SICUREZZA ALIMENTARE

Tre donne per una cucina globale

Anche la sicurezza alimentare ha bisogno di progettualità. Lo sa bene la città di Milano, dove interculturalità fa rima con varietà delle proposte alimentari. E dove c’è un mercato ampio e globale, c’è bisogno di sicurezza. Così, al Circolo del commercio di Milano, è stato presentato il Progetto pilota per la sicurezza alimentare. Sono intervenuti Andrea Mascaretti, assessore alle politiche del lavoro e dell’occupazione e il capitano Paolo Belgi, comandante del Nucleo antisofisticazioni di Milano. «Nell’ultimo decennio lo scenario della attività di ristorazione è completamente cambiato – spiega Umberto Bellini, coordinatore della conferenza –. Il consumatore si è trovato a contatto con gusti e sapori differenti, che hanno creato le condizioni per una forte integrazione culturale. Il problema è che gli immigrati, che gestiscono ristoranti etnici, giustificano la scarsa conoscenza delle normative con l’impossibilità di comprenderle a fondo perché in lingua italiana. Purtroppo però la sicurezza alimentare non è un lusso: non va dimenticato che ognuno di noi è un consumatore e, come tale, merita la giusta attenzione e il rispetto che gli è dovuto».

Per questo nasce il progetto in questione che prevede la formazione con tutor madrelingua per imprenditori e lavoratori del settore della ristorazione. Feriel Ait Said, Betty Jane Voltan e Suping Huang sono le tre insegnanti che hanno preso parte al progetto, rispettivamente per l’area araba, ispano-americana e cinese. L’iniziativa è stata promossa dagli enti bilaterali (formati da associaiozni di consumatori ed esercenti) Ebiter Milano ed Ebt PE, che hanno sottoscritto un protocollo d’intesa sperimentale con l’Asl Città di Milano per la realizzazione, in questa prima fase sperimentale, di percorsi formativi gratuiti. Gli enti bilaterali hanno poi, a loro volta, scelto come partner formativi la Fondazione Capac-Politecnico del commercio e lo Studio Giubilesi & Associati, che hanno svolto verifiche nei punti vendita dei partecipanti al progetto. Questa fase iniziale sarà seguita da un vero e proprio progetto che ha già preso il via e proseguirà fino a marzo 2009, con visite a sessanta esercizi commerciali, lezioni in lingua madre e tutoraggio in azienda per verificare di persona la corretta applicazione di quanto spiegato in aula, con consigli e applicazioni pratiche. Molti gli argomenti affrontati dai corsi e verificati sul punto vendita: dai requisiti strutturali e igienici di locali e attrezzature, alle autorizzazioni e certificati, all’igiene e sicurezza degli alimenti con la loro manipolazione e conservazione, all’etichettatura e rintracciabilità dei prodotti, fino al sistema Haccp e valutazione dei rischi.

«L’obiettivo finale – illustra Mascaretti – è quello di tutelare la salute pubblica, e per far questo la conoscenza delle nostre norme è fondamentale. L’alimentazione sarà il tema dell’Expo 2015: dunque sarà necessario, fino ad allora, realizzare una mappatura dettagliata delle figure professionali coinvolte nella filiera alimentare, allo scopo di controllare e formare al meglio il futuro mercato occupazionale. La speranza, infatti, è che questa formazione, in lingua originale, aiuti anche a migliorare gli sbocchi professionali». Il tutto coadiuvato da una metodologia che, accanto all’accertamento di eventuali irregolarità igienico-sanitarie da parte dei controllori pubblici, possa dare sempre più spazio a una reale integrazione con chi, necessariamente, sconta maggiori difficoltà linguistiche e di conoscenza delle nostre regole.


[viviana d'introno]

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