LEONARDO

Un viaggio nello studio del genio vinciano

La tecnica dello sfumato riesce a creare figure quasi tridimensionali, l’utilizzo dei piani rende lo spettatore protagonista della scena. E poi pagine e pagine di studi e schizzi a matita per raggiungere la perfezione descrittiva. Di Leonardo si è scritto, si è letto, si sono girati film e documentari, ma solo trovandosi di fronte alle sue opere è possibile rendersi conto delle sensazioni che una tela può provocare. Al Castello Sforzesco è stata presentata oggi la mostra Leonardo. Dagli studi di proporzione al Trattato della Pittura che sarà esposta nella Sala delle Asse del Castello Sforzesco dal 7 dicembre al 2 marzo 2008.

Un percorso che si snoda tra disegni, manoscritti, piccole statue e libri antichi avendo come filo conduttore il tema delle proporzioni nella figura umana e in quella equestre. Opere leonardesche sono accostate ad altre, realizzate dai suoi allievi, per poi proseguire con tele di artisti posteriori che hanno reinterpretato il genio di Leonardo come Antonio Canova, Giuseppe Bossi, Rubens, Albrecht Dürer.
«Quando un’opera è attribuita a un grande maestro e poi si scopre essere solo della sua scuola – ha spiegato Vittorio Sgarbi, assessore alla Cultura del comune di Milano – quella tela perde generalmente di interesse per pubblico e studiosi. Ma questo discorso non vale per la figura di Leonardo che riesce a conferire ai capolavori con cui è entrato in contatto una sorta di aura magica». La mostra prende avvio partendo dal Trattato della Pittura e da una selezione di disegni di Leonardo. Si possono ammirare rarità come un elaborato sullo studio delle proporzioni concesso in prestito dalle collezioni reali di Windsor, uno schizzo per il monumento equestre a Francesco Sforza della Biblioteca Ambrosiana e un disegno del Verrocchio sull’anatomia del cavallo proveniente dal Metropolitan Museum di New York. In via del tutto eccezionale, viene inoltre presentato un modellino di cera rappresentante una figura equestre che arriva da una collezione privata.
«Quella che abbiamo realizzato è una mostra in controtendenza – ha dichiarato Maria Teresa Fiorio che con Pietro Marani ha progettato l’esposizione – perché si trova in un’unica stanza con allestimento sobrio ed elegante. È un viaggio per cultori, studiosi, ma anche per curiosi che saranno chiamati a soffermarsi a lungo sulle opere per comprendere l’eccezionale potenza espressiva di Leonardo da Vinci».

[gaia passerini]

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