A metà tra la settimana della moda uomo e quella dedicata alla donna, l’Anci, associazione nazionale calzaturieri italiani, ha presentato i risultati di una lunga ricerca, curata dal comitato moda, sulle nuove tendenze per la stagione autunno inverno 2008/2009.I membri del comitato moda, che opera in Italia dalla fine degli anni ’50, hanno il compito di annusare l’aria a caccia delle suggestioni in grado di affascinare prima gli stilisti e poi i consumatori.
Quest’anno gli spunti partono dai grandi eventi di attualità come le Olimpiadi di Pechino, fanno riferimento a Parigi, che con due mostre, una sugli anni folli della belle époque e l’altra sul fascino assoluto del colore rosso, continua a imporsi come faro dell’eleganza mondiale. Gli Stati Uniti cessano di essere l’avamposto della modernità e cedono il passo all’ideale scandinavo, colto, tecnologicamente avanzato, etico e attento all’ecologia. Importante il ruolo rivestito dalla musica, ispiratrice di forme e di mood, da Bjork ai Pulp, agli Ultravox, portatori negli anni ’80 di un romanticismo avanguardista che ha stregato i ricercatori. Le calzature sono spesso nere con tocchi isolati di colore o di fibra metallizzata, hanno forme sinuose e morbide, talvolta destrutturate. La tavolozza cromatica è la fotografia di un’aurora boreale. Centrale è l’idea di comodità che abolisce il confine, in passato invalicabile, tra naturale e sintetico. Non più i ragazzi al centro del mercato, ma i cosiddetti giovani adulti, fintamente trasandati, con due giorni di barba e qualche tocco vintage. Per la donna, invece, l’ideale oscilla dal cinema americano anni ’40 e il grande design italiano degli anni ’80. Si sente la necessità di tornare a un’eleganza spesso perduta nella vita bassa di un paio di jeans, senza però rinunciare ai fatturati stellari che ogni azienda ricava dal denim, che il comitato moda abbina a stivali con frange e camperos. Spazio ai colori perlati, spesso difficili, come il tortora e l’avorio, che richiedono materiali pregiati e costosi. Nelle forme la parte del leone la fa comunque il tacco, alto ma non a spillo, spesso accompagnato da una zeppa invisibile, inglobata all’interno della tomaia. Inevitabili i dubbi sulla portabilità di questi oggetti e soprattutto sugli effetti esteticamente discutibili che una scarpa tagliata alla caviglia ha su una gamba non perfetta. Ma questo sarà un problema delle donne, non dei creatori di moda, impegnati ancora una volta a stupire e a sottolineare che la moda ha a che fare con i sogni e le fantasie, non con i piedi.
[emidia melideo]
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