A fare gli onori di casa, nella tavola rotonda intitolata Il costo dell’energia in Italia: soluzioni e prospettive per far competere le nostre imprese in Europa - è stato Leonardo Boriani, direttore responsabile della testata. Due le sessioni di discussione: una per gli esponenti politici, l’altra per gli imprenditori. Assente il ministro per le riforme istituzionali Umberto Bossi, direttore politico dell’organo della Lega Nord, il cui intervento era previsto in scaletta.
Il parterre politico era composto da esponenti di spicco del “popolo verde”. Per Andrea Gibelli, presidente della commissione attività produttive,commercio e turismo della Camera dei Deputati, «bisogna puntare sull’energia nucleare e guardare ai rapporti con il territorio. Tutti dicono di volere nuovi impianti di produzione, ma poi nessuno li vuole vicino casa propria». Lo stesso Gibelli ha poi lanciato una provocazione: «La sfida per noi cittadini e per le imprese deve essere costruire per i prossimi 50 anni una piattaforma di tecnologie diversificate ma integrate tra loro per potere espandere la produzione di energia elettrica». In sostanza, ha aggiunto Gibelli, «c’è bisogno di energia a basso costo, di reali benefici in termini di approvvigionamento per i cittadini e di consolidare il rapporto tra piccole e medie imprese e le grandi società energetiche».
Massimo Polledri, senatore e responsabile energia della Lega, ha addirittura “scomodato” Marinetti per aprire il suo intervento: «Il leader futurista quando parlava di modernità parlava di energia e il nostro futuro passa necessariamente per l’energia. Lo stesso parlamentare ha parlato «della necessità di avere regole certe per gli investitori: c’è bisogno di un authority per l’energia elettrica che sia autorevole e che legiferi un po’meno rispetto al presente».
Sugli aspetti prettamente finanziari della questione è intervenuto Daniele Molgora, sottosegretario all’economia e alle finanze. «In Italia le utenze elettriche pesano il 20% in più rispetto agli altri paesi europei e ben 50 milioni di euro finiscono nelle casse del fisco grazie ad un’imposizione fiscale di circa il 14% sull’energia elettrica» ha affermato “il vice Tremonti”. Il rappresentante del governo ha poi “avvisato” lo stesso esecutivo: «Siamo alla vigilia del federalismo fiscale. Potrebbe essere l’occasione per rivedere l’imposizione fiscale stessa e per destinare una parte di queste imposte al finanziamento di attività a livello locale». «Oggi l’energia è la questione politico-strategica principale. È il motore che ha portato alle guerre recenti», ha detto invece Giancarlo Giorgetti, presidente della commissione bilancio della Camera, che ha ringraziato il governo per il suo impegno a favore del nucleare e per lo sforzo fatto «affinché si superino decenni di colpevole inerzia nel settore energetico».
Dopo la “sfilata” di politici leghisti il convegno ha dato voce all’imprenditoria e, tra gli altri, sono intervenuti Sergio Garibba, consigliere del ministro per lo sviluppo economico Scajola, e Giuliano Zuccoli, presidente di A2A, l’azienda milanese leader in campo energetico. Garibba ha sostenuto che si deve agire sul territorio soprattutto alla luce dell’attuale crisi economico-finanziaria e che bisogna farlo secondo tre direttrici: l’approvvigionamento energetico, la competitività e la valorizzazione delle risorse del nostro Paese. Zuccoli, invece, ha ricordato «la necessità di certezze in un settore nel quale gli scenari cambiano troppo in fretta». Il leader di A2A ha tessuto le lodi dell’energia elettrica che «non ha odore, non fa rumore, ma ha una efficienza pazzesca, imparagonabile rispetto alle altre fonti energetiche». C’è da chiedersi se lo stesso si possa dire anche per il nucleare, tanto lodato ad inizio convegno.
[pierfrancesco loreto]
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