FORMULA UNO

Felipe Massa, un secondo vincente

A casa di Massa trionfa Hamilton. Lo fa con merito e fortuna, unendo due componenti inscindibili per affermarsi nello sport (e non solo). A San Paolo Massa percorre l’intera gamma dei sentimenti in pochi secondi, quelli necessari ad Hamilton per percorrere gli ultimi 520 metri: dal paradiso all’inferno, dalla gioia allo scoramento, dai sorrisi alle lacrime, dal bianco al nero in una caduta senza ritorno. Un tedesco, Vettel, gli stava regalando il mondiale con un sorpasso a due giri dalla fine. Un altro tedesco, Glock, lo ha riportato nel box della McLaren facendosi sorpassare a causa di una scelta nefasta.

Nessuna dietrologia. Hamilton risulta il miglior pilota e la Ferrari la migliore casa costruttrice. Questo dato dà un senso alla stagione della “rossa” (terzo titolo in due anni) e amplifica i meriti del più giovane campione del mondo della storia (23 anni), capace di sovvertire le gerarchie dei pronostici e riscattare l’infausta conclusione dell’ultimo campionato. Hamilton è cresciuto, magari non in simpatia, ma nella capacità di gestire le situazioni delicate che si presentano in prossimità dell’obiettivo.

Il pilota britannico ha vinto snaturando il suo istinto da combattente. Ha provato a gestire la gara, difendendosi, ma vivendo quasi un incubo. Alla fine, con una buona dose di fortuna, la sua strategia ha pagato. Ma la vittoria inutile non sminuisce i meriti di Massa. Ne ingigantisce le qualità umane prima che professionali. Lo rende un vincente tenero nel giorno della sconfitta. Massa, intanto, raccoglie consensi: sul piano umano (composto nel gestire il suo dramma interiore) e sotto il profilo professionale (tra non molto sarà sul gradino più alto). È un uomo eccezionale prima che un pilota di valore. Nulla da dire sulla condotta di gara ad Interlagos. Semplicemente strepitosa. Nello sport, però, la subordinazione è una contingenza pericolosa. Obbliga a fare meglio degli altri e non solo. Occorre chiedere anche l’aiuto della fortuna per ribaltare una situazione svantaggiosa.

Massa può recriminare contro la dea bendata che ha consigliato a Glock di tenere le gomme da asciutto sotto un violento temporale, permettendo ad Hamilton di compiere all’ultima curva il sorpasso decisivo. Le insinuazioni maligne non sono mancate, ma le difficoltà in cui si è imbattuto il pilota della Toyota ci inducono a pensare ad una strategia sbagliata. In quel momento si è spenta la gioia di Massa ed è salito al cielo Hamilton. Ma la stella del ferrarista non si è spenta, anzi. Brilla di una luce propria, ricaricata dall’elevata spettacolarità della gara di ieri. La mano sul cuore durante la premiazione avrà fatto commuovere milioni di sportivi. Il suo ringraziamento avrà raggiunto tutti, amanti della rossa e non solo. Adesso scorrono fiumi di parole. L’anno prossimo si ripartirà da loro. Massa contro Hamilton, sperando che Raikkonen torni in pista con la testa prima che con la macchina. Il futuro è loro.


[fabio di todaro]

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