissioni».
[andrea torrente]
Nessun commento:
Posta un commento
Commenta questo articolo