FORZE ARMATE

Soldati all'estero, eroi del nostro tempo

Un lungo pensiero ai caduti nella Grande guerra, e un omaggio a tutte le forze dell’ordine italiane. Anche Milano ha celebrato il 4 novembre, che quest’anno ha visto coincidere il novantesimo anniversario della fine del primo conflitto mondiale con la giornata delle Forze armate e del combattente.


Le celebrazioni si sono aperte in mattinata con l’alzabandiera davanti al monumento ai caduti, a due passi da Sant’Ambrogio, in presenza di una rappresentanza interforze di circa 300 uomini in divisa. Ad issare il tricolore c’era anche il sindaco Letizia Moratti, che ha posto l’accento sulla necessità di continuare ad ampliare il bouquet delle ricorrenze che tengano viva la memoria. Dopo, la deposizione di corone d’alloro, sulle note della canzone del Piave e la lettura dei messaggi del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e del Ministro della Difesa, Ignazio La Russa. Entrambi, dopo aver ricordato il sacrificio dei soldati scomparsi nel conflitto del ‘15-‘18, si sono soffermati sull’importanza dei nostri militari impegnati nelle missioni all’estero: «Le forze militari nazionali sono sempre più strumento di equilibrio e pacificazione – ha commentato la Russa –, a tutela e nel rispetto dei valori del diritto internazionale e nell'ambito di più ampie politiche di stabilità». Un concetto ripreso anche dal Presidente Napolitano, che ha ricordato i mutamenti del ruolo delle forze dell’ordine rispetto al passato: non più presidio di confini e trincee, ma «componente primaria di un’azione complessa e costante che l’Italia, membro fondatore dell’Unione europea, conduce in seno alla Comunità internazionale, intervenendo sulle cause generatrici dei conflitti, attraverso la prevenzione, il controllo e la stabilizzazione delle crisi che mettono in pericolo la sicurezza ed attentano ai diritti primari dell’uomo».

La manifestazione si è poi spostata a palazzo Marino, dove sono proseguiti gli interventi di riflessione sul ruolo delle Forze armate. Legame inscindibile fra passato e presente il concetto cardine attorno al quale sono ruotati tutti i contributi: «Dal 1918 sono cambiate molte cose ma non l’impegno dei valori comuni – ha spiegato Nello Barale, comandante del presidio militare di Milano –: siamo visceralmente parte della cittadinanza». Ma l’ultimo pensiero della cerimonia è andato ancora ai nostri soldati all’estero: «Eroi del nostro tempo – li ha definiti il sindaco – che antepongono il bene della patria ai beni personali». «Per un Paese di pace come il nostro – chiosa la Moratti – non è facile scegliere la via delle armi per far sì che tutti i popoli possano godere della democrazia».


[tiziana de giorgio]

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