Bevande preconfezionate in vendita nei tabaccai. È così che Coca Cola Italia avanza inesorabilmente nel suo progetto di monopolizzazione del mercato nazionale. La multinazionale ha siglato un accordo con la Federazione italiana tabaccai per commercializzare e rivendere prodotti a marchio Coca Cola nelle tabaccherie associate. «Grazie all’accordo - si legge nella comunicazione della Federazione ai propri membri – si potrà vendere Coca Cola (e tutti i prodotti del marchio) a prezzi estremamente concorrenziali e avere in comodato gratuito una frigovetrina oltre all’assistenza tecnica e al materiale promozionale. Potranno anche essere vendute bottiglie in edizione limitata, appositamente studiate per offrire ai clienti un prodotto unico ed esclusivo».
L’accordo è stato possibile grazie al parere positivo del ministero dello Sviluppo economico che consente ai tabaccai di vendere bevande preconfezionate senza il possesso dei requisiti per il settore alimentare Basterà che bevande preconfezionate e preimbottigliate, in lattina, tetra-pak e bottiglietta, vengano ritenute oggetto di lecita vendita da parte dell'operatore: sarà sufficiente il rispetto delle norme igienico-sanitarie relative ai locali e alle attrezzature utilizzate. Il tutto, secondo quelle che per ora sono solo indiscrezioni, per facilitare un accordo che Coca-Cola starebbe trattando con i Monopoli di Stato, per installare distributori di lattine in tutti i tabacchi. Un patto, al momento, impraticabile perché in contrasto con le norme in vigore che consentirebbero la vendita di generi di monopolio nelle tabaccherie solo per prodotti non alimentari fatta eccezione per caramelle, confetti, cioccolatini, gomme americane e simili.
L’intera iniziativa ha immediatamente suscitato le reazioni della filiera distributiva, e in particolare di Italgrob, da anni impegnata in una vera e propria battaglia legale contro Coca Cola Hbc Italia. «Ancora una volta le scelte del colosso americano appaiono chiaramente finalizzate a un unico obiettivo – spiega il presidente di Italgrob, Giuseppe Cuzziol -, vale a dire l’indebolimento della concorrenza a scapito delle realtà più piccole e soprattutto la creazione di barriere commerciali significative, non solo per i grossisti». Coca Cola applicherebbe condizioni di vendita discriminanti per i grossisti, in apparente violazione delle vigenti normative sulla concorrenza. L’azienda pratica, infatti, ai pubblici esercizi prezzi nettamente inferiori a quelli imposti ai distributori nelle medesime zone e distribuisce in grande misura materiali promozionali e vetrine frigorifere all’interno delle quali pretende l’esclusiva dei propri prodotti.
[gaia passerini]
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