SFIDE ECOLOGICHE

Cambiamenti climatici: la risposta della finanza

La finanza punta l’attenzione sui cambiamenti climatici mondiali. Nel seminario, organizzato da Twice Sim spa e dal titolo Climate change: a guide to financial solution, si discute della sfida del futuro: investimenti sostenibili ed ecologici. «Il verde è il colore dell’ecologia, mentre il rosso purtroppo è il colore che oggi caratterizza la finanza», sottolinea Fabio De Rossi, moderatore dell’incontro. La seconda fase di attuazione del Protocollo di Kyoto, nel periodo 2008-2012, prevede una riduzione delle emissioni di gas globale da parte del nostro Paese in una misura non inferiore al 5% rispetto a quelle registrate nel 1990. Si stima che, da oggi al 2030, se l’Italia non facesse nulla al riguardo, il successivo adeguamento costerebbe un punto percentuale del nostro Pil. Per questo non si può e non si deve perdere l’occasione per una riflessione approfondita sull’argomento».


Il mondo della finanza sta portando l’attenzione su nuovi settori di investimento e fra questi rientrano quelli cosiddetti verdi. «Vi sono innanzitutto i certificati, titoli quotati in Borsa – spiega Elisa Medaglia, responsabile della divisione italiana della Royal Bank of Scotland -. Questi rappresentano un nuovo ed interessante investimento. Sono stati lanciati nel biennio 2006 – 2007 e sono legati a un paniere di titoli connessi alle energie rinnovabili. Appare chiaro, analizzando i trend dell’ultimo periodo, che da qui al 2025 ci sarà una forte crescita delle società quotate che decideranno di investire in energie a basso impatto ambientale. I certificates seguono l’andamento dei titoli azionari e hanno una scadenza: vengono quindi liquidati in base all’indice del momento».

Con il decreto Bersani 79/99 è stato introdotto un sistema di incentivazione della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili basato sul sistema di mercato della domanda e dell’offerta. La fine del monopolio e l’apertura verso una concreta liberalizzazione ha rappresentato un’opportunità per gli operatori interessati alle fonti a basso impatto ambientale. La stessa comunità scientifica internazionale nell’ultimo decennio ha puntato l’attenzione su questo nuovo settore. «Le fonti energetiche rinnovabili – sottolinea l’ingegnere Marco Pigni - mostrano elevate potenzialità nella riduzione dei costi, ma nel medio-lungo periodo. Infatti, sono estremamente competitive. Il problema nasce dall’incertezza nella valutazione dei costi ambientali. Ma un sistema energetico verde porterebbe un incremento nell’efficienza e nella qualità ambientale».

Sul piano fiscale, occorrerebbe rilanciare e aiutare gli investimenti in energie e fonti rinnovabili. L’Italia non è all’avanguardia, in questi anni è rimasta a guardare. Manca una politica industriale organica, oltre a una cultura ecologica e alla volontà concreta di investire nel settore, come avviene invece in Germania. La finanziaria 2008 però ha introdotto delle novità interessanti, che rappresentano un piccolo passo in avanti. «È stato previsto un incentivo fiscale – ricorda l’avvocato. Guido Giommi, editore del periodico Family Office –, applicabile alle persone fisiche e giuridiche, con un’aliquota pari al 55%. Oggetto della detrazione, non cumulabile con le altre già vigenti, sono le spese sostenute in materia di riqualificazione energetica di edifici esistenti: dall’applicazione di pannelli solari alla sostituzione di vecchi impianti di condizionamento». Appare chiaro che la sfida del futuro sarà l’investimento in energia pulita nel rispetto degli interessi e dei meccanismi di mercato.


[tatiana donno]

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