ITALIANI A TAVOLA

Come ti metto all'angolo la mala cucina

«Noi siamo ciò che mangiamo». È così che Giovanni Ballarini, presidente dell’Accademia italiana della cucina, ha esordito al Circolo della Stampa di Milano, per la presentazione della ricerca Gli italiani e il pranzo della domenica, indagine sul campo delle abitudini culinarie degli italiani durante il pranzo domenicale. I risultati, ottenuti analizzando un campione di 1834 questionari postali, sono stati piuttosto sorprendenti, anche per gli stessi curatori dell’indagine, patrocinata dal centro studi dell’Accademia italiana di cucina.


Più che come una consuetudine ormai desueta, il pranzo domenicale sembra riconfermarsi come una tradizione ancora viva e attuale nella nostra gastronomia. Tutte le domeniche il 52% delle famiglie italiane si riunisce, come un tempo, attorno alla tavola imbandita, per consumare, almeno una volta alla settimana, un pasto in tutta calma, circondato, perché no, dalla famiglia “allargata”. Sembra, infatti, che, in particolar modo al Sud e nelle isole, la media dei partecipanti al banchetto settimanale raggiunga i 5 componenti per nucleo familiare, un dato decisamente alto, se si considera che le famiglie italiane sono composte in media da 3, 1 individui. Il menu vede, ancora una volta, il trionfo della tradizione, con piatti soprattutto tipici del proprio territorio che vanno a sconfiggere nettamente i surgelati e le rosticcerie. Antipasto di salumi misti, pasta asciutta o ripiena, arrosto, patate e torta di mele. Sono solo alcune delle portate che vengono servite ogni settimana sulle tavole dello Stivale, con un particolare riguardo alla provenienza geografica e dunque alla possibilità di avere a disposizione certi tipo di alimenti piuttosto che altri. Solo il 5% degli italiani preferisce il ristorante, in particolar modo nel Nord-Est del nostro paese.

Ma è soprattutto la dimensione socio-affettiva che ha sorpreso Paolo Petroni, presidente del centro studi. Per il 62% degli intervistati il pranzo domenicale rappresenta, effettivamente, un appuntamento irrinunciabile, sinonimo di condivisione familiare. «In un periodo storico in cui tutto è messo in discussione, prosegue Ballarini, il pranzo della domenica rappresenta quasi l’ultimo baluardo della socializzazione, un’occasione unica di confronto e dialogo tra i membri della famiglia, ma che conserva anche un’eccezionale valore di presidio gastronomico». Con questa analisi l’Aci ha dato il via a una serie di interventi conoscitivi il cui obiettivo ultimo è quello di costituire un vero e proprio osservatorio permanente sulla cucina italiana, in tutti i suoi aspetti.

Particolare attenzione è stata prestata, infatti, alle tematiche riguardanti la salute e il benessere psicofisico degli italiani, messi in pericolo dall’uso scorretto e malsano degli alimenti, in quella che è stata definita “mala cucina”. Quest’ultima è stata proprio la causa principale dell’abbandono di stili alimentari tradizionali ed equilibrati. Ed è proprio in questo senso che il pranzo della domenica, seppure con alcuni eccessi, giunge a riequilibrare quei ritmi alterati cui si è sottoposti quotidianamente, rappresentando un rito tutt’oggi intramontabile per 8 milioni di famiglie.


[viviana d'introno]

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