Se il cinema hollywoodiano ci fa vivere il sogno americano, Caramel ci trasporta nella cruda realtà quotidiana di Beirut. Una realtà che si presenta al mondo occidentale e orientale come esempio di paese aperto, di società emancipata, ma che dietro questa facciata riserva ancora alle donne vincoli e sofferenze. Nato senza questa pretesa, il film sintetizza nel microcosmo di un salone di bellezza uno spaccato del mondo femminile libanese. In questo rifugio sicuro cinque amiche di età differenti si aiutano ad affrontare i problemi che incontrano con gli uomini: l’amore, il matrimonio e il sesso, senza temere di essere giudicate. C’è Layale, che è innamorata di Rabih, un uomo sposato; Nisrine, una giovane musulmana in procinto di sposarsi, angosciata perché la prima notte di nozze il marito scoprirà che ha già perso la verginità; e poi Rima che non riesce ad accettare di essere attratta dalle donne; Jamale, cliente fedele ossessionata dalla sua età e dal suo fisico; ed infine Rose, che ha sacrificato giovinezza e felicità per occuparsi della sorella maggiore malata mentale.
Caramel, dal nome della ceretta depilatoria fatta di acqua, limone e zucchero, segreto di bellezza delle donne nel mondo arabo, è dunque una commedia realistica tutta al femminile che affronta temi socialmente rilevanti con grande leggerezza, senza essere superficiale o cadere nella banalità. La forza di questa pellicola sta nella sua semplicità, attraverso la quale la giovane regista Nadine Labaki vuole narrare i piccoli fatti della vita. Piccoli fatti che fotografano con chiarezza la società di Beirut in bilico tra tradizione e modernità. E se dopo la ripresa della violenza in Libano tutto si è trasformato in un atto politico, allora il messaggio trasmesso dal film potrebbe essere espresso così: nonostante le diverse religioni, la coabitazione e la coesistenza sono naturali. E infatti lo spettatore si trova di fronte ad un’opera corale, che fonde tante storie per crearne una sola. Luce, colori, musica e montaggio collaborano attivamente alla creazione di questa atmosfera intensa e coinvolgente, a volte commovente, ma sempre autoironica. Impossibili da dimenticare i volti intensi ed espressivi delle protagoniste, interpretate da attrici non-professioniste e forse per questo più naturali e credibili. Insomma un film piacevole, ma non sciocco, che lascia in bocca il sapore dolceamaro del caramello.
[cecilia lulli]
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