In estrema sintesi il difensore civico è un garante della pubblica amministrazione locale. Non è, invece, un organo politico del comune di Milano né può assistere i cittadini in giudizio. «Con l’insediamento di Barbetta abbiamo dato concretezza a questa carica - ha affermato Stefano Pillitteri, assessore comunale alla qualità e ai servizi civici -. La richiedevano i cittadini perché il difensore civico garantisce trasparenza nel rapporto tra le parti. Soprattutto in una metropoli, gli abitanti esigono un continuo miglioramento nei servizi offerti». Ad aggravare la situazione del nostro paese c’è la decisione del Friuli di abolire la figura del difensore civico. «È stata una mossa inattesa - ha dichiarato il mediatore europeo Nikiforos Diamandouros - e mi auguro si tratti di un caso isolato. Dal 2003 ad oggi abbiamo ricevuto già 30mila reclami, adesso intendiamo definire il ruolo e la portata di questa struttura basata sui legami tra stati e lo spirito di iniziativa individuale».
Ulrich Galle, difensore civico della Renania Palatinato dal 2005 e presidente in carica dell’European ombudsman institute (Eoi), ha ribadito quanto «sia importante raccordarsi a vari livelli» (locale, metropolitano, regionale e statale, ndr). «E poi – ha concluso Galle – è importante sostenere i colleghi dell’Europa dell’est dove i difensori civici si sono insediati da poco. La mossa del Friuli? Rappresenta uno svuotamento del significato di democrazia».
Nel pomeriggio, invece, gli ombudsman hanno discusso dell’efficacia della difesa civica. Alla tavola rotonda hanno partecipato Seex (Birmingham), Blomme (Anversa), Van Kinderen (Rotterdam e altre città del circondario), Escofet (Barcellona) e Barbetta (Milano).
[fabio di todaro]
Nessun commento:
Posta un commento
Commenta questo articolo