EXPO 2015

Nuovi “Magütt”

Milano cresce. Anzi, sta già crescendo. Merito anche della recente assegnazione dell’Expo 2015 che permetterà alla città di diventare più grande, più verde e più accogliente. Cresce anche il numero dei cantieri e aumenta quello degli operai. Ma quanti sono attualmente a Milano? Francesco Aresu del Sindacato Edili Fillea Cgil: «Sono circa 15.000 mila i cantieri aperti a Milano e provincia, e vi lavorano 70.000 manovali». Un numero significativo che, però, non rispecchia la realtà. «A questa cifra – continua Aresu –, va aggiunto almeno un 30-40% di operai che lavorano in nero». Si tratta per la maggior parte di italiani ma una buona fetta dei 70.000 è formata da manovali stranieri. Gli extracomunitari nei cantieri sono in continuo aumento: nel 2000 la percentuale di questi lavoratori si aggirava intorno al 25%; oggi, invece, si attesta al 40%.

Secondo i dati offerti dall’Osservatorio Regionale per l’integrazione e la multietnicità, circa la metà dei manovali presenti oggi in Lombardia è formata da cittadini provenienti dall’est Europa. Elevata anche la percentuale di nord africani, in particolare di egiziani e marocchini che, già operai nel proprio Paese, si trasferiscono in Italia nella speranza di trovare un lavoro consono alle proprie capacità. «Quest’ultima categoria è molto apprezzata dai datori di lavoro che tendono ad assumere manodopera specializzata invece che affidarsi ai canali principali come le agenzie interinali – spiega Francesco Marcaletti, professore di statistiche e tecniche nel settore del mercato del lavoro dell’Università Cattolica –. Per il settore edile funziona molto meglio la cosiddetta “catena migratoria”, un passaparola tra gli operai che, in caso di richiesta di manodopera, tende a chiamare amici e parenti». Ma come arrivano qui tutti questi lavoratori? «Gli stranieri arrivano in due modi – continua Marcaletti –. C’è chi, anche grazie alle procedure del suo futuro datore di lavoro, arriva nel nostro Paese attraverso i canali autorizzati. Accade anche – conclude Marcaletti – che le persone arrivino senza permesso di soggiorno e, per i primi mesi, lavorino senza un regolare contratto». Vista la crescente richiesta di manodopera a livello edile, quanti saranno i nuovi manovali che arriveranno nel nostro territorio? «È difficile fare una previsione su quello che accadrà da qui al 2015 – continua Francesco Aresu –. È probabile che ci sarà un notevole aumento del numero degli operai ma è ancora presto per dire quanti saranno e da quali Paesi verranno». E’ comunque possibile fare una stima. Basti pensare che per la realizzazione del Nuovo Polo della Fiera (progetto inaugurato nell’aprile del 2005), per una superficie totale di 2 milioni di metri quadri sono servite 2000 persone che, tra maestranze, architetti ed ingegneri, hanno lavorato e vissuto assieme per circa tre anni. E’ facile pensare che per la realizzazione dei nuovi progetti come il parco scientifico e tecnologico della Bovisa (il cui inizio dei lavori è previsto per il 2009) ed il sito “Expo 2015” (che si svilupperà per un’area di circa 1 milione di metri quadrati) servirà un gran numero di nuovi lavoratori. Ma da dove verrà tutta questa manodopera? Laura Zanfrini, docente di Sociologia delle migrazioni e delle relazioni interetniche dell’Università Cattolica: «Per diversi anni la maggior parte di immigrati è giunta qui dal Nord Africa; oggi, però, il maggior numero di lavoratori proviene da Paesi dell’est come Albania e Romania». Una tendenza che, anche a causa della sempre minor crescita demografica dei paesi dell’est, nei prossimi anni porterà nuovamente l’Africa al primo posto per numero di immigrati. Ci saranno quindi sempre meno operai italiani? Probabilmente sì, «Recentemente l’edilizia ha subito una forte trasformazione verso l’autoimpiego – sottolinea la prof.ssa Zanfrini –. Anche a causa delle mancate assunzioni, sempre più operai stranieri si mettono in proprio fondando piccole imprese edili. Si tratta di ditte formate da poche persone ma che in futuro potrebbero anche aumentare le loro dimensioni con l’assunzione di altri operai connazionali». E per migliaia di operai che arriveranno poco prima, di sicuro migliaia saranno i visitatori e i lavoratori da tutto il mondo che l’Expo porterà nel capoluogo lombardo (i dati ufficiali parlano di 70.000 nuovi posti di lavoro). Toccherà alla città-cantiere il compito di saper integrare in forme e modalità nuove questo grande flusso migratorio. La posta in gioco: confermarsi come una fra le migliori città d’Europa.

[matteo mombelli]

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