CASO «IENE»

C’era una volta la satira

Torna alla ribalta il sempre discusso rapporto tra satira e politica alla vigilia della messa in onda della nuova puntata delle Iene, nel corso della quale la deputata del Pdl, Gabriella Carlucci, si è scagliata contro il Trio Medusa. I tre, travestiti da vigili urbani, «multavano» i parlamentari che si erano presentati in ritardo a Montecitorio. Circostanza che, evidentemente, ha mandato su tutte le furie l’ex showgirl alla sua seconda legislatura alla Camera dei Deputati. La Carlucci, infatti, ha denunciato di «essere stata vittima di un’aggressione fisica e verbale» da parte degli inviati dell’irriverente programma Mediaset. La vicepresidente della Commissione bicamerale per l’infanzia ha chiesto che qualcuno fermi le Iene perché, a suo dire, «è ora di smetterla con un certo modo di fare tv, becero e qualunquistico». La questione è addirittura approdata in aula: il leghista Matteo Brigandi si è appellato al Presidente della Camera, Gianfranco Fini, che però non è voluto entrare nel merito limitandosi a dire che «non è giusto censurare una trasmissione satirica».

Non è la prima volta che le Iene gettano scompiglio in ambito parlamentare. Come non ricordare, infatti, le roventi polemiche seguite al test anti-droga effettuato all’insaputa dei politici e mai mandato in onda, o le figuracce rimediate dagli stessi deputati di fronte a domande di cultura generale? Fino al servizio, sempre a cura del Trio Medusa, trasmesso lo scorso 21 ottobre, in cui la pornostar Ilona Staller, meglio conosciuta come Cicciolina, guardando le foto dei politici, ha commentato esplicitamente i loro gusti sessuali?

A riguardo, è lecito chiedersi fin dove si può spingere la satira e quali sono i suoi limiti. La satira è la più graffiante delle manifestazioni artistiche e, come tale, trova riconoscimento nell’articolo 33 della nostra carta costituzionale che sancisce la libertà dell’arte. Ma si tratta di una forma artistica assolutamente particolare, posto che il contenuto tipico del messaggio satirico è lo sbeffeggiamento del destinatario. Il rischio, perciò, è quello di minare alcuni diritti della persona tutelati costituzionalmente, come il diritto all’onore, alla reputazione o al decoro. È necessario, quindi, procedere ad un bilanciamento degli interessi in gioco. Il parametro di valutazione fondamentale per verificare la legittimità della satira è la dimensione pubblica del personaggio oggetto di attenzione: occorre cioè lavorare sulla base di «frammenti di vita» che siano necessariamente appartenenti alla sfera pubblica del personaggio stesso, pena la possibilità di incorrere nel reato di diffamazione.

Sull’argomento abbiamo sentito il «re» dei vignettisti italiani, Giorgio Forattini. «La satira non deve porsi alcun limite, neanche di carattere ideologico, anzi deve essere soprattutto un grande divertimento per chi la fa», ha affermato il settantasettenne disegnatore romano. Oggi, purtroppo, a detta di Forattini, «ci sono dei tabù ideologici che condizionano la satira». E, secondo lo stesso vignettista, «si usa la satira come arma politica manovrata dai partiti». Infine, l’attuale collaboratore di Panorama e Quotidiano Nazionale, aggiunge che la vera satira la si faceva una volta: «Ora ciò che viene trasmesso in tv è solo teatrino o parodia».


[pierfrancesco loreto]

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