L'AFRICA SCOMMETTE SU INTERNET

I colossi delle Tlc a convegno in Rwanda

Entro il 2012 più di un terzo degli abitanti dell’Africa dovrà avere accesso ad internet tramite banda larga. È l’ obiettivo stabilito durante il summit Connect Africa, tenutosi il 29 e il 30 ottobre a Kigali in Rwanda. Per due giorni oltre 500 tra capi di stato, ministri, rappresentanti di compagnie di telecomunicazione, capi di organizzazioni regionali e istituzioni finanziarie si sono riuniti per promuovere una partnership che mira a espandere nel continente le tecnologie dell’informazione e della comunicazione.

A tale scopo l’Unione internazionale delle telecomunicazioni (Uit) e la Banca per lo sviluppo africano hanno deciso di collaborare per connettere tutte le capitali e le maggiori città del paese al resto del mondo tramite moderne infrastrutture di Information and communications tecnology (Ict) ad alta velocità. Un’iniziativa fondamentale per lo sviluppo di un paese dove meno di quattro persone su cento usano abitualmente internet e la penetrazione della banda larga è più bassa dell’1%. Paul Kagame, presidente della Repubblica del Rwanda e patrono dell’iniziativa insieme al suo pari del Ghana, ritiene che la telefonia mobile sarà per il suo paese uno degli elementi chiave della rivoluzione Ict.

“Investire in questo campo - ha dichiarato - non significa solo denaro, profitto o prestigio. Significa dare alle persone la possibilità di realizzare ambizioni e aspirazioni per migliorare le proprie vite”. La buona notizia uscita dal summit è che l’Africa ha il più alto indice di diffusione dell’uso della tecnologia mobile, pari addirittura a due volte la media globale degli ultimi tre anni. Ma questo ovviamente non basta. Hamadoun Touré, segretario generale dell’Uit, ha infatti sottolineato che nel continente l’accesso alla rete è limitato e la connessione ad alta velocità davvero rara. Rivolgendosi ai capi di Stato di Rwanda, Malawi, Burundi, Senegal, Burkina Faso, Gibuti e Swaziland ha raccomandato di assicurare ai privati una vivace competitività e un piano di regolamentazione nel quale evolversi. L’obiettivo è dar vita a partnership fruttuose tra le aziende africane e quelle straniere.

[cecilia lulli]

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