PARCHI E FIUMI

Alla scoperta dei giardini di Milano

Quando si pensa a Milano e al suo hinterland, le prime cose che saltano in mente sono i grattacieli, i cantieri, le gru, i perenni lavori in corso. In una sola parola, il cemento. Eppure, il 50% del territorio provinciale milanese è adibito a parco, di cui l’80% rientra in aree protette. Un paesaggio sconosciuto anche agli stessi milanesi che, durante il weekend, preferiscono lasciare la propria città e recarsi in altre località vacanziere invece che spendere una giornata per conoscere le bellezze del proprio territorio. È questa la motivazione che ha spinto l’Aim (Associazione Interessi Metropolitani) a raccontare il territorio del capoluogo lombardo attraverso il libro fotografico Parchi e fiumi: il paesaggio naturale del territorio milanese: un vero e proprio viaggio alla scoperta di una natura remota e incontaminata.

«Sembra impossibile che attorno a Milano possano esistere luoghi di una bellezza così struggente» afferma Pier Giuseppe Torrani, presidente di Aim. «Spesso si parla di Milano soltanto per luoghi comuni, come determinati monumenti che appartengono al passato della città, senza conoscere il patrimonio che rappresenta la nuova Milano, che si è trasformata nel corso degli anni e che si apre di fronte a scenari impensati». Il libro, curato dall’architetto Alessandro Rocca, racconta attraverso le immagini i sei parchi regionali (Parco dell’Adda, Parco agricolo Sud Milano, Parco delle Groane, Parco Nord Milano, Parco della valle del Lambro e Parco del Ticino) e i molti altri, tra cui i cosiddetti Plis (parchi locali di interesse sovracomunale), che interessano un’area di circa 12mila ettari. «Il territorio che rientra all’interno della nostra indagine è molto variegato e complesso – dichiara il curatore Rocca – e rappresenta un punto di forza molto importante per la provincia milanese. I parchi del territorio sono un vero e proprio arcipelago di isole verdi, che galleggiano all’interno del mare del tessuto urbano della città». Ogni capitolo è accompagnato da una scheda tecnica sul parco, in cui viene raccontata la storia e il patrimonio culturale e artistico nascosto, e da un saggio realizzato da agronomi, urbanisti e architetti che hanno collaborato alla stesura del libro.

Le parole sono quindi accompagnate dalle fotografie, realizzate dagli studenti del master in Photography e Visual Design del Naba di Milano. Diciannove ragazzi, di dieci diverse nazionalità, hanno catturato scorci e panorami caratteristici di questo paesaggio come prova d’esame del proprio percorso di studi. «È stata una bellissima opportunità per gli studenti perché hanno potuto confrontarsi con tematiche reali e con interlocutori concreti» afferma Elisabetta Galasso, direttore di Naba. «Per la prima volta hanno avuto la possibilità di lavorare in un progetto complesso, che richiedeva una qualità e uno stile ben determinato, che prevedeva delle scadenze. Il risultato è stato ottimo: gli studenti ci hanno messo una grande passione e i docenti hanno fornito tutto il loro supporto».

Il progetto Parchi e fiumi è stato patrocinato dalla Provincia di Milano che, negli ultimi quattro anni, ha visto un incremento dei Plis: «Nel 2004 i parchi locali erano 11, per un’estensione di 5.700 ettari, – dichiara Pietro Mezzi, assessore provinciale alla politica del territorio e parchi –, mentre oggi sono 17. Entro la fine del nostro mandato, puntiamo ad arrivare a 20. I parchi locali sono un fenomeno molto importante, perché rientrano in una delle aree più antropizzate e urbanizzate del Paese e perché rappresentano la volontà dei comuni e dei cittadini. I milanesi chiedono di poter vivere in un ambiente migliore e per questo la Provincia sta vagliando diversi progetti, come quello della Dorsale Verde del Nord Milano: una rete ecologica che crei continuità tra i due più importanti parchi fluviali, quello dell’Adda e quello del Ticino, e che può rappresentare un vero salto di qualità, soprattutto in vista dell’Expo del 2015». Un progetto condiviso anche dalla Regione Lombardia, patrocinatrice dell’iniziativa, che proprio il 26 novembre ha visto l’approvazione della delibera che determina la costituzione della Rete Ecologica Regionale, una strategia per preservare la ricchezza biologica della regione dall’aggressione urbanistica e antropica: «La Rer rappresenta un’indicazione programmatica forte – ha dichiarato l’architetto Pietro Lenna, dirigente della struttura valorizzazione aree protette e difesa delle biodiversità – con la quale la regione punta a creare una rete di collegamenti tra i diversi parchi, affinché queste isole verdi non siano più una realtà anonima, ma affinché ottengano la valorizzazione che meritano».


[alessia lucchese]

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