Il caso Italia è un unicum in questo senso: c’è un radicamento dei ruoli che causa un invecchiamento politico. Non è soltanto questione di età, ma è necessario «ammettere a se stessi che è giunto il momento di andare: a un certo punto la vena propositiva e la creatività si esauriscono. È necessario garantire un ricambio regolare e regolato. L’attuale momento storico vede Barack Obama protagonista di un cambiamento epocale. Il problema è che le cariche italiane che lo apprezzano erano già ministri quando il neo-presidente muoveva i primi passi nella politica».
Perché sono uscito dalla casta, pubblicato lo scorso 30 ottobre, viene naturalmente associato ai libri di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo, i giornalisti del Corriere della Sera, autori del best seller La casta e La deriva. Il tema centrale è sempre l’accusa nei confronti della classe politica italiana. Bordon: «Rizzo e Stella hanno realizzato un lavoro inappuntabile d’inchiesta, ricco di fonti e documenti. La differenza fondamentale è che io parlo di un’esperienza vissuta dall’interno, perché provengo da quel mondo». Da insider, Bordon utilizza aneddotica e informazioni raccolte “sul campo” per spiegare i motivi dell’odiosità che rende la “casta” insopportabile. «Non si tratta solo dei privilegi, ma nel fatto che questi si incrociano con l’inefficienza». I cittadini sviluppano un malcontento che deriva da una mancata erogazione di servizi, di sicurezze, di garanzie; si sta diffondendo un clima di sfiducia, soprattutto nelle fasce più giovani. «L’atteggiamento dei politici mette in crisi il sistema democratico e parlamentare. L’antipolitica non sta nei “grillini” o nelle proteste studentesche, ma è insediata nel Palazzo».
La delusione di Bordon non si deve però confondere con disillusione. La speranza di una possibile uscita da questa condizione di immobilismo c’è, e le sue dimissioni sono anche una metafora reale in questa direzione. Lui, che per anni ha fatto parte della casta, pensa che per tornare ad essere credibili occorra staccarsi da questo tipo di politica autoreferenziale. La decisione è maturata col tempo, ma una delle “molle” è stata la reazione di una mamma che gli fece notare il costo eccessivo dei pasti dei parlamentari. Un fatto apparentemente piccolo, ma tanto grande da determinare la scelta successiva di Bordon. «Il mio gesto può sembrare idealista o velleitario. Di sicuro non cambierà il mondo, ma è comunque una spinta al rinnovamento». La politica può e deve essere esercitata al di fuori delle sedi protette. Deve integrarsi e interagire con il tessuto sociale, deve aver voglia di incontrare le persone, ascoltarle. E Bordon promette che questo sarà solo l’inizio: «Il libro è un primo passo, perché ho scoperto un nuovo valido strumento: il blog. Uno dei miei prossimi progetti sarà una raccolta di firme, da presentare in primavera in Cassazione, contro il finanziamento pubblico dei partiti».
[vesna zujovic]
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