Fumetti e vignette, dunque, in bianco e nero e a colori. Che raccontano le pieghe più o meno nascoste della realtà artistica felliniana, svelando personaggi che erano ancora solo nell’immaginario del regista e che poi avremmo ritrovato nelle sue pellicole. Ma anche filo rosso di un rapporto durato anni: la maggior parte dei disegni è infatti dedicato a Liliana Betti, colei che lavorò fianco a fianco con Fellini per anni, come aiuto regista, addetta stampa, direttrice di casting e, quando serviva, autista. Fu lei – presenza silenziosa che l’autore della Dolce vita amava definire “la boss” – la mano sinistra di capolavori come 8½ (1963), Giulietta degli spiriti (1965), Fellini Satyricon (1969), Amarcord (1973) e Casanova (1976). E ancora lei, dunque, nella matita del regista. In tante vesti, caricature sempre affettuose, specchio del rapporto quasi simbiotico che li legava: Liliana alla scrivania con un enorme sigaro; Liliana immaginata ai piedi del letto del regista, a sussurrargli nel sonno idee per i suoi film; e ancora: Liliana, piccola piccola, rannicchiata sulla testa di Fellini con l’occhio al cinematografo, intenta a prendere nota di tutti i suoi pensieri.
La mostra – curata da Enrico Ghezzi e Domenico Montalto – è stata resa possibile grazie a Giuseppe Betti, fratello di Liliana, e su concessione del comune di Adro, nel cuore della Franciacorta, dove è andata di scena in luglio la prima fase dell’esposizione, riscuotendo un inaspettato successo a livello internazionale. Patrocinata dal comune e dalla fondazione Federico Fellini, l’edizione milanese rappresenta, per il Teatro Filodrammatici, il primo atto del “Progetto atelier”, curato da Fabrizio Visconti: un bouquet di mostre ad ingresso gratuito pensate con l’obiettivo di «rendere il teatro come un luogo di sostegno e promozione dell’arte in senso lato – spiega Visconti – per farne un luogo vivo e vissuto a disposizione dei cittadini, e per stimolare la commistione non solo fra il pubblico occasionale e quello abituale, ma anche fra il pubblico di teatro e quello che ama l’arte figurativa».
[tiziana de giorgio]
Nessun commento:
Posta un commento
Commenta questo articolo