VENT'ANNI DI STRISCIA LA NOTIZIA

Alla Triennale la banda di Ricci in mostra

Antonio Ricci confessa un certo imbarazzo mentre inaugura l’installazione Venti di Striscia alla Triennale di Milano: posa sorridente per i fotografi in sala, circondato dai tapiri, il simbolo della sua fortunata trasmissione. L’occasione è speciale: i vent’anni di Striscia la notizia, il programma più seguito della televisione. La Triennale, che in passato ha ospitato mostre su Carosello o sulla scenografia televisiva, non può esimersi dal celebrare l’evento: «Il nostro rapporto con il mondo dell’audiovisivo - ricorda il presidente Davide Rampello - è vocazionale».

«Quando ci siamo riuniti per decidere in che modo rappresentare questo anniversario - continua Rampello - abbiamo pensato ad un’installazione che traducesse il concetto di memoria in una visione simultanea». «Ho realizzato una grande torta a forma di barca - spiega l’artista Margherita Palli - con all’interno più di quattromila monitor, uno per ciascuna puntata del programma». Vent’anni di televisione e di storia d’Italia sparati contemporaneamente da un’infinità di piccoli schermi: «L’effetto è psichedelico», commenta divertito Antonio Ricci. L’ideatore di Striscia e di altri programmi cult come Drive in racconta le proprie impressioni: «Per me è stato come entrare nella macchina del tempo. Noi di Striscia la notizia siamo come i piccioni sui monumenti; per un piccione diventare un monumento è la cosa peggiore».

All’ingresso della Triennale sono esposti i tapiri d’autore, ovvero le interpretazioni del celebre “trofeo” firmate da designer come Aldo Cibic e Alessandro Mendini: i simpatici animaletti saranno oggetto di un’asta benefica che donerà un’apparecchiatura all’Ospedale San Raffaele. Inoltre, chi ha voglia di tuffarsi nei ricordi prima ancora di visitare l’installazione può fare un giro tra i cimeli di Striscia: la foto-story del programma e le denunce che, secondo il direttore di Canale5 Donelli, ne simboleggiano «la funzione civica e l’interattività con il pubblico». Antonio Ricci sta per concludere la presentazione quando gli viene recapitato l’ultimo tapiro d’autore “dolcemente” realizzato da un pasticciere: subito gli stacca la testa e se la mangia.

[giovanni luca montanino]

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