SICUREZZA STRADALE

Ubriachi al volante, tolleranza zero

A Milano un conducente su due, coinvolto in un incidente stradale, ha bevuto. Sono questi i dati allarmanti diffusi da un’indagine condotta dal dipartimento di emergenza e urgenza dell’ospedale Niguarda. E in Italia la situazione non va tanto meglio: ogni giorno muoiono quindici persone e oltre seicento rimangono ferite. Il presidente della commissione trasporti della Camera, Mario Valducci, ha dichiarato di puntare all’approvazione di un accordo bipartisan che regoli, in maniera drastica, il limite massimo per i bevitori alla guida. L’obiettivo è la riduzione del tasso alcolico nel sangue dall’attuale 0,5 mg/l a 0,2. Tolleranza zero per i trasgressori, che rischiano, oltre alla sanzione monetaria, la sospensione della patente fino a sei mesi quando vengano fermati per la prima volta, sino all’inasprimento progressivo della pena che culmina nel ritiro. Ma vuole anche dire che, ormai, persino un bicchiere di vino può risultare fuorilegge, con il rischio, per il bevitore occasionale, di incappare nelle sanzioni.

«È una proposta che va nella direzione giusta – ha commentato Giuseppa Cassaniti Mastrojeni, presidente dell'Associazione italiana vittime della strada – perché bisogna sottolineare che bere fa male, e questo è un dato di fatto. Ma la cosa più importante è considerare la patente come uno strumento per rispettare le norme. La patente non dà licenza d’uccidere, e bisogna inculcare nei guidatori l’idea che, se non si rispettano le regole del codice della strada, si può perdere irrimediabilmente il diritto di guida». Una posizione forte quella delle Mastrojeni, che non le manda a dire su una superficialità che è tutta italiana: «Anche per quanto riguarda il divieto di vendere alcolici dopo le due di notte, la legge c’è. Ma, come tutte le cose in Italia, non viene fatta rispettare. Bisogna difendere i valori della civiltà del nostro Paese, che, abitualmente, vengono messi sotto i piedi e di cui noi stiamo facendo poltiglia. È ora di finirla con questo buonismo: va bene tener giù le mani da Caino, ma bisogna fare in modo che non tocchi Abele e non, invece, dare addosso a quest’ultimo».

Dello stesso parere anche Ugo Garbarini, vice presidente dell’ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di Milano. «Una misura del genere è assolutamente necessaria perché sia chiaro a tutti che chi deve guidare non deve bere. Non è mai morto nessuno per il non bere, mentre invece è avvenuto il contrario; anche molto spesso, purtroppo. Gli italiani non sono degli avvinazzati ed è giusto che smettiamo di bere, quando siamo consapevoli di doverci poi mettere alla guida». «Questo – prosegue Garbarini – è il parere di un cittadino qualunque che ha dei figli, e che vuole vederli rientrare a casa sani e salvi ogni sera».

La Asl di Milano, in collaborazione con la Commissione locale patenti, ha costituito il Noa, nucleo operativo in alcologia, che si occupa delle segnalazioni di persone fermate con un tasso alcolico nel sangue superiore a 1,5 %, con patenti di categoria superiore alla B. Cinzia Sacchelli, responsabile Noa, ha commentato così la notizia: «Purtroppo non c’è consapevolezza del fatto che bere faccia male. Mettersi alla guida dopo aver bevuto più bicchieri è un rischio per sé e per gli altri, e questo denota una totale assenza di criticità. Una misura del genere, quindi, può fare molto in questo senso. Certo, il limite è molto basso e sarebbe più sensato imporre il divieto totale, per dare un messaggio limpido e chiaro. A mio avviso, però, l’unico modo per ridurre drasticamente le stragi del sabato sera è quello di aumentare i controlli, utilizzando il pugno di ferro, e inculcando la certezza che, venendo scoperti, si rischia grosso».

[viviana d'introno]

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