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«Coltocircuito» in Zona Tortona

«Non è un quartiere per vecchi». Rivisitando il titolo di uno degli ultimi successi dei fratelli Coen, così il presidente della Sesta zona di Milano, Massimo Girtanner, pensa all’area di via Tortona. E come dargli torto? Dopo essere stato il fulcro degli ultramondani eventi di moda, punto di raccordo per fotografi, modelle e designer, l’ex quartiere operaio torna a vestirsi di arte, ospitando dal 10 al 16 novembre la seconda edizione di (Con)Temporary art.
Per un’intera settimana tutta la zona che si snoda al di là del vecchia stazione di Porta Genova - con smaccata preferenza per spazi che, a rigor di logica, sembrerebbero piuttosto distanti dall’“aura chic” della realtà artistica - sarà letteralmente imbevuta di arte contemporanea. Pasticcerie dunque, antiche officine dismesse e storiche botteghe, fra le oltre 20 location che faranno da scenario ad un polposo calendario di personali, collettive, installazioni e performance, senza tralasciare appuntamenti dedicati ad incontri con gli autori, eventi speciali “one shot” e momenti di musica live.


La teoria alla base di quest’edizione – curata da Gisella Borioli, dell’associazione Mat (Milano giovani talenti) e patrocinata da Comune – rimane invariata rispetto all’anno passato: occorre fare uscire artisti e opere da quello che l’assessore alla Cultura, Massimiliano Finazzer Flory, ha definito come un «cortocircuito dell’arte». Un fenomeno per cui il mondo artistico fatica a dare spazio ai nuovi talenti, basandosi esclusivamente su criteri che vedono intrecciarsi economia e istituzioni. Parola d’ordine di (Con)Temporary art è quindi spingere l’intera cittadinanza ad instaurare un rapporto più diretto con gli artisti e con l’arte in senso lato. «Abbiamo cercato di coinvolgere gente normale che ama o apprezza l’arte contemporanea – ha spiegato la curatrice - invitandola a trasformare piccoli grandi spazi, di cui normalmente si fanno altri usi, in impreviste gallerie temporanee».

Lunedì 10 novembre il vernissage del circuito, dalle 18 alle 22: il programma completo è disponibile sul sito www.con-temporaryart.it. Novità di quest’anno è la Fiera dell’arte accessibile a Milano (Aam) che, dopo l’edizione di Ginevra, approda al Superstudio Più (via Tortona, 27): la sua “mission” si basa sull’idea di rendere l’arte più avvicinabile, proponendo quindi opere in vendita ad un prezzo inferiore di 7mila euro. Da segnalare poi, sempre al Superstudio più, il grande Art Point, che quest’anno ospita come special guest Omar Galliani; così come il suggestivo Basament, rifugio anteguerra della ex General Elettric, che presenta una successione di mostre diverse. A pochi passi ci sono anche gli spazi dell’art-hotel Nhow (via Tortona, 35), adibiti per collettiva Pure Love, curata da Scantamburlo. Anche il Teatro libero (via Savona, 10) aderisce ospitando lo spettacolo L’ultima radio, con Tullio Solenghi, e la collettiva fotografica Differenze e identità e geometria variabile.

Un «coltocircuito» quindi, per proseguire con le parole dell’assessore alla Cultura. Nonché un’occasione per riflettere sui luoghi dell’arte milanese: sia Girtanner che Flory, in occasione della presentazione dell’iniziativa, hanno posto l’accento sulla necessità di ampliare il numero di spazi da dedicare agli artisti contemporanei: «L’idea che molti di loro non abbiano un posto per lavorare è imbarazzante», ha commentato l’assessore, affiancato dal presidente della Sesta zona della città. Da qui la comune ipotesi di dedicare loro più d’una area dismessa del quartiere, ma stabilmente. Una strategia che potrebbe portare la zona Tortona ad essere considerata definitivamente il nuovo quartier generale dell’arte contemporanea milanese.


[tiziana de giorgio]

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