Victoria incalza con la sua verve, eccede nelle battute e intrattiene mezza cripta come fosse in tv. Perché proprio di tv si parla, anzi di chi la tv la farà e vuole imparare a farla. «Il master è rivolto agli studenti che vogliono diventare professionisti della tv attraverso un percorso di formazione di competenza». Così il condirettore del master, Andrea Bellavita. Poi, ad uno come Giorgio Gori, che della tv popolare è maestro, Victoria non può non chiedere cosa pensi dei famigerati ascolti. Lui sostiene che la curva degli ascolti del mattino dopo sia divertente e che proprio lì «si capisce se un professionista ha passione»: sadico, quantomeno con i propri dipendenti. Ma è la sensibilità e l’empatia col pubblico che fa la differenza. Ancora Gori: «Proprio quei numeri, il mattino dopo, ti dicono se ci hai azzeccato», ammette.
Ma insieme a questo spirito è necessaria una serie di competenze che il master si prefigge di trasferire a chi vi partecipa. Fino ad oggi si è sempre pensato che non ci volesse una formazione accademica per lavorare in tv. Seminari e testimonianze di grandi professionisti del settore, seguiti da stage nelle aziende televisive e nelle case di produzione: questo viene offerto ai grandi professionisti di domani. «Per arrestare il deterioramento delle persone che aspirano a lavorare davanti e dietro la tv», dice Rossini. «È forse riferito a me?»: la Cabello finge di tremare sulla poltrona e il pubblico si diverte. Poi, si passa a illustrare l’offerta didattica.
Parla ancora Rossini e, alla nota ilare, ne aggiunge una di speranza: «Questo master può davvero mettere gli studenti nelle condizioni migliori per entrare nel mondo del lavoro». L’incontro è concluso, Victoria ringrazia tutti per essere intervenuti. Nascerà tra questi nuovi professionisti qualcuno in grado di creare un’altra “Very Victoria”? È probabile che sì. E, forse, anche più d’uno.
[cinzia petito]
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