“Le maledizioni della musica italiana” in scena al teatro Litta
Due vite in salita, due strade che, nel bene e nel male, attraversano la retorica sanremese: Mia Martini e Luigi Tenco. Una grande interprete e un grande anticipatore. Due morti premature e piene di interrogativi. Personalità diverse unite nel dolore che li ha accompagnati per quasi tutta la carriera. Ma non sono tristi le storie scritte da Piergiorgio Paterlini per Gianluca Ferrato, che sarà interprete di due spettacoli dedicati ai due cantanti.
Non biografia, né celebrazione, né tantomeno didascalia, ma «pura energia e artigianato» come ama ricordare lo stesso Ferrato, saranno al centro degli spettacoli.
Il primo si intitola Quante vite avrei voluto, una storia per Luigi Tenco. È diretto da Marco Mattolini e sarà in cartellone dal 19 al 31 dicembre. Il copione è un dialogo impossibile tra un notaio di mezz’età e lo stesso Tenco, in cui si disegna una panoramica sull’Italia attraverso i giornali dell’epoca. Il tutto a pochi giorni dal controverso suicidio del cantante.
In Dove il cielo va a finire, una storia per Mia Martini, regia di Bruno Montefusco, Gianluca Ferrato è un ragazzo cieco (ruolo che ha già sperimentato nelle Baccanti di Euripide, dove interpretava l’indovino Tiresia) la cui storia sfiora e si incrocia per poco con quella di Mia Martini, con un effetto di mistero e sorpresa.
Lo spettacolo sarà in scena dall’8 al 20 gennaio e potrebbe essere seguito a breve da un altro, a completare un’ideale trilogia del teatro musicale di narrazione, genere finora poco sperimentato in Italia, e forse proprio per questo carico di stimoli e novità.
[emidia melideo]
Nessun commento:
Posta un commento
Commenta questo articolo