Daniela Vassalli ha percorso i 127 metri, 31 piani e 710 gradini del Grattacielo Pirelli in 4 minuti e 31 secondi vincendo la seconda edizione del Vertical Sprint nella categoria femminile. La manifestazione si è tenuta a Milano lo scorso 24 febbraio per celebrare il palazzo che ospita la regione Lombardia. «Non avevo mai corso su gradini – racconta Daniela – ; continuavo ad avvertire mio marito di non aspettarsi granché». Daniela Vassalli è un’infermiera: lavora in un ospedale di Bergamo con i malati terminali. «È un’esperienza forte assistere i pazienti e le loro famiglie contemporaneamente. Sono in servizio a tempo pieno – spiega Daniela – ma non trascuro gli impegni familiari». Suo marito e i due figli fanno il tifo per lei: «Il più piccolo che ha dieci anni già corre a livello agonistico e ottiene buoni risultati». Daniela Vassalli racconta di aver iniziato a gareggiare a nove anni: «Ma ho smesso appena tre anni dopo, presa dallo studio e da altri interessi. A 19 anni mi sono sposata e con l’arrivo dei bambini non ho pensato che al lavoro. Nel 2003, già ventinovenne, ho ricominciato a correre per mettermi in forma. All’inizio è stata dura: dovevo perdere 10 chili e non avevo più resistenza. Poi, con l’allenamento costante e il sostegno di mio marito, ho iniziato a ottenere dei risultati e ci ho preso gusto. Probabilmente, il bisogno di scaricare le tensioni del lavoro in corsia mi ha dato la spinta necessaria». La specialità di Daniela Vassalli è lo sky race, ovvero le gare ad alta quota: «Tempo fa ho partecipato a un circuito mondiale che si è svolto tra le vette del Giappone, della Malesia e del Messico e sono arrivata quarta. Comunque non faccio solo sky race: per esempio, lo scorso anno ho vinto la maratona di Piacenza. Il mio obiettivo ogni volta che gareggio è battere il mio record personale: è una sfida contro me stessa». Daniela Vassalli non aveva progettato di partecipare al Vertical Sprint di Milano: «Lo sponsor che ho da due anni e che ha contribuito alla costruzione del grattacielo Pirelli ha voluto fortemente che io partecipassi alla gara per una questione simbolica e affettiva. Me lo hanno chiesto una settimana fa». Daniela racconta di essersi divertita molto: «Ho corso senza particolari aspettative. Sono partita a razzo e già nei sotterranei mi sono ritrovata in prima posizione. Come al solito, mentre correvo ero assorta: pensavo che in quel momento tutti noi corridori faticassimo insieme e andavo avanti. Quando ho realizzato dove mi trovassi ero già al venticinquesimo piano. Non è stato faticoso».
Quest’anno per la prima volta il Vertical Sprint, cui possono partecipare solo atleti con tanto di certificazione medica, è stato abbinato ad una gara aperta anche alla gente comune: «Il Vertical Tour - ha spiegato Gianluca Martinelli, organizzatore dell’evento - ha coinvolto circa 1500 persone, anche anziani e bambini, che non hanno corso, ma solo camminato senza cronometro lungo le scale del Pirellone. Siamo contenti di aver fatto conoscere ai milanesi un simbolo della loro storia recente».
[giovanni luca montanino]
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