CASO IVA

«Tra Murdoch e Berlusconi? Duetto, altro che duello»

Per lui «il vero problema non è il decreto, piuttosto ci ritroviamo a discutere di conflitto di interessi. Se a vararlo fosse stato un governo retto da un’altra persona, non se ne parlerebbe da giorni». Francesco Merlo, autorevole firma del giornalismo italiano, editorialista di Repubblica, non le manda a dire sul tema del giorno: l’aumento dell’Iva per le emittenti private a pagamento.

Sembra la solita storia italiana. Il premier è anche il proprietario di uno dei più importanti canali informativi del nostro Paese.
«Berlusconi muove le fila di Mediaset. Attraverso i suoi canali gestisce l’informazione. C’è, poi, un’idea moralista errata. Non ci sono tasse che colpiscono i ricchi e i poveri. Le tasse colpiscono in maniera uniforme una popolazione intera. Poi c’è chi avverte conseguenze più pesanti, ma Sky raccoglie una porzione molto variegata di italiani. Ricchi, benestanti e tanta altra gente che si sacrifica pur di vedere lo sport. Semmai dovremmo discutere di un piano anticrisi che innalza le tasse. Ci sono stati dei tentativi di intorbidire la questione, ma la realtà è questa. In nessun altro Paese c’è un rapporto così morboso tra intellettuali e tv e tra tv e politica».

La destra, solitamente compatta, non è interamente dalla parte di Berlusconi. Come spiegarsi questo comportamento?
«Ho un’opinione diversa. A prescindere da qualche voce fuori dal coro, si fa finta di non provare imbarazzo di fronte ad una simile situazione. Anche chi sta con Berlusconi potrebbe esprimere la propria opinione senza vendersi l’anima. Ricordo che quando nacque Forza Italia esistevano politici di questa specie».

Gasparri, però, ha detto che il Pdl «non sta togliendo il pane ai bambini». L’Iva al 10% riguarda i beni di prima necessità. Sky non lo è, ma è un servizio di cui usufruiscono 4,5 milioni di italiani. Come andrebbe gestita la questione?
«Quando nacque la pay-tv, fondata dal gruppo Fininvest, l’Iva era al 4%. Poi il governo Dini l’innalzò al 10% nel 1995 per agevolare l’ingresso di Sky nel mercato. All’epoca fu una mossa anche giusta, ma non sarei dubbioso adesso se questo provvedimento non fosse stato assunto dal suo diretto concorrente».

Bisogna considerare, poi, che Sky è un’azienda in attivo che fornisce un’importante vetrina ai giovani.
«Non bisogna accanirsi contro un’impresa che funziona. Sky fornisce un servizio interessante che in Italia mancava. La rivalità che spaventa Berlusconi fa piacere agli italiani che non considero un popolo di imboniti. Il popolo ha una capacità critica che gli permette di svelare il falso nel mare del servilismo televisivo. E se apprezza l’ascesa di questa emittente è perché la pluralità dell’informazione dovrebbe migliorare il prodotto».

Fino a ieri sembravano più concreti gli spiragli d’apertura da parte del governo. Oggi Berlusconi ha mostrato il pugno di ferro nel giorno in cui Sky ha fatto partire un nuovo spot pubblicitario. Come finirà la diatriba?
«Più che in un duello, Murdoch e Berlusconi si troveranno in un duetto. Tra loro c’è un’intima e astiosa solidarietà come accade tra un cane ed un gatto. Si assomigliano, operano nello stesso settore ed il destino tornerà a riproporli come complici. Il problema, semmai, è che una parte combatte con mezzi impropri, mentre Murdoch sta dimostrando di poter competere ad armi pari».

Nel suo ultimo editoriale ha definito assurda la tassazione del porno perché, secondo lei, il consumo di prodotti di questo tipo nasconderebbe una patologia. Ma il decreto anticrisi punisce altre due passioni degli italiani: lo sport ed il cinema. Cosa è più grave?
«Sono provvedimenti ugualmente pesanti. Vietando il porno si applicherebbe una forma di censura in un campo in cui opera già il codice penale. In questo caso si mescolerebbero etica e consumo, come accade nella battaglia ai clienti delle prostitute».

Scusi, Merlo, ma lei Sky ce l’ha?
«Sì, e continuerò ad averlo. Ciò non toglie, però, che diverse volte ho sfilato il telecomando dalle mani dei miei figli mentre erano spettatori della tv spazzatura. Perciò ribadisco che questi lussi andrebbero puliti più che puniti».


[fabio di todaro]


Ascolta l'intervista al giornalista Francesco Merlo

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