LOMBARDIA

Rifiuti: come eliminarli alla fonte?

In Lombardia il Pd si prepara per le amministrative del 2009 sbandierando la causa ambientalista. La proposta di legge,Riduzione dei rifiuti alla fonte, presentata al consiglio regionale, è solo il primo passo di una lunga lotta che coinvolgerà anche associazioni e imprese private. L’obiettivo è quello di ridurre la quantità di rifiuti da smaltire del 20% entro il 2010 e del 50% entro il 2020, anticipando quanto chiede l’Unione Europea. Quella proposta dal Pd è una legge semplice, anche perché non introduce nessuna nuova modalità di smaltimento. Si limita a pianificare una serie di sistemi per incentivare e diffondere quei comportamenti virtuosi che il consigliere Maria Grazia Fabrizio, prima firmataria del progetto di legge, chiama “le buone prassi”.

D'altronde le modalità di smaltimento, soprattutto in Lombardia, sono molte e funzionano. Diverse piccole realtà le utilizzano da anni ottenendo grandi risultati sia ambientali che economici. Per esempio, molti supermercati danno ai loro clienti la possibilità di riutilizzare i contenitori per i cereali, il latte e i detersivi installando degli appositi dispenser all’interno dei loro esercizi commerciali. Diverse onlus raccolgono ogni giorno tonnellate di generi alimentari, medicinali e abiti usati, che altrimenti finirebbero nelle discariche, per ridistribuirli ai meno abbienti. Inoltre, da poco tempo, alcune aziende hanno cominciato ad adottare il sistema del riutilizzo delle bottiglie di vetro per l’acqua minerale. Tutte queste iniziative, però, non riescono a ramificarsi nel Paese e ad entrare a far parte delle abitudini quotidiane degli italiani. In Lombardia molti comuni applicano delle politiche ambientali degne dei paesi del Nord Europa ma, purtroppo, la città di Milano non segue questo trend. La Regione, secondo Fabrizio, deve intervenire per far sì che il capoluogo lombardo promuova tutta una serie politiche ecologiche per omogeneizzarsi con i livelli regionali. Secondo il consigliere del Pd Francesco Prina, «la sfida ambientale è prima di tutto culturale. Dai salotti, dove se ne parla, deve uscire e diventare concreta e quotidiana. Il segreto è nelle tre “r”: recuperare, riutilizzare, riciclare».

Ma il Pd come pensa di attuare tutti questi buoni propositi? Attraverso l’istituzione di un osservatorio per la riduzione, la riqualificazione e il recupero dei rifiuti. Un ente che, se la legge verrà approvata, avrà il compito di stendere insieme alla giunta un piano triennale per la riduzione dei rifiuti alla fonte. Inoltre, il progetto di legge prevede anche l’istituzione di tutta una serie di agevolazioni tariffarie che premino gli atteggiamenti virtuosi di aziende, istituzioni e privati cittadini. Per mandare avanti la sua battaglia ambientalista il Pd, da un paio d’anni, ha intensificato i rapporti con le Botteghe del commercio equo e solidale: una realtà che da tempo ha inglobato in sé tutte le buone prassi viste sopra. Insomma, le idee ci sono, le associazioni che le sperimentano anche. e il Pd è alla continua ricerca di nuovi sentieri di guerra da percorrere. Ai privati cittadini non resta che sperare.


[andrea torrente]

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