Morti bianche, non solo Marghera
A Padova è morto Francesco Pizzo, 51 anni, il quale è stato schiacciato dal peso del suo camion che si è rovesciato a causa di un avvallamento. Ad Andria, in provincia di Bari, Agostino Lorusso, 31 anni, è deceduto precipitando da 7 metri mentre si trovava in un cantiere edile. Domenica mattina si è registrato l’ennesimo incidente mortale, stavolta a Castelbolognese, provincia di Ravenna. La vittima è un operaio di 37 anni. La morte è dovuta ad asfissia provocata dalle polveri fini per prodotto ceramico contenute nel silos in cui la vittima è accidentalmente caduta.
Inoltre, questi incidenti seguono da vicino quello dello stabilimento di Torino della ThyssenKrupp, in cui perdono la vita sette operai.
La morte dei due operai a Marghera, in provincia di Venezia, ha riaperto il dibattito sulle morti bianche, una piaga che coinvolge ormai da tempo l’opinione pubblica. A Marghera, un incidente causato dall’alta concentrazione dell’anidride carbonica nella stiva di una nave ha provocato la morte di Paolo Ferrara, 47 anni, e Denis Zanon, 39.
Su questo incidente la procura di Venezia ha avviato un’inchiesta. È stato appurato, infatti, che nella stiva, nel momento dell’incidente, la percentuale di ossigeno era del 5%, mentre la soglia minima consentita è del 17%. Potrebbe essersi trattato di errore umano da parte dei due operai o di un malfunzionamento dei sistemi di rilevazione dell’ossigeno a bordo. Anche il ministero dei Trasporti nominerà una commissione di inchiesta.
Subito dopo la diffusione della notizia delle due morti è stato proclamato uno sciopero di 24 ore che coinvolge tutti i porti italiani. Per martedì 29 gennaio è indetta una assemblea unitaria dei quadri e dei delegati per decidere le ulteriori iniziative da intraprendere a sostegno della sicurezza nei porti. Cgil, Cisl, Uil del Veneto in occasione dei funerali hanno proclamato un'ora di sciopero generale in tutta la regione con presidi davanti alle prefetture e alle sedi delle associazioni imprenditoriali.
L’incidente di Marghera è solamente quello che ha destato le maggiori attenzioni da parte della stampa. Negli ultimi giorni, di fatto, si registrano altre tre morti bianche.
Le morti bianche fanno parte di un malessere sociale diffuso che riguarda tutti i lavoratori. L’insicurezza dovuta ai bassi redditi si intreccia indissolubilmente con quella che ormai è sempre più da considerarsi come una piaga sociale. Un fenomeno che è sempre più italiano, anche se le morti che riguardano extra-comunitari o lavoratori senza regolare contratto sono del tutto ignorate dai media.
Un’altra questione urgente è quella che riguarda i controlli sui posti di lavoro, soprattutto in riferimento al settore edile. I controlli nei cantieri edili, per quanto riguarda la sicurezza, vengono fatti dagli ispettori del lavoro: si tratta di tecnici laureati in ingegneria e architettura. È una figura professionale differente da quella degli ispettori del lavoro, laureati in giurisprudenza, i quali aumentano a dismisura a causa di una politica di assunzioni forsennata. Tuttavia, questo personale in tema di sicurezza è pressoché inutile, perché è specializzato solo in controlli contributivi.
L'ordine di grandezza è di circa due milioni di morti annualmente nel mondo, di cui circa 12 mila bambini. In Italia si registrano in media 1.400 morti sul lavoro per anno. Dal 2006, tuttavia, si è registrato un incremento in questa media. Secondo dati Eurostat, prendendo in considerazione l’Unione Europea, negli ultimi anni gli incidenti mortali sul lavoro sono diminuiti del 46% in Germania, del 34% in Spagna e solamente del 25% in Italia.
Le morti bianche sono figlie di un sistema industriale, quello italiano, che è sempre più esasperato dal profitto, e in cui gli imprenditori non sono disposti a rimetterci nulla per garantire un minimo di sicurezza ai lavoratori. Un sistema industriale moderno, invece, dovrebbe garantire l’incolumità dei lavoratori e consentire loro di operare in condizioni accettabili (per ulteriori dettagli sul punto di vista legislativo fate riferimento qui).
[rosario grasso]
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