MEDIO ORIENTE

B’T Selem, il gruppo israeliano che difende i palestinesi

B’T Selem, il Centro israeliano di informazioni per i diritti umani nei Territori occupati, è stato fondato nel 1989 da un gruppo di accademici, avvocati e membri dello Knesset, il parlamento israeliano. L’associazione ha molteplici obiettivi: sensibilizzare l’opinione pubblica e la classe dirigente israeliana alle violazioni dei diritti umani commesse nei Territori occupati; combattere il negazionismo diffuso nella società e creare una cultura dei diritti umani in Israele.

Il direttore esecutivo di B’T Selem, Jessica Montell, spiega: «Intendiamo cambiare la politica israeliana nei Territori occupati, spingendo il governo di Tel Aviv a trattare i residenti nel rispetto dei diritti umani». B’T Selem è indipendente: riceve i contributi di fondazioni umanitarie europee e nordamericane, ma anche di privati israeliani e stranieri. In ebraico B’T Selem vuol dire «a immagine di… »: presa dal libro della Genesi, l’espressione è usata per indicare la dignità umana. L’organizzazione si dedica principalmente alla redazione di documenti che informino l’opinione pubblica israeliana: «Per agire e fare delle scelte è indispensabile documentarsi. I nostri lettori – continua Jessica Montell – sono liberi di decidere di non fare niente, ma non possono giustificarsi dicendo “Non lo sapevamo”». I rapporti di B’T Selem nei Territori occupati hanno denunciato torture, espropriazione di terre, restrizioni alla libertà di movimento, violenza settaria e piani edilizi discriminatori. Nonostante la Corte suprema israeliana abbia proibito nel 1999 alle forze di sicurezza di torturare i prigionieri, B’T Selem denuncia i metodi usati negli interrogatori ai detenuti palestinesi, per esempio l’abitudine di spezzargli le dita dei piedi.
L’organizzazione offre aiuto ai giornalisti impegnati a documentare le violazioni dei diritti umani; è diventata la fonte privilegiata dei reporter occidentali. Sarit Michaeli, responsabile comunicazioni, precisa: «B’T Selem non distingue tra violazioni commesse da Israele o dalla Autorità Palestinese: monitoriamo le attività del governo di Abu Mazen relative ai diritti umani e ne denunciamo le violazioni, ma essendo un’organizzazione israeliana, ci proponiamo principalmente di combattere le violazioni compiute dalla nostra classe dirigente. Difendiamo i residenti dei Territori occupati, siano essi israeliani o palestinesi. Nel corso degli anni le autorità di Israele si sono macchiate di violazioni a danno dei residenti palestinesi nei Territori occupati e hanno riservato agli israeliani, il cui solo insediamento nei territori occupati rappresenta di per sé una violazione al diritto internazionale, un trattamento preferenziale; ma quando anche gli israeliani hanno subito abusi hanno potuto contare comunque sul nostro aiuto. Non solo nei territori occupati, ma anche in Israele vengono commessi abusi a danno dei cittadini palestinesi e delle donne: ne siamo consapevoli, ma abbiamo scelto di attivarci nei Territori occupati e governati militarmente, dove le violazioni sono sistematiche».

[giovanni luca montanino]

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