Dal 2002 ad oggi da Lampedusa ne sono entrati 100 mila. In questa massa di migranti ci sono i “minori non accompagnati”: fra il 7 e l’8 per cento degli sbarcati. Molti fuggono per raggiungere un parente che ha già raggiunto l’Europa, altri si disperdono nelle grandi città, i meno fortunati cadono nelle reti del racket.
Prova a spiegarci meglio la situazione Paolo Di Caro, direttore di Casa Amica, una casa-famiglia di Agrigento composta da cinque comunità tutte dislocate nella città, cinquanta ospiti, venti dei quali sono immigrati: «In questi centri i ragazzi ci possono stare fino a quando diventeranno maggiorenni o fino a quando riusciranno ad avere il permesso di soggiorno. Generalmente noi lo garantiamo in un anno o, al massimo, in un anno e mezzo. Ma non tutti resistono. Alcuni dopo due o tre giorni scappano». I motivi delle fughe sono molteplici. Spiega Di Caro: «C’è chi è in contatto con qualcuno ancora prima di toccare terra, numeri di telefono, indirizzi. Così, appena possono allontanarsi, lo fanno. Altri invece, appena sbarcati, sono subito in cerca di denaro da inviare al paese di origine per risarcire la famiglia che ha pagato loro il viaggio». Il problema è serio e la situazione non è facile da gestire: «Il fatto più grave – racconta il direttore di Casa Amica- è che noi non siamo predisposti per dare una mano a questi ragazzi. Le case famiglia nascono per aiutare ed ospitare i giovani italiani del territorio. Sono sei/sette anni – continua – che le prefetture, in seguito al decreto del 2001, ci chiedono di collaborare. Ma esistono difficoltà di lingua, cultura, religione, bisogno di denaro. Il segreto per non farli scappare è far sì che i ragazzi acquisiscano fiducia in noi. Cerchiamo in tutti i modi di far loro capire l’importanza di ottenere un permesso di soggiorno – aggiunge - e, soprattutto in questi ultimi due anni, ci stiamo riuscendo».
Grave è quello che racconta Attilio Bolzoni, giornalista di Repubblica che da anni si occupa degli immigrati che sbarcano a Lampedusa: «Negli ultimi anni spesso i trafficanti dei viaggi con destinazione Lampedusa affidano proprio ai ragazzini le responsabilità dei barconi usati per attraversare il Mediterraneo, perché i minori non possono essere puniti. Ma – continua – è soprattutto il problema delle sparizioni a dover essere denunciato, perché questo fenomeno ha davvero numeri impressionanti».
[cesare zanotto]
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