SICUREZZA DEL TERRITORIO

Italia con l’acqua alla gola

Chi non ha ancora negli occhi le immagini della devastante alluvione del Po del 2000 o della tragica frana di Sarno del 1998? Si poteva fare qualcosa per evitarle? O per prevenirne le tragiche conseguenze? E che cosa è stato fatto negli ultimi anni per impedire simili sciagure? Molto poco secondo i dati diffusi dall’Anbi (Associazione nazionale bonifiche irrigazioni e miglioramenti fondiari), che si rifanno a uno studio del Ministero dell’ambiente del 2003: «Negli ultimi quattro anni i finanziamenti destinati alla difesa del suolo e alla riduzione del rischio idrogeologico sono stati pari al 7,4% di quelli previsti dallo Stato nel 2003», ha fatto notare il presidente Massimo Gargano. Purtroppo l’argomento torna d’attualità soltanto in caso di emergenza ambientale o d’estate per la carenza di acqua irrigua.

La situazione sta peggiorando su tre fronti: «Innanzitutto la dismissione di aree agricole porta solitamente a una maggiore cementificazione – spiega il presidente dell’Anbi lombarda Carlo Gattoni –. E quindi a una minore capacità di assorbimento dei suoli. Inoltre le precipitazioni sono divenute sempre più irregolari e l’andamento dei fiumi meno controllabile. Oltre a questo, manca, da parte del mondo politico, una capacità di lettura del territorio e delle misure da adottare a riguardo». Insomma, ben il 68% dei comuni italiani è considerato ad “alto rischio idrogeologico”. A rischio di alluvione sono soprattutto le regioni del Nord (zona depressa della Pianura Padana), mentre nel meridione (Basilicata in testa) è la frana la calamità principale.
L’Anbi, oltre a informare e a porre questioni, cerca e propone anche soluzioni: «L’ideale sarebbe la creazione di bacini, piccoli e medi laghetti, lungo i fiumi tesi a raccogliere l’acqua – continua Gattoni –. Essi risolverebbero due problemi: eviterebbero le alluvioni e sarebbero utili durante i periodi di siccità. Ma bisogna cominciare ad agire in tempi brevi. Prima che l’Italia si trovi ad avere l’acqua alla gola». Insomma, l’associazione spera di trovare finalmente ascolto dai poteri forti. Per questo sta tenendo conferenze in tutta Italia. Perché prevenire è sempre meglio che curare.

[luca salvi]

Nessun commento:

Posta un commento

Commenta questo articolo